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LIBRI VS FILM: HARRY POTTER E L’ORDINE DELLA FENICE

Ho deciso che in questo lungo e freddo inverno (sì, è ancora autunno, ma le condizione metereologiche non sono delle migliori) mi dedicherò alla lettura (niente di nuovo) abbinata alla visione (quando possibile) dei film tratti dai libri rispettivi.

E non potevo cominciare da altro libro se non dalla mia colonna portante, il libro (e l’autrice, a dirla tutta) che mi ha plagiato, corrotto, fatto diventare un’utopica nerd con la fissa della scrittura: HARRY POTTER.

Non sono qui per recensire il libro (anche se sicuramente ci saranno riferimenti adoranti al riguardo, #sorrynotsorry) ma per commentare con voi le differenze sostanziali  tra libro e film.

 

 

 

 

 

Sempre ricordandoci la verità (quasi sempre) incontrovertibile:

 

Ed eccomi finalmente arrivata a parlare del mio libro preferito, e inevitabilmente della sua trasposizione cinematrografica: HARRY POTTER E L’ORDINE DELLA FENICE.

Inizio con il fare un’altra premessa fondamentale: questo libro è il più “lungo” di tuta la saga, 804 pagine. Quindi appare subito chiaro che in due ore e mezza di film molte cose andranno perse. QUINDI ANDAVA DIVISO.

Non lo hanno fatto, e quindi ci tocca parlare di questo film che taglia molte cose, alcune delle quali a mio parere non hanno intaccato la comprensione della trama (anche se è comunque un peccato averle perse) e altre che invece hanno stravolto, al solito, i personaggi. Andiamo a vederle.

Questo film è stato diretto da David Yates, che si afferma come regista più lungimirante di Harry Potter; dirigerà infatti anche i restanti tre film, ed è il regista dell’atteso Animali Fntastici: Dove trovarli. Insomma, è piaciuto.

Squadra che vince non si cambia, recita il detto, e visto che Kloves aveva dato il peggio di sé, lo sceneggiatore viene finalmente cambiato: in questo film arriva Michael Goldenberg (anche se solo per poco). E niente, io il cambiamento l’ho notato eccome. Anche solo per il fatto che Goldenberg si limita a fare un “taglia e cuci” (a volte riuscito, a volte meno) dei libri della Rowling, riportando battute esattamente uguali a quelle scritte nel libro e non invertendo i soggetti che le pronunciano a gusto personale.

Il film inizia con il taglio iniziale di come Harry sta passando le vacanze, che per quanto banale serve a spiegare il suo stato d’animo (che nel film viene molto ridimensionato, quindi ha crudelmente una sua logica): vediamo Harry sull’altalena che viene importunato dai Dursley, con l’unica colpa di avergli chiesto se hanno picchiato dei bambini. MA CHE COSA E’. Visto che, ne sono certa, molti si stavano chiedendo chi siano i miei personaggi principali, eccovi serviti:

  1. SIRIUS BLACK
  2. JAMES POTTER
  3. HARRY POTTER

I tre sono accumunati da una caratteristica comune, e credetemi, non è quella di essere nel TEAM GOOD. No. Loro sono “buoni”, certo, non sono Mangiamorte e non sono nemmeno crudeli come Draco Malfoy, MA sono, in alcuni modi, PREPOTENTI, ARROGANTI e SARCASTICI. Quello che mi piace di questi personaggi è che hanno delle sfumature che li rendono anche fastidiosi (anche molti altri personaggi della Rowling, ma ognuno ha i suoi gusti). Harry NON E’ MAI FASTIDIOSO, NEI FILM. Forse solo per il fatto di essere così insopportabilmente “vittima” lo diventa. Non è umano, l’Harry dei film. E io mi arrabbio. Nel libro Harry è incazzato con tutti, con Silente, Sirius, Hermione e Ron, che non gli scrivono, non gli spiegano cosa succede da quando Voldermort è tornato. E’ così incazzato che è lui che raggiunge Dudley mentre il cugino sta tornando a casa, e lo molesta perché vuole attaccare briga. Per farvi capire:

 

hp5

 

QUESTO E’ Harry. Poi certo, arrivano i Dissennatori e lui protegge suo cugino, lo stesso cugino che arrivato a casa accusa Harry di aver fatto una magia su di lui. La cosa fa infuriare i Dursley, che nel film sembrano una parodia di loro stessi: lo vogliono addirittura cacciare da casa, finché non arriva una strillettera a zia Petunia: RICORDA LA TUA ULTIMA, PETUNIA.

Questa strillettera è molto importante per capire la rivelazione che Silente farà alla fine (e che, come avrete intuito, qui non c’è).

Un’altra cosa tagliata, che bastava aggiustare con una battuta un po’ più lunga, è la presenza della signora Figgs: lei è la vicina dei Dursley, in realtà una Maganò, che ha sorvegliato Harry da quando è piccolo. Per motivi di spazio non è mai stata  nominata nei film precedenti, ma mettendola così a caso può essersi benissimo trasferita quell’anno in Privet Drive (cosa che peraltro pare essere, quando dice “pensi che dopo quello che è successo Silente ti avrebbe lasciato solo?”). Il punto è che Harry si sente all’oscuro di troppe cose, e questa informazione contribuisce solo a irritarlo di più (unito alle lettere criptiche che riceve da Silente e Sirius una volta saputo di essere stato espulso, parte tagliata anche qui).

Harry sembra sollevato (e lo è, certo) quando Tonks, Malocchio, Lupin e tutti gli altri vanno a prelevarlo da Privet Drive; per quello la reazione che il ragazzo ha quando vede Ron e Hermione è insensata, e noi non riusciamo ad empatizzare con lui, ma pensiamo solo che sia esagerato. Peraltro mantengono, come accennato in precedenza, le battute del libro pressoché uguali, creando un primo nosense. I gemelli Weasley arrivano e dicono “se hai finito di gridare…”. Ma Harry non stava gridando. Gridava nel libro. Nel film è più un lamento (anche guardato in lingua, giuro.).

Un altro taglio che serve a spiegare la rabbia di Harry è la scena in cui Ron ed Hermione diventano prefetti; certo, non avevano tempo, però perché allora ci mostrate l’inutile scena di Grattastinchi che molesta le Orecchie Oblunghe? Dai, su.

Oltre a questo, viene tagliata la scena in cui Sirius in versione cane nero insegue l’espresso per Hogwarts per salutare Harry e viene visto da Malfoy (ma su questo torneremo dopo), così come viene tagliata l’intera parte del Quiddich, con Ron che diventa portiere e Harry e i gemelli Weasley che vengono espulsi per tutto il campionato a causa di una rissa con Malfoy (e torneremo anche su questo), e la parte in cui, dopo il licenziamento della professoressa Cooman (che tra le varie cose è ubriaca quando viene licenziata, non disperata) viene assunto Fiorenzo (e quindi tutta la questione dei centauri, che nella parte finale vengono un po’ messi lì a caso).

Manca anche l’intervista che Harry concede al Cavillo, il giornale del padre di Luna, scritto da Rita Skeeter, così come, ancora una volta, manca Dobby. Ma questi sono tagli che posso capire, altri invece meno. E veniamo alla costruzione dei personaggi.




Ecco, se vi siete dimenticati la mia TOP THREE dei personaggi principali, rileggetevela e capirete. CAPIRETE. Sirius Black in questo libro è un uomo distrutto; un uomo costretto a stare chiuso in casa anziché aiutare l’Ordine, un uomo che deve nascondersi per crimini non commessi in una casa in cui tutto gli ricorda una famiglia da cui tenta di distaccarsi. C’è il quadro di sua madre, che non perde occasione per offendere lui e i suoi amici, e Kreacher, l’elfo domestico devoto più a Bellatrix Lestrange che a lui. E poi c’è Harry, che si sente messo da parte dai suoi stessi amici, rinchiuso in un destino che non ha scelto, e Sirius è l’unico in grado di capirlo davvero. Harry gli ricorda così tanto il suo migliore amico James, l’unico ad offrirgli conforto da giovani, l’unico con cui Sirius avesse davvero un legame speciale. Questo legame è un tema che ricorre in tutto il libro, avvalorato anche dal ricordo di Piton (di cui parleremo dopo). E’ un legame che a Sirius manca così tanto che nella battaglia finale chiamerà Harry “James” (particolare che nel libro non c’è, ma vi dirò, non ha stonato) e che tratterà Harry come un adulto, volendolo rendere partecipe di quanto avviene nell’Ordine. Questo creerà una bella crepa tra lui e la signora Weasley, che urlerà “Non è James, Sirius!”, frase che nel film viene fatta dire tra altre cose e perde l’impatto che ha nel libro. Perché un altro tema è la scoperta di sé stessi; in questo libro Harry capisce chi è, conosce meglio suo padre, si accorge che non è rivestito da quell’aurea patinata che lui gli aveva donato, anche grazie ai racconti degli altri, ma che era UMANO. Così come lo era Sirius. Il rapporto tra Harry e il suo padrino in questo libro la fa da padrone, e per quanto alcuni accorgimenti mi siano piaciuti (ad esempio la scena in cui Harry scrive una lettera a Sirius per spiegare come si sente) il film non riesce a renderlo appieno. Basti pensare che la parte in cui l’Ordine intero è riunito a Grimmauld Place occupa quasi 200 pagine del libro, e solo pochi minuti del film. O del ricordo di Piton nel Pensatoio, che scuote Harry più di quanto sembri, tanto da portare il ragazzo a contattare Sirius e Lupin e rischiare di essere scoperto dalla Umbridge. Harry rischia di morire per salvare Sirius, e Voldemort SA che è proprio su di lui che deve fare leva. Perché Sirius è tutto quello che gli resta della sua famiglia.

 

Ricordiamoci la lista, e poi diciamo che l’attore non RENDE GIUSTIZIA al figo astronomico che deve essere stato James Potter (QUANDO UN LIBRO SUI MALANDRINI, QUANDO?). James e Sirius sono i Weasley in versione Malfoy; hanno tratti ironici, ma sono un po’ i bulletti di Hogwarts. Certo, di Piton sappiamo ancora poco, ma chiaramente non era il loro migliore amico, e dal ricordo che Harry trafuga nel Pensatoio questa cosa appare chiara. Quello che Harry “spia” scuote non solo Piton (che urla, btw, non si limita a minacciarlo pacatamente) ma anche il ragazzo, perché l’immagine che Harry aveva del padre collide con quella dell’arrogante che si passa continuamente una mano tra i capelli per farsi notare da Lily. James non è solo quello che vuole togliere “le mutande a Mocciosus”, però; James è quello che diventa Animagus perché uno dei suoi migliori amici è un Lupo Mannaro; è quello che crea la Mappa dei Malandrini, è quello che ospita Sirius quando viene cacciato dalla sua famiglia, è quello che urla a Lily “salva Harry!”. Per dirla con le parole di Sirius:

Tuo padre era il mio migliore amico, ed era una brava persona. Tutti si comportano da idioti a quindici anni”.

 

Ah. Allora, Piton è uno dei personaggi più controversi del mondo harrypottiano, e anche qui viene smussato troppo, per i miei gusti. Piton con Harry è odioso, durante le lezioni gli rovescia “per sbaglio” la pozione che aveva preparato per regalargli una bella D (Desolante), è colui che non perde tempo per offendere Harry e la sua famiglia:

PITON: Ma avrai notato che Potter somiglia molto a suo padre, vero?

SIRIUS: Certo.

PITON:  E quindi saprai che è tanto arrogante che le critiche gli rimbalzano addosso.

(p.491)

 

“Forse a  te in realtà piace avere queste visioni, Potter… Forte si fanno sentire speciale… Importante?”

Certo, l’odio è reciproco. Come detto prima, Harry ha un caratterino non da poco, e molto spesso risponde a Piton per le rime, non facendo altro che confermare l’idea del professore. Tuttavia la scena del ricordo, nel film, è fatta piuttosto male; non solo perché Harry vi risale con un incantesimo di difesa, invece che spiando nel Pensatoio (il che dimostra quanto quella circostanza avesse ferito Piton, tanto da non volerla rivivere), ma per la reazione che ha il professore quando scopre Harry. Piton urla, Piton si rifiuta di continuare ad insegnargli l’Occlumanzia. E Harry, dal canto suo, si vergogna così tanto di quanto visto che non si confida con nessuno, se non con Sirius. E prima, CON GINNY.

 

In effetti, Harry non dice a Ginny quello che ha visto nel Pensatoio, ma che deve parlare con Sirius. DA QUANDO HARRY E GINNY HANNO RAPPORTO? Da questo libro, in realtà. A Ginny non piace più Harry, ha una sua vita amorosa, e questo la porta a comportarsi in maniera normale quando lui è nei paraggi. Non solo, ma la Ginny del libro è cazzuta. Prende il posto di Harry come Cercatrice quando lui viene allontanato dalla Umbridge, risponde per le rime al nostro Bambino Che è Sopravvissuto (“non sono affari tuoi!” “non c’è bisogno che usi quel tono con me”, pag.685), e nel libro ci sono diversi momenti che, seppur non romantici, servono a far capire come evolve il loro rapporto; nel film non vediamo Ginny sedersi con gli altri sull’Espresso (cosa che invece avviene) così come appare pochissimo anche a Grimmauld Place. Nel film Ginny  continua a parlare poco e sembra una versione adulta della bambina che era. Chiaro che nel sesto libro il loro improvviso avvicinamento faccia storcere molti nasi. Tipo il mio.

Oddio. A me una filastrocca.

Cho Chang viene COMPLETAMENTE stravolta. Cho è la prima ragazza di cui Harry si innamora, e come tutte le prime cotte, è idealizzata dal nostro ragazzo. Poverina, ha avuto anche lei i suoi traumi, ma non è una dura, una “tosta”, come invece appare Ginny. Da qui a renderla la TRADITRICE CHE SPUTTANA L’ESERCITO DI SILENTE, CE NE PASSA. Nel libro la spia la fa un’amica di Cho, Marietta; i due litigano per l’ennesima volta riguardo questa cosa, e si lasciano senza dirselo, in pratica. Ok, avevano poco tempo, ma bastava presentare la ragazza durante la riunione alla Testa di Porco (bastava una battuta!) e poi beh, si andava per intuizione una volta che lei avesse fatto la spia (cosa che gli spettatori unicamente del film hanno dovuto fare comunque, perché Harry e Cho non hanno nessun tipo di confronto).Potrei andare avanti ancora, ma mi fermo e parlo delle cose belle.

 

Ovazione per Bellatrix Lestrange: Helena Bonham Carter è una bomba, l’evasione da Azkaban meravigliosa, il suo modo di ironizzare su quello che ha fatto ai Paciock (peraltro altro taglio che a me non è piaciuto, la visita al San Mungo e la visione dei genitori di Neville. con la mamma che regala al figlio le cartine delle caramelle e con lui che se le mette in tasca), e quando uccide Sirius (avviene in maniera un po’ diversa nel libro, ma ammetto che a me è piaciuta ugualmente). BIG UP PER LEI.

 

La scena del duello finale a me è piaciuta molto; l’azione qui c’era e Yates ha fatto bene a inserirla, pur riconoscendo che, a mio parere, il quinto libro è molto più psicologico dei precedenti.

 

Mi è piaciuta anche la Umbridge e Imelda Staunton, l’attrice che la interpreta. La sua risata era acuta e snervante al punto giusto. Quello che ho trovato meno puntuale è la sua caratterizzazione all’interno di Hogwarts. La Umbridge non è la maestra di Matilda sei Mitica, e anche questo è un voler banalizzare ad ogni costo un film che non è più per bambini. La Umbridge è la manifestazione di un organo di governo che non vuole vedere, e che si appella all’autorità che rappresenta per eliminare ogni dissidente. La Umbridge infligge punizioni CORPORALI, ha il diritto di licenziale gli insegnanti, di decidere quando, cosa e come passare il tempo libero degli studenti, che minaccia e umilia, il tutto con il diritto di farlo. Visto in questi termini la sua presenza è molto più inquietante, perché è un nemico più subdolo di Voldemort, che Harry non può combattere con un duello. La Umbridge ha il sostegno del Ministero e anche dell’opinione pubblica, e Harry è solo un pazzo megalomane che va zittito a tutti i costi.

Le scene dell’inquisizione erano tutt’al più divertenti, e i decreti affissi sarcastici; nel libro io ho sentito montare la rabbia e l’impotenza, ho visto Harry non riuscire a trattenersi mentre la Umbridge buttava fango sulla morte di Cedric. Nel film tutto questo non l’ho vissuto, e mi dispiace.

Un’altra scena da RIFARE INTERAMENTE è,come sempre, la fine. La morte, come dicevo nella recensione precedente, non è stata trattata bene nemmeno da Yates, a mio parere. Sirius è il personaggio per cui ho pianto di più. Non solo per come muore, anche qui così in fretta, nel bel mezzo di una battaglia, ma per la reazione di Harry.

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NON PENSAVO POTESSERO ELIMINARE LA SCENA NELLO STUDIO DI SILENTE, MA LO HANNO FATTO. Harry è così arrabbiato con Silente, con i suoi silenzi inspiegabili (che nel libro non sono chiari come nel film, dove vediamo Harry chiamare più volte Silente senza avere risposta, tanto che Silente ci sembra un po’ stronzo e Harry la povera vittima, di nuovo) e quando Silente gli dice “capisco cosa provi”, lui impazzisce. Ce l’ha con Silente, con qualsiasi cosa lui dica, lo odia perché odia sé stesso, perché sa che se avesse chiuso la mente come suggerito non avrebbe visto ciò che Voldemort voleva fargli vedere e Sirius non sarebbe morto. Harry è così disperato perché ha perso l’unica famiglia che gli restava, e non si arrende a questo, tanto che estrae lo specchio che Sirius gli aveva regalato per mettersi in contatto in caso di emergenza e lo chiama, lo chiama ripetute volte, e poi lo spacca. E va da Nick- Quasi- Senza- Testa e gli chiede come ha fatto a tornare, e pensa che lo farà anche Sirius, e non sarà più da solo ,perché non può permettersi di perdere anche lui, non ora.

Il finale del libro è un finale che ti lascia amareggiato, che ti mostra come Harry debba andare avanti nonostante una perdita del genere: non è la scena in cui tutti camminano e si dicono che sconfiggeranno Voldemort, è una scena in cui l’Ordine accompagna un Harry apatico dai Dursley e si schiera in sua difesa, regalandogli un tenue sorriso. Perché un personaggio come Sirius Black merita di essere pianto il tempo che merita.

 

In generale ci sono altre cose random che non mi sono piaciute, come la spiegazione mancante della profezia, della strillettera(Harry sta a Privet Drive perché finchè vive con qualcuno che ha lo stesso sangue di sua madre, Voldemort non può toccarlo), o del fatto che fosse stata la Umbridge a mandare i Dissennatori. Ma in generale, ancora una volta, è il finale a lasciarmi perplessa, in un film che nonostante tutto, è nel complesso sicuramente migliore del quarto. Ora mi appresto a leggere e visionare il sesto, ma nel frattempo aspetto come sempre vostre impressioni!

 

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4 Risposte a “LIBRI VS FILM: HARRY POTTER E L’ORDINE DELLA FENICE”

  1. Sono contenta che le recensioni possano servire a chi non ha letto i libri a capirci di più!
    Sì, in realtà anche questo film è tratto da un libro (la Rowling rimane pur sempre una scrittrice!) che però non avendo ancora letto non posso recensire 🙂

  2. Nella mia top 3 c’è Silente invece di James, per il semplice motivo, che quest’ultimo non è molto presente nei film, quasi per nulla, quindi è difficile inquadrarlo per me 🙂
    Veramente sconvolgente il pezzo riportato dal libro (bella mossa 😉 ), lì Harry sembra quasi un bulletto e dire che in nessuno dei film mi è mai apparso così. Vero che come hai fatto notare quella era una situazione particolare, nella quale va capito.
    La scena dell’Ordine riunito a Grimmauld Place è veramente di impatto, si scommetto che non vale le 200 pagine, ma io dopo anni dalla visione ancora la ricordo, a questo punto sarei curioso di leggerla.
    A un certo punto mi sono chiesto, chi fossero i Malandrini, poi ci sono arrivato, il gruppo di James dai film non resta così impresso. Ma lui stesso, da quello che leggo qui sembra un personaggio interessante, cosa che non si può dire a mio avviso, vedendo i film.
    Su Cho posso solo dire che a me non è mai piaciuta…ho sempre tifato per Hermione. Ginny è sempre stata la mia seconda scelta nella mia top three, forse se leggevo i libri mi sarebbe piaciuta di più, visto che da quanto scritto qui sembra una tipa decisa.
    Verissimo che la Signora Burton fa sempre la sua figura qualsiasi cosa reciti, penso sia una gran professionista. A questo punto sono curiosissimo di leggere il confronto della scena del duello con la signora Weasley nell’ultimo film.
    Complimenti per la descrizione della Umbridge, sopratutto sull’enfatizzare il fatto che lei rappresentava un governo che non voleva vedere i problemi, essendo situazioni che avvengono anche nel mondo reale tutti i giorni.
    Mi ha sconvolto la storia della Strilletera e del fatto che Harry doveva vivere a Privet Drive per protezione, questa è una cosa che finalmente mi è chiara. Mi era capitato spesso di chiedermi perché non fosse andato a vivere con Harmione o con i Weasley.
    Chiudo dicendo che non vedo l’ora di andare a vedere Animali fantastici e dove trovarli…di questo non esiste il libro vero, o si?

  3. Grazie per aver commentato!
    Hai ragione, come ribadiremo fino alla fine dei tempi lo spessore umano e non dei personaggi viene completamente appiattito (anche tutta la reazione di Silente in questo libro a mio parere viene spiegato in maniera sbrigativa). E la cosa peggiore è che non appiattiscono solo i pesonaggi principali (con la scusa del poco tempo) ma addirittura il protagonista, e questo “no, Maria, non lo accetto”.
    Bello che li stia rileggendo anche tu 🙂 <3

  4. Concordo su tutto. TUTTO. Attualmente sono impegnata anche io nella rilettura dei libri perché HP manca costantemente e ogni tanto sento di aver bisogno di rituffarmi ib questo mondo meraviglioso. Sirius è da sempre il mio personaggio preferito: è l’incarnazione della lealtà, dell’amicizia, della fiducia e del coraggio, tutti tratti tipici dei Grifondoro, e il rapporto con James ma in generale anche con Remus e Peter è il fulcro del suo intero essere. Tutto questo si perde con i film, che tagliano tante cose, ma soprattutto lo spessore che la Rowling ha saputo dare ai protagonisti di questo universo magico, che però è tanto simile al nostro. Il quinto libro è il mio 2 preferito (la mia classifica è 7, 5, 4/6 a parimerito, 3, 2 e infine il primo) e hanno completamente sconvolto il messaggio che corre attraverso le 804 pagine e cioè che siamo umani, tutti, dal primo all’ultimo, non importa se ti schieri nei buoni o nei cattivi; siamo comunque umani, alla fine dei giochi. Secondo me questo si vede tantissimo nei personaggi di Silente, che in questo libro preferisce allontanarsi da Harry senza alcuna motivazione apparente piuttosto che dirgli la verità fin da subito, e in quello di Dolores Umbridge, che, benché sia una donna malvagia, è fondamentalmente spinta dalla paura. E come tale concepisce che l’unico modo per sconfiggere la paura è ignorarla, rispondere alla violenza con altra violenza, fino ad abbracciare del tutto il suo animo sedendosi nelle file del nemico nel settimo libro. Purtroppo questo nei film si perde del tutto e dal 2 in poi non sono riusciti affatto a rendere giustizia al mondo di zia Row e questi ultimi 3 film che ti aspettano sono i peggiori in assoluto. Specialmente il sesto.

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