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LIBRI VS FILM: HARRY POTTER E IL CALICE DI FUOCO

harry_potter_e_il_calice_di_fuoco-filmHo deciso che in questo lungo e freddo inverno (sì, è ancora autunno, ma le condizione metereologiche non sono delle migliori) mi dedicherò alla lettura (niente di nuovo) abbinata alla visione (quando possibile) dei film tratti dai libri rispettivi.

E non potevo cominciare da altro libro se non dalla mia colonna portante, il libro (e l’autrice, a dirla tutta) che mi ha plagiato, corrotto, fatto diventare un’utopica nerd con la fissa della scrittura: HARRY POTTER.

Non sono qui per recensire il libro (anche se sicuramente ci saranno riferimenti adoranti al riguardo, #sorrynotsorry) ma per commentare con voi le differenze sostanziali  tra libro e film.

Ora, tutto va fatto con una premessa:

Ciampompimpololin pololaski

Ciampompim-pololin po-lo-laski.

Scusate, ma ho dovuto canticchiare questa filastrocca per un quarto d’ora, prima di riprendermi dalla visione del film. E ora che ne devo scrivere, confrontandolo peraltro con uno dei libri più belli della saga, mi è venuto naturale accennarla.

Da dove cominciare. Dalle cose belle, ché tanto sono poche.

Il regista Mike Newell, ad esempio, a me è piaciuto molto. Belle le inquadrature, le atmosfere inquietanti e dark (non arrivano a Cuaron, ma fanno la loro bella figura) e i crescendo di tensione che culminano con l’incontro tra Harry e Voldemort. I brividi. E parlando di brividi, non posso non parlare di Ralfh Fiennes, strepitoso nel suo ruolo. I gesti, le movenze, gli sguardi, le parole, tutto come mi immaginavo Lord Voldemort prima di vederlo sullo schermo (ecco, magari con la faccia meno serpentina, ma per il resto uguale).

Ho guardato la scena anche in lingua, in originale rende ancora di più. Forse perché rende di più anche Dan. In generale, dove mi è possibile, ho visto le scene in entrambe le lingue e da profana noto un netto miglioramento collettivo nella recitazione dei ragazzi (anche perché ho visto Radcliffe in Kill Your Darlings e, come direbbe il saggio, CIAONE).

E ora che abbiamo fatto quei pochi complimenti che il film merita, veniamo alle note dolenti. Da dove iniziare.

DALL’INIZIO. La scena iniziale è già un’invenzione del nostro Kloves. Girata molto bene, peccato che nella stanza con Voldemort ci sia solo Codaliscia e non anche Barty Crunch Junior (che nel libro non sappiamo chi sia finché non conosciamo il padre, mentre qui sappiamo già che è ancora vivo. Ci piace la suspence, insomma.).

Vengono tagliati bellamente i Dursley (che ci può stare), viene completamente eliminato Bagman, Bertha Jorkins e i “Tiri Mancini”, il negozio che Fred e George vogliono mettere su e per il quale scommettono alla Coppa del Mondo di Quidditch (e uno dice “chissenefrega”, e invece no, è importante per una riflessione che faremo sul finale) e viene eliminata Winky, l’elfo domestico di Crouch senior. E qui vi è la seconda grande invenzione nella trama: nella scena originale durante l’apparizione del marchio dei Mangiamorte, Harry perde la bacchetta, che si scoprirà essere la stessa che ha evocato il marchio: questo perché Winky, che ha accudito il figlio di Barty Crouch per tutti quegli anni tenendo all’oscuro l’intera comunità magica, l’ha rubata per il padrone (che Harry non vede aggirarsi tra le rovine fischiettando come si vede nel film; aridaje, ci piace la suspence.). Certo, funziona anche nella maniera più semplicistica (e sicuramente risparmiatrice di tempo) che Kloves e Company hanno ideato, ma NON É LA STORIA ORIGINALE. E allora fate una fanfiction.

Che è un po’ quello che hanno fatto.

Questo libro segna un momento importante nel mondo harrypottiano, mette le basi per tutti gli intrecci che verranno in seguito: in alcune cose Kloves è stato accettabile, in molte altre ANCHE NO.

 

Ad esempio la figura di Moody: ammetto di aver amato la scena in cui spiega le maledizioni senza perdono. Una scena fatta benissimo (vi invito a riguardarla), con quel silenzio innaturale nell’aula, le risate per la maledizione Imperio che si trasformano in terrore quando Moody dice “cos’altro devo fargli fare? Annegarsi?”.

Stupendo. Ma. Anche Malocchio Moody è un personaggio che viene in qualche modo svelato nella sua ambiguità quasi subito. Troppe scene in cui il professore osserva Harry, troppe intrusioni riguardo al torneo che nel libro vengono svelate alla fine. Insomma, non convince. E questo è un errore.

Perché la Rowling prova a fare con Moody esattamente la stessa cosa che ha fatto con Tom Riddle ne “La camera dei segreti”. Ci fa empatizzare con il nemico. Nel libro Moody ci sta simpatico, pensiamo che sia esattamente il genere di professore che serviva a Harry dopo Lupin, un alleato nel Torneo, un suo difensore alle accuse di Piton e un suo complice (nel libro vi è una scena che nel film è completamente tagliata, in cui Moody vede Harry sotto il mantello dell’invisibilità e lo aiuta a scappare da Piton.). E invece Moody non è niente di tutto questo, perché il vero Moody è chiuso in un baule e quel professore così brillante è Barty Crouch Junior. Ed è questo il vero potere di Voldemort, è questo che ha fatto sì che il suo periodo di auge fosse chiamato “del terrore”. Impedisce di fidarsi di qualsiasi persona, perché anche chi ti sembra amico può essere un sostenitore del Signore Oscuro.

E a proposito di amici, dobbiamo parlare di come si modificano i rapporti tra Hermione, Ron e Harry. Cominciamo con i primi due: il loro rapporto nonostante le lacune, è reso abbastanza bene. Certo, Hermione nel libro è infastidita inizialmente da Krum piuttosto che affascinata come ci fa vedere il film nella scena iniziale, ma non è questo il vero nosense. Quello arriva al ballo del Ceppo.

QUALCUNO MI SPIEGHI PERCHÉ QUANDO HERMIONE SCENDE DALLA SCALINATA QUELLO A GUARDARLA INEBETITO E’ HARRY. Molti di quelli che hanno visto i film avrebbero voluto Harry ed Hermione insieme, e sarà per questo che l’Hermione dei film mi fa venire l’orticaria e la vorrei morta su una picca (ho sviluppato mio malgrado lo stesso odio per Emma Watson, anche se sto cercando di guarire, lei non c’entra niente). Nei libri non c’è ambiguità. Harry ed Hermione sono amici. So che dovrò ripeterlo ancora in molte recensioni.

Veniamo ad Harry e Ron; nel libro Harry è molto più incazzato di quanto non traspaia nel film, ma in generale sono contenta che non abbiano tagliato anche il litigio tra i due, perché è un’evoluzione importante di Ron, stanco di essere “l’amico scemo di Harry Potter”, di vivere sotto la sua ombra. È un tema che nel corso della saga tornerà, anche se Ron si prenderà il suo spazio una volta entrato nella squadra di Quidditch. Probabilmente questo smorzamento dei toni che Harry usa si rifà alla solita idea di base che Harry debba rappresentare tout- court L’EROE BUONO, quello che non sbaglia mai: è una cosa che personalmente odio, perché rende semplicistici i libri della Rowling, che sono tutto tranne che questo. In più il quarto libro segna un po’ il passaggio da “letteratura per l’infanzia” (se così si è mai potuta definire, sciocchi babbani) alla letteratura “young adult”, che il film non ci fa vedere per niente, rimandando continuamente a queste categorie dicotomiche che non mi piacciono affatto. Ma andiamo avanti.

 

Un altro personaggio che appare nel quarto libro è lei, l’antenata di tutte le stronze che appariranno in Harry Potter da qui a venire: RITA SKEETER. Allora, Rita Skeeter è una vera asshole. Rita Skeeter è subdola, cattiva, arrivista, amorale. Non una fastidiosa ciarliera vestita come Tina Cipollari che più che cattiva appare STUPIDA. Vi è una differenza abissale, e anche il comportamento che la stampa assumerà nei confronti di Harry è un tema che nei libri successivi verrà trattato. A mio parere è peraltro abbastanza attuale, mostra l’immenso potere dell’opinione pubblica: questo conferma ancora una volta quanto la Rowling sia poco idonea alla categoria “libri per l’infanzia”.


Un altro tema importantissimo è la storia di Barty Crouch, che qui viene resa praticamente incomprensibile. Proviamo a spiegarla in maniera concisa.

  • Barty Crouch senior è un importante membro del Ministero della Magia; lotta strenuamente contro i sostenitori del signore Oscuro, scagliando pene esemplari e implacabili; è così amato che si vocifera diventerà il nuovo Ministro della Magia.
  • Barty Crouch scopre che il figlio, Barty Crouch Junior, in realtà è un Mangiamorte; implacabile come sempre, davanti all’intera comunità magica lo condanna a scontare il resto della sua vita ad Azkaban;
  • Barty Crouch junior, per tutti, morirà pochi mesi dopo, in cella; l’opinione pubblica non perdonerà del tutto questo “anafettivismo” e verrà eletto come Ministro Cornelius Caramell.
  • In realtà, durante l’ultima visita al figlio, la moglie di Crouch, che stava morendo, si è scambiata all’interno della prigione e il figlio di Crouch è vissuto a casa del padre per tutto il tempo, ovviamente in maniera del tutto segreta.

E’ una storia forte; se eliminiamo la parte magica, ha parecchio di attuale. La storia che la Rowling ci racconta mette insieme diversi spunti di riflessione, a cominciare dal come e dal perché la figura di Crouch fosse così in auge durante il periodo “oscuro”. Barty Crouch risponde alla violenza con altrettante violenza, sebbene “giustificata” dalla legge. Uccide i maghi oscuri, li fa marcire ad Azkaban, spesso condannando anche innocenti o chi si è pentito prima della caduta di Voldemort, e la gente si sente protetta. LA GENTE SI SENTE PROTETTA DALLA VIOLENZA MUOVENDO ALTRETTANTA VIOLENZA. Un paradosso che viviamo anche nei nostri giorni, a mio parere, e la Rowling qui sottolinea senza essere esplicita cosa possa succedere nella testa delle persone spaventate.

Mostra anche una certa incorruttibilità, che però va a frantumarsi con quella che è la famiglia; Crouch alla fine si farà convincere dalla moglie e libererà il figlio. Figlio che tra le altre cose, quando viene condannato mostra rimorso e disperazione, mentre nel libro ci appare subito come un pazzo sciroccato. Grazie, grazie infinite per le molteplici semplificazioni che la mia mente non sarebbe riuscita altresì ad elaborare.




Ora però, veniamo al TORNEO TREMAGHI. Come saprete, le prove erano 3; analizziamole velocemente.

  • IL DRAGO: Bene. Nel libro, Harry impiega tutt’al più cinque minuti a sconfiggere il drago. Impara infatti nelle settimane precedenti l’incantesimo di appello, ACCIO, con cui recupera la sua Firebolt e attuando la “mossa Wronsky”, vista durante la Coppa del mondo di Quidditch, che consiste in una finta dove l’attuatore vira all’ultimo minuto facendo spiaccicare al suolo l’avversario. E’ quello che fa Harry nel libro. Ed è così veloce che arriva primo insieme a Krum. INVECE NEL FILM HARRY IMPIEGA UN MINUTO PER PRENDERE LA BACCHETTA. UN MINUTO SOLO PER LA BACCHETTA. Perché? In totale, comunque, la scena dura QUATTRO MINUTI E 30 SECONDI. Quattro minuti e trenta secondi in cui Harry sorvola rocambolescamente tutto il castello, distrugge mezzo tetto e viene disarcionato dalla scopa. Perché? “Perché è un action movie, no?” E invece no. E’ un fantasy, perdindirindina. Quindi io i quattro minuti di invenzione non li perdono.
  • LE SIRENE: Nella seconda prova, Harry cerca disperatamente come respirare sott’acqua; si addormenta la sera prima della prova su un libro della biblioteca, ma DOBBY lo salva portandogli l’algabranchia. E già sento i commenti: “DOBBY? Dobby non c’è in questo film!”. Ecco, avete già capito. Anche questa scena è di una lunghezza disarmante, considerando che Harry arriva per primo dove sono i prigionieri. L’intera scena occupa CINQUE MINUTI E QUARANTETRE’ SECONDI, e soprattutto sorvola sulla rabbia provata da Harry quando scopre che gli ostaggi non sarebbero mai morti. ANCHE QUI. HARRY VUOLE VINCERE. Non ha scelto lui di partecipare al torneo, ma è competitivo (è un giocatore di Quidditch, cavolo) mentre qui sembra quasi intimorito di essere primo. Perché? La competitività per Kloves è una caratteristica negativa?
  • IL LABIRINTO: Bene. Prima della prova finale, come avrà visto anche chi ha guardato il film, ci sono i parenti di tutti i campioni. Harry è forever alone. Cosa vera, di base, ma nel libro la signora Weasley lo raggiunge per incoraggiarlo (peraltro lì trovano Barty Crouch senior completamente uscito di senno. Qui non sappiamo nemmeno che fine ha fatto, e invece, ahimè, ci ha lasciati, pace all’anima sua). E’ un’inezia, ma proprio perché è un’inezia, cosa costava far apparire accanto ad Harry la signora Weasley? Nella scena finale inoltre, prima che arrivino alla Coppa, Cedric viene attaccato da un ragno, non dalla siepe. L’azione solo quando la volete voi, eh!

E ora veniamo alla fine. Devo ammettere che a distanza di anni ho apprezzato la scelta di Pattinson (che ricordo solo per essersene andato in giro per ben cinque film come se non vedesse il sole dal 1950 a.C. -sì, lo so che era un vampiro, ma era inquietante lo stesso-). A livello fisico, Pattinson è alto, così come Krum: Harry invece è piccoletto, e rende bene lo svantaggio fisico del nostro Potter. Non solo, ma l’ho trovato discreto nella recitazione (anche qui, in lingua). Veniamo alla sua morte: mi è sembrata abbastanza attinente al libro, e devo fare un’osservazione. Cedric muore quasi subito, e con una velocità innaturale. Anche nel libro, non ti viene dato il tempo di metabolizzarlo, non riesci a piangere quel ragazzo innocente, perché Voldemort sta resuscitando, tu hai paura di quello che succederà e sei concentrato su Harry. La devastazione arriva dopo.

SOLO CHE NEL FILM NON ARRIVA.

La fine di Harry Potter 4 determina, mi dispiace dirlo, l’ingresso delle cosiddette “americanate”, seppur si tratti di un film britannico. Se la scena in cui il padre di Diggory arriva urlando “è mio figlio!” è di una potenza incredibile (ribadisco, IN LINGUA! <3 ), come decidono di terminare il film è una pagliacciata.

Harry non parla per giorni. Harry va in infermeria, perché è traumatizzato, oltre che ferito. Harry non racconta a nessuno di Cedric, e nel cinque se lo sognerà ancora di notte. Harry si rende conto che è stato il suo ALTRUISMO AD UCCIDERE CEDRIC, il volere prendere la Coppa assieme: la Rowling non ce lo dice chiaramente, ma è un tipo di scrittura che non ha bisogno di chiarimenti. Lo percepisci, e ti senti male insieme ad Harry, vivi i suoi sensi di colpa. E quindi è normale vederlo portare la vincita del Torneo ai genitori di Cedric, che però quel denaro non lo vogliono, ma non lo vuole nemmeno Harry, perché è sporco del sangue di un innocente, il primo di una lunga serie, il nostro ragazzo è già preparato. E allora lo dà ai gemelli Weasley, per far decollare il loro negozio degli scherzi, che nel film non si nomina e infatti TUTTO QUESTO FINALE NON ESISTE. E’ stato sostituito da un finale ridicolo in cui i tre amici ridono chiedendosi se avranno mai un anno “normale”. E’ morto un ragazzo, e capisco che i bambini non possono andare via tristi dal cinema, ma forse era il caso di capire che Harry Potter stava crescendo insieme ai suoi lettori.

Ci sono sicuramente altre cose che mi sono appuntata e che avrò dimenticato di scrivere, ma ci tenevo a fare questa riflessione sul finale perché è la scena che mi ha più deluso. La morte è un elemento che va trattato con i guanti, in ogni ambito artistico, e si deve avere la capacità di raccontarlo. Per me qui Newell, Kloves, o chi per loro, non ha saputo farlo, snaturando completamente il messaggio di zia Row.

 

E con questo è tutto, mi sono dilungata abbastanza con questo quarto libro, e ora ho già l’ansia per il quinto, il mio preferito e il più lungo dell’intera saga (quindi già immagino i tagli).

Fatemi sapere cosa ne pensate, e se a voi, a dispetto di tutte le mie critiche, il quarto film è piaciuto.

 

 

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4 Risposte a “LIBRI VS FILM: HARRY POTTER E IL CALICE DI FUOCO”

  1. One Day è uno dei miei libri preferiti, e apprezzo il suggerimento! 🙂 Dopo Harry lo rileggo e lo rivedo volentieri!

  2. Si in molti casi sono mancanze che non dipendono sicuramente dai costi. Condivido anche io il fatto che Kloves non deve caratterizzare il personaggio e non deve fare un lavoro che non gli compete. In generale penso che chi si occupa degli adattamenti debbano capire l’anima dei personaggi, un po’ come per gli attori che li interpretano e quindi che chi ha scritto la storia deve sempre avere l’ultima parola 🙂 (questo mio pensiero, forse da quello che avevo scritto, non traspariva).
    Butto lì un titolo di un film, che so che esiste il libro e che non ho letto: One Day.
    P.S. Ci sarebbe anche tutto il filone di Twilight, in un periodo da dimenticare li lessi tutti, però mi fermai al penultimo film, straziato dallo schifo 🙂

  3. L’intenzione sarebbe quella di continuarla, magari facendomi suggerire film o libri che sono piaciuti (e che abbiano ovviamente il corrispettivo 🙂 )
    In realtà sebbene si veda questo “distacco” dall’animazione per ragazzi, capisci bene, anche non avendo letto, che nei libri è nettamente superiore… Poi capisco il budget, però come ho elencato, c’è un plus di scene di azione ed effetti speciali che di narrazione. Poi ovviamente i motivi sono diversi e li ho tenuti in conto nelle prime recensioni, però io mi occupo di demarcare le modifiche strutturali, in sostanza, quindi alla fine checché sia il motivo, per me sono mancanze.
    La competizione può essere vista come negativa, personalmente io non lo sono e non mi piace (anche se in alcuni ambiti è vero, è utile), tuttavia ho sottolineato la cosa perchè NON E’ COMPITO DI KLOVES CARATTERIZZARE IL PERSONAGGIO. Se si reputa così in grado, che scrivesse una sceneggiatura sua. Se tu “adatti” un romanzo, devi essere il più fedele possibile non tanto a quanto accade, che può essere tagliato per problemi di bugdet, quanto all’anima dei personaggi.
    Se non lo sai fare, se li stravolgi per motivi X, Y, Z, a me non interessa. Però a mio parere non sai fare il tuo lavoro. Tutto qui. 🙂
    Alla prossima!

  4. Questa settimana senza Crossroads e Second Chance passa benissimo con questa interessante e divertente recensione. Parto con l’elenco di ciò che mi ha colpito!
    1) Ho una profonda invidia per il naso di Voldemort! Devo farmi insegnare come ha fatto!
    2) Anche per me più diventano dark più apprezzo, sarà legato al fatto che tiene in considerazione il pubblico di riferimento che cresce, ecc… quindi si avvicina di più alla mia età (della prima visione)
    3)Non ho letto il libro, però a me il film ha dato bene l’idea del “film della maturità”, sarà perché per la prima volta toccava il tasto della morte, così direttamente, che non mi aspettavo in una serie che consideravo per bambini.
    4) Povera Emma! che ora va pure spargendo libri per la metropolitana! (era sul giornale questi giorni)
    5)Ahahahahahah…l’invettiva contro i 4 minuti della bacchetta mi hanno piegato!
    6)Interessante l’analisi sul paradosso della violenza e il legame che esiste tra romanzo e realtà. Io penso che è compito fondamentale dei romanzi e forse in maggior ragione quelli fantasy o futuristici perché lasciano un distacco rassicurante, portare con se dei messaggi istruttivi. Il mio pensiero poi ovviamente corre alle grandi distopie come : 1984 di Orwell, il mondo nuovo di Huxley oppure Watchmen di Alan Moore (si è un fumettista, ma vale come i grandi della letteratura 🙂 ). Guarda caso sono tutti inglesi! 🙂
    7) David “Tenth” Tennant a mio avviso la sua sporca figura nei panni di Barty Crouch Junior la fa 🙂
    8) Condivo il fatto che Dobby doveva esserci, anche in rapporto con quello che succederà successivamente.
    9)La competitività la vedo come una cosa negativa, quindi mi va bene che sia poca 😛
    10) Condivido il giudizio su Pattinson, che nonostante sia sempre un po’ mono-faccia in tutto ciò che recita, non se la cava mai malaccio. Consiglio la visione di “Remember Me” e “Cosmopolis”, due film molto diversi tra di loro (che mi sono piaciuti, più il primo del secondo), ma credo che sia proprio così, che si possa appurare le capacità di un attore, vendendolo in parti diverse.
    11) Vorrei far notare che in molti casi le mancanze che ci sono tra un libro e un film, siano causa di budget, bisognerebbe considerare che molti attori si fanno pagare anche solo per scene dove non fanno nulla, sola e semplice presenza. Tante volte, oggi giorno, credo che costino meno scene con molti effetti speciali, ormai fatti per la maggior parte al computer, che con attori. Cosa questa scelta si finisce per rovinare molti film ovviamente, come forse in questo caso.
    12) Bella la conclusione, ovviamente non avendo letto il libro non la conoscevo, ma non posso che condividere il giudizio. Il finale mancato, avrebbe marcato ancora di più il passaggio all’età matura e quindi se inserito mi sembrava azzeccatissimo.
    P.S. Spero che questa rubrica non finisca una volta conclusasi la serie di Harry Potter 🙂

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