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5×08 – TERRIBLE THINGS

Se vi siete persi gli episodi della prima,seconda, terza e/o quarta stagione, cliccate qui: 

PREVIOUSLY ON CROSSROADS

Volevo inoltre ringraziare tutti per il supporto e per seguire la storia, dai grafici del blog sembrate davvero tanti! E con questa puntata parte l’ultima stagione di CrossRoads.. Ora più che mai ho bisogno del vostro parere per salutare degnamente Liz and company 🙂


NEW YORK


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Mackenzie si gira verso di lei, dopo aver chiuso la porta della camera. Vede Ellie che scruta il telefono, in apprensione.

MACKENZIE: Aspetti una telefonata?

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Ellie si riscuote di colpo, si affretta a negare con il capo.

ELLIE: No io… Stavo solo aspettando un messaggio da Liz. Sai, il momento in cui ammetterà a sé stessa di essere ancora innamorata di Hank e finalmente li vedrò felici insieme.

Mackenzie la guarda sedersi sul letto, ma non sorride assieme alla ragazza.

MACKENZIE: E tu sei ancora innamorata di me, Ellie?

Ellie la guarda, il volto improvvisamente arrossito.

ELLIE: Che domande fai? Certo che sono innamorata di te…

MACKENZIE: E sei felice?

Ellie guarda la ragazza, le sopracciglia aggrottate, un magone improvviso in gola.

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ELLIE: Non so cosa tu stia pensando, Mackenzie, ma…

MACKENZIE: Io penso che tu sia strana, ultimamente. Sfuggente. E vorrei sapere il perché. Tutto qui.

mackenzie seria parla

Ellie abbassa la testa, guardando ostinatamente il pavimento. Non sa come dirglielo, non sa come spiegare a Mackenzie quello che è accaduto in quegli ultimi mesi, non sa nemmeno quale sia la decisione migliore da prendere. Alza di colpo la testa quando sente le sue mani strette da quelle della ragazza, che la guarda dolcemente a pochi centimetri da lei.

MACKENZIE: Puoi parlare con me, lo sai.

Ellie fa un profondo respiro, prima di guardarla. Quando alza gli occhi, Mackenzie si accorge che sono pieni di lacrime. Impercettibilmente, allenta la presa sulla mano di Ellie.

ELLIE: Io….

Il cellulare di Ellie, appoggiato sul letto, comincia a squillare. Entrambe si voltano, temendo il peggio, e osservano il nome che compare sullo schermo.

ELLIE: Justin?

MACKENZIE: Perché ti sta chiamando?

ELLIE: Non lo so… Forse ha provato a chiamarti e…

Mackenzie si alza di colpo, mentre Ellie afferra il telefono, rispondendo alla chiamata.

ELLIE: Ehi, Just! Che suc…

Mackenzie fa appena in tempo a guardare il suo display, trovando tre chiamate di Justin, quando vede Ellie alzarsi di colpo, il volto terreo.

ELLIE: Cosa? Non capisco, eri al telefono con lui? Cosa è successo?

Mackenzie si avvicina alla ragazza, che però non sembra vederla, guarda un punto imprecisato di fronte al muro, sempre più sconvolta.

ELLIE: Non ti risponde? Oddio… Oddio.. Ok, Justin, l’avviso subito. Stai calmo ok? Ti faccio sapere qualcosa appena mi risponde… Ciao…

Ellie riattacca, guarda Mackenzie senza sapere come spiegarle quanto appena sentito.

ELLIE: Justin era al telefono con Hank poco fa, mentre lui stava andando da Liz.. Ha detto che… Che…

Ellie fa un profondo respiro, poi lo dice tutto d’un fiato.

ELLIE: Che ha sentito un rumore molto forte, come di… Di uno scontro. Poi più niente.

Mackenzie rimane in silenzio, guarda Ellie cercando di trovare un senso alle sue parole.

MACKENZIE: Quindi… Justin pensa che…

Ellie abbassa lo sguardo, prende a digitare qualcosa sul telefono, senza nemmeno pensare all’eventualità inespressa di Mackenzie.

ELLIE: Chiamo Liz.




casa liz e ethan

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Liz guarda il petto di Ethan sollevarsi ed abbassarsi velocemente, lo sguardo del ragazzo duro e ferito allo stesso tempo.

ETHAN: Avanti Liz. Dillo.

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LIZ: Perché?

ETHAN: Perché è la verità!

Liz lo guarda, ferita a sua volta, il suo tono assume un sarcasmo cattivo.

LIZ: Ti farebbe sentire meglio, Ethan? Ti farebbe sentire la povera vittima usata? Avresti la coscienza a posto se finissi con l’essere solo un’incomprensibile diversivo per rimanere lontana dal mio unico amore?

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ETHAN: Non rivoltare questo su di me, Liz…

LIZ: Tu stai rivoltando questo su di me! Lo fai sempre, Ethan! Le cose vanno male tra noi ed è tutta colpa mia, vero? E’ colpa mia perché sono innamorata di un altro, è colpa mia perché prendo decisioni diverse dalle tue, è colpa mia perché scrivo libri su argomenti che ti feriscono! Beh, noi siamo in due, Ethan! Ed è ora che smetti di incolpare solo me per quello che ci sta succedendo!

Liz rimane ad osservarlo senza più fiato, solo una grande voglia di piangere, la serenità provata solo poche ore prima un lontano e vago ricordo.

ETHAN: Non hai risposto alla mia domanda.

LIZ: Lo credi davvero? Pensi veramente che…

ETHAN: Dimmelo tu, Liz.

Liz sobbalza, così come Ethan, sentendo il telefono di casa rimbombare tra le pareti silenziose della casa. Ethan va verso il telefono, immediato, convinto sia un’emergenza dell’ospedale. Mentre lo fa, Liz appoggia i palmi delle mani sul tavolo, abbassando il viso, stremata.

ETHAN: Pronto? Ellie? Te la passo…

Liz si gira di colpo, vede il ragazzo porgerle la cornetta, perplesso.

ETHAN: E’ Ellie.

La ragazza si avvicina al telefono, ma Ellie sa già che Hank non può essere lì con lei e Ethan.

LIZ: Ellie, non è un buon momento…

ELLIE: Hank non è lì, vero?

Liz sente il cuore balzarle in gola.

LIZ: Perché dovrebbe?

ELLIE: Lui stava… Stava venendo da te. Liz, io…

Liz la sente coprire un singhiozzo con la mano.

LIZ: Cos’è successo, Ellie?

ELLIE: Penso che abbia avuto un incidente.

Nella testa di Liz tutto si fa improvvisamente buio.




Colonna Sonora – New Dawns (3 scene)

ROY MANAGER 5 STAGIONE

Roy Murple si aggira nella stanza dell’hotel, nervoso, mentre Nick sgranocchia un pacchetto di patatine, le gambe accavallate.

NICK: Secondo me dovresti calmarti…

Nick

ROY MURPLE: Calmarmi? Nick, tu non capisci. Siete famosi, ora, e se Logan pensa di…

NICK: Logan pensa solo di trascorrere una serata divertente, dire due stronzate, bere due bicchieri e se gli riesce trovare compagnia per la notte.

ROY MURPLE: Logan pensa che sia questa, la vita dei cantanti.

NICK: Non lo è? Concerti, luci, applausi, poi il silenzio improvviso. Non tutti reggono il divario.

Il manager guarda Nick, serio.

ROY MURPLE: Nemmeno tu, a quanto intuisco. Ma non ti comporti come Logan. Non più.

Nick si sforza di fare un breve sorriso, alla mente ancora il saluto con Beth.

NICK: Ho preso una pausa. Anche i migliori playboy ogni tanto….

ROY MURPLE: Non ho intenzione di continuare a fargli fare quello che vuole.

I due vengono interrotti di colpo da Mackenzie, che entra stravolta nella stanza. I due la guardano, Roy Murple preoccupato.

ROY MURPLE: E’ successo qualcosa a Logan?

Mackenzie scuote la testa, quando parla la sua voce è incrinata.

MACKENZIE: Ad Hank.




Ethan la vede appoggiare la cornetta di colpo, senza dire una parola avventarsi sul cappotto, indossarlo velocemente.

ETHAN: Dove stai andando?

LIZ: Io devo andare.

ETHAN: Dove?

Liz non risponde, scuote freneticamente la testa per scacciare il pensiero di Hank riverso in una macchina, come all’epoca devono aver ritrovato suo padre. Ingoia le lacrime e fa per uscire, ma Ethan la blocca per un polso.

ETHAN: Non abbiamo finito di parlare, Liz!

LIZ: Me ne fotto!

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Scrolla rabbiosamente il braccio dalla stretta di Ethan, mentre lacrime di incredulità cominciano a rigarle le guance.

LIZ: Hank ha avuto un incidente, Ethan! E non posso perdere anche lui!

Il ragazzo rimane inerme, la guarda allontanarsi di corsa verso la strada, la neve che fiocca e ricopre New York.


NEW ORLEANS, OGGI


nuova casa justin

justin 5 serie

Justin esce di casa passandosi istericamente una mano tra i capelli, all’orecchio il telefono, la linea del cellulare di Hank che suona a vuoto. Vede un taxi a poche decine di metri da casa, nemmeno si premura di controllare che sia il suo, che ha appena chiamato. Fa per aprire la portiera davanti, ma quella posteriore si apre prima che lui possa fare alcunché. Jessy scende dal taxi, lo guarda, seria.

JESSY: Sali.

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Justin rimane a guardarla, spiazzato.

JESSY: Ellie mi ha chiamato poco fa. C’è un aereo tra poco e…

JUSTIN: Non ho nemmeno il biglietto…

Jessy scuote la testa, pratica.

JESSY: Andiamo in aeroporto ora.

Justin aggrotta le sopracciglia, un momento di lucidità in quella mattina appena accennata e già incomprensibile.

JUSTIN: Vieni anche tu?

Jessy annuisce decisa, uno sguardo che Justin non le vede da tanto, forse non le ha mai visto.

JESSY: Certo che vengo anche io. Non posso lasciare da sola Liz. E nemmeno te.


NEW YORK, OGGI


Ellie vede la ragazza scendere dal taxi, quasi perdere l’equilibrio nella fretta di raggiungere la porta dell’ospedale.

ELLIE: C’è Liz.

Mackenzie, Nick e Murple si girano verso le porte scorrevoli, mentre la donna alla reception si schiarisce la voce.

RECEPTIONIST: Maschio di ventisette anni, biondo, alto un metro e ottantacinque… Guidava una BMW nera…

MURPLE: Sì, è lui. E’ qui?

La receptionist annuisce.

RECEPTIONIST: Voi siete?

Liz arriva accanto a loro, sorretta fisicamente da Ellie, che la tiene stretta, un braccio intorno alla vita.

LIZ: Frank Berkley è il batterista dei Carpe Diem. Loro sono la sua band, e questo è il suo manager.

La receptionist la guarda, annuisce davanti a quel tono calmo che hanno l’unico scopo di tentare di calmare i nervi.

RECEPTIONIST: Chiamo subito il dottor Smith.

Nick si gira verso Liz, preoccupato.

NICK: Come stai?

Liz scuote la testa, frenetica.

LIZ: Ti prego, non chiedermi niente.

Nick annuisce, mentre Mackenzie si sporge verso di loro, rassicurante.

MACKENZIE: Dobbiamo mantenere la calma. Se è qui… Se è qui non è….

LIZ: Non è morto. Lo so.

Mackenzie fa per aggiungere qualcosa, ma l’arrivo del dottore li interrompe.

DOTTOR SMITH: Posso… Posso parlare con un parente?

Dott. Smith
Dott. Smith

Nick si avvicina al dottore, insieme a Roy Murple.

NICK: Io e Hank viviamo insieme da cinque anni, ormai. La sua famiglia è stata avvisata, ma fino ad allora può parlare con noi.

Il dottor Smith rivolge loro un cenno di scuse.

DOTTOR SMITH: Mi dispiace, ma il protocollo….

LIZ: Mi dica solo se sta bene.

Il dottore guarda attraverso il gruppo, che quasi si apre per mostrare Liz, sorretta da Ellie, rimasta indietro.

DOTTOR SMITH: Come ho detto…

LIZ: La prego.

Il dottor Smith la guarda ancora un attimo, prima di scuotere la testa.

DOTTOR SMITH: Mi dispiace, signorina. Non ho buone notizie.


NEW ORLEANS, DODICI ANNI PRIMA


Colonna Sonora- Sad Song (2 scene)

 

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Liz era entrata nell’aula silenziosa, facendo girare tutti. Si era maledetta per non aver sentito la sveglia, proprio il primo giorno di liceo.

LIZ: Buongiorno… Scusate il ritardo.

Il professore l’aveva osservata, alzando un sopracciglio.

PROFESSORE: Marshall, giusto? Mi avevano detto che avevamo una celebrità. Immagino mi dovessi aspettare questa entrata in scena.

Liz lo aveva guardato, il mento alzato, cercando di non farsi ferire da quelle parole, da tutte quelle frasi pronunciate da chi credeva di conoscerla solo a causa di suo padre.

LIZ: Non succederà più, professore.

PROFESSORE: Oh, me lo auguro. Non mi sono mai piaciuti i VIP, signorina. Si accomodi pure dove trova posto.

Il professore si era voltato nuovamente verso la cattedra, mentre Liz si girava verso la classe, intercettando subito lo sguardo di Jessy, che, seduta in prima fila, aveva alzato le spalle in segno di scusa.

Liz le aveva fatto capire che non doveva preoccuparsi e rassegnata si era diretta verso i banchi in fondo. Aveva superato quello che ancora non sapeva essere Justin, e si era infilata nell’ultimo banco, davanti ad un ragazzo già troppo alto per la sua età, che le impediva di vedere bene alla lavagna. Era sprofondata sulla sedia, sbuffando.

Poteva andarti peggio.”

Si era girata, aveva visto una ragazza indicare con la testa il ragazzo di fronte a lei.

ELLIE: E’ carino.

LIZ: Lo spero bene, visto che vedrò solo lui per tutto l’anno.

Ellie aveva sorriso, alzato un pollice in aria.

ELLIE: Buona questa. Piacere, io sono Ellie.

LIZ: Elizabeth, ma mi chiamano tutti Liz.

ELLIE: Decisamente più pratico.

Liz le aveva sorriso di rimando.

ELLIE: E per la cronaca… Non so chi sia tuo padre.

Liz aveva sorriso ancora di più.

PROFESSORE: Un po’ di silenzio laggiù!

Il professore si era sporto, nemmeno lui riusciva a vedere bene Liz. Alla fine della lezione, il ragazzo davanti a lei si era girato.

“Suppongo mi dovrai ringraziare”.

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Liz aveva guardato quegli occhi azzurri, aveva alzato un sopracciglio.

LIZ: E di cosa, esattamente? Non vedo nulla.

HANK: Già, ma lui non vede te. Comunque piacere, io sono Hank.

Liz aveva annuito, per niente impressionata.

LIZ: Liz.

“E io sono Justin!”

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Liz si era girata verso un altro ragazzo, in piedi. Aveva sorriso.

LIZ: Sempre Liz.

HANK: Comunque, “sempre Liz”,mi devi un favore.

Liz aveva sgranato gli occhi.

LIZ: Come, prego?

HANK: Io ti salvo dal professore Huber, e tu in cambio…

LIZ: Io in cambio cosa?

HANK: Mi fai avere un autografo di tuo padre.

ELLIE: Qualcuno mi spiega chi è, prima che cerchi su Google?

JUSTIN: E’ il frontman dei Birdman! Un famosissimo gruppo musicale…

Justin era intervenuto, quasi offeso.

ELLIE: L’unico gruppo che conosco sono le Spice Girl.

Justin aveva fatto per ribattere, ma Hank lo aveva interrotto.

HANK: Fanno progressive rock. Comprensibile che tu non li conosca.

LIZ: E allora perché li conosci tu?

Hank aveva fatto uno dei sui primi soliti sorrisi, e Liz vi aveva letto già allora qualcosa di diverso, qualcosa di inconsueto per un ragazzo di quindici anni.

HANK: Perché quando mi alleno a suonare spesso faccio dei loro pezzi.

Justin si era schiarito la voce, e Hank aveva alzato gli occhi al cielo.

HANK: “Facciamo”, sì.

LIZ: Suonate? Cosa?

JUSTIN: Io il basso, lui la batteria.

Hank aveva mostrato l’avambraccio, ironico.

HANK: Non si vede?

LIZ: No.

Hank aveva riso, per niente offeso.

HANK: Ne riparliamo tra qualche anno…

LIZ: E sei bravo?

HANK: Per saperlo dovresti sentirci suonare..

LIZ: Giusto. Quando provate?

HANK: Domani pomeriggio, in London Street. Vieni?

Liz aveva annuito, e i due si erano sorrisi.


NEW YORK, OGGI


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Beth arriva davanti all’ospedale, supera velocemente un capannello di curiosi. Mentre entra nella hall, vede Nick andarle incontro.

NICK: Ehi.

BETH: Ehi. Ci sono già… Non so come, ma a quanto pare la notizia…

Nick annuisce, mesto.

NICK: Già. Non ci aspettavamo niente di meno.

BETH: Liz è già arrivata?

NICK: Sì, è su al secondo piano. Abbiamo allertato la sicurezza, è una clinica privata e…

BETH: Non servirà a molto, lo sai.

NICK: Sì, ma in questo momento non me ne frega niente.

Beth lo guarda, preoccupata, istintivamente gli tocca un braccio.

BETH: Come sta?

Nick rivolge lo sguardo verso di lei, e Beth capisce che sta per cedere. Per fargli forza torna al suo braccio, raggiunge la sua mano e gliela stringe.

NICK: Sono appena arrivati i suoi. Ora… Stiamo aspettando il dottore.

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Beth annuisce, fa per salire ma sente la mano di Nick arpionarla lì, all’imbocco delle scale. Si gira e ne scopre gli occhi lucidi, lo sguardo implorante, da bambino.

NICK: Grazie per essere venuta.

Prima che se ne accorga, il ragazzo la sta stringendo forte, mentre le sue lacrime le bagnano la spalla. Beth ricambia l’abbraccio e rimangono lì, alla base delle scale, a stringersi.




Cecilia e Matthew non distolgono lo sguardo dal dottor Smith, fino a che l’uomo non raggiunge quel gruppo raffazzonato.

DOTTOR SMITH: Signori Berkley?

Il padre di Hank si alza in piedi, trascinando con lui la moglie, che si limita a guardare il dottore, in trance.

MATTHEW: Sì, siamo noi.

DOTTOR SMITH: Forse vorrete un po’ di privacy….

Liz si alza in piedi, pronta ad implorare, ma Matthew la precede.

MATT: Sono come una famiglia per Hank.

Il dottor Smith li guarda ancora un attimo tutti, abbracciandoli con lo sguardo.

DOTTOR SMITH: Hank è andato fuori strada. Guidava a velocità sostenuta, diciamo che la neve ha fatto il resto. Nell’impatto ha riportato diverse fratture craniche e alla colonna vertebrale.

CECILIA: Ma lui… Starà bene?

Il dottor Smith guarda la donna, serio.

DOTTOR SMITH: Dovremmo operarlo, ma riteniamo… Riteniamo che alcune di queste fratture possano avere intaccato il midollo.

Nick e Beth, arrivati in quel momento, fanno appena in tempo a sentire le parole del dottor Smith.

MACKENZIE: Quindi si riprenderà?

DOTTOR SMITH: E’ presto per dirlo, noi…Cercheremo di fare il possibile.

Cecilia annuisce, leggermente rincuorata. Il padre invece si schiarisce la voce, tenta di ritrovare la salivazione. E’ un neurochirurgo, sa anche lui cosa il dottor Smith ha accennato.

MATTHEW: Ha detto che possono esserci fratture al midollo.

Il dottor Smith guarda l’uomo, infine annuisce.

DOTTOR SMITH: E’ quello che ho detto.

MATTHEW: A che altezza?

DOTTOR SMITH: Lombo sacrale.

Matthew annuisce, mentre le conseguenze di quell’informazione lo travolgono come un fiume in piena.

DOTTOR SMITH: Stiamo per rientrare in sala operatoria, noi… Vi terremo informati.

Il dottor Smith si allontana velocemente lungo il corridoio, mentre Cecilia si rivolge al marito, ansiosa.

CECILIA: Cosa voleva dire?

MATTHEW: Voleva dire… Voleva dire che Hank potrebbe non camminare più.


NEW ORLEANS, VENT’ANNI PRIMA


Colonna Sonora – Dad’s Song (3 scene)

casa hank esterno

mamma hank

Cecilia era sobbalzata per l’ennesima volta, quasi scottandosi con l’olio nella padella. Si era girata verso il marito, che stava leggendo il giornale, seduto in poltrona.

CECILIA: Era proprio necessario?

Matthew aveva alzato lo sguardo, perplesso.

MATTHEW: Non capisco a cosa tu ti stia riferendo.

papà hank

CECILIA: Oh, invece lo capisci molto bene. Nostro figlio…

L’ennesimo suono sordo l’aveva interrotta, facendola sobbalzare. Matthew l’aveva guardata ironico.

MATTHEW: Preferivi che continuasse ad usare le tue pentole in acciaio inox, tenute con cura e ancora perfettamente nuove da quando le avevi comprate quella primavera del ’78….

CECILIA: Dico solo che il pianoforte mi sembrava uno strumento più appropriato.

Matthew aveva chiuso il giornale, si era alzato lentamente dalla poltrona.

MATTHEW: Lo ha suonato per due anni. E’ bravo, impara in fretta, ma non è quello che vuole.

CECILIA: E’ assolutamente fastidiosa…

MATTHEW: Lasciagliela provare. Magari tra tre mesi si stancherà e passerà ad altro. E’ solo un bambino.

Cecilia aveva guardato il marito, alzando un sopracciglio.

CECILIA: E lo credi davvero. Credi che tra tre mesi Hank metterà da parte la batteria elettrica che gli hai regalato e comincerà a suonare il trombone.

Matthew l’aveva guardata, sorridendo.

MATTHEW: Se questo ti renderà più sopportabile la cosa…

CECILIA: Pensi che sia una passione momentanea?

Matthew l’aveva guardata, serio.

MATTHEW: No.

CECILIA: Già. Nemmeno io. Ed è questo il punto.

Un altro colpo proveniente dal piano di sopra l’aveva interrotta.

CECILIA: Che dovrò sopportare tutto questo casino chissà per quanti anni!

Aveva urlato poi, per farsi sentire dal figlio. Ma gli occhi le ridevano.


NEW YORK, OGGI


Justin entra nell’ospedale seguito da Jessy, che fatica a stargli dietro. Si avventa sulla receptionist, fuori di sé.

JUSTIN: Frank Berkley! Dov’è?

RECEPTIONIST: Lei chi è?

Justin si sporge, urlando.

JUSTIN: Chi sono? Sono il suo migliore amico! Sono quello che gli ha parato il culo una marea di volte, sono quello che ha condiviso tutto con lui, quindi o mi dice come sta oppure…

ELLIE: Jessy.

Jessy e Justin si girano verso Ellie, che li guarda ai piedi delle scale che conducono al piano superiore. Justin le corre incontro, ignorando gli urli della receptionist.

JUSTIN: Come sta?

Ellie prova a trovare le parole giuste, alla fine ci rinuncia, scuote la testa, si limita ad indicare il piano di sopra.

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ELLIE: Lui è su e…

Justin non le lascia il tempo di finire, sale le scale due a due, mentre Jessy lo guarda, fermandosi accanto ad Ellie.

ELLIE: Lo hanno portato in sala operatoria. Ha… Ha delle fratture alla colonna vertebrale.

Jessy piega leggermente la testa verso la ragazza, annuendo. Entrambe rimangono in silenzio, girate verso le scale da cui è sparito Justin.

Il ragazzo non impiega molto a trovare il corridoio giusto. I suoi passi risuonano sul piano, fanno girare Cecilia, Nick, Mackenzie. La ragazza si alza di scatto, lo vede progressivamente rallentare il passo, lo sguardo che indaga sul volto di lei, che lo sa, non potrebbe mai mentirgli. E infatti Mackenzie non lo fa.

MACKENZIE: E’ in sala operatoria.

JUSTIN: Quanto ci vorrà?

Mackenzie scuote la testa, tristemente.

MACKENZIE: Non lo so.

Justin annuisce, si morde le labbra cercando di trattenere le lacrime. Alla fine si lascia andare ad un singhiozzo disperato.

 




Liz guarda Beth accenderle la sigaretta che ha tra le mani, senza nemmeno sapere come fumarla. Beth si avvicina all’amica, le passa un braccio intorno alle spalle.

BETH: Non possiamo fare molto, ora, lo sai…

LIZ: Potrebbe non camminare più.

Beth annuisce, comprendendo lo stato di Liz.

BETH: L’importante è che si svegli, no?

LIZ: Non lo so, Beth.

La ragazza la guarda, turbata.

LIZ: Insomma, l’ho pensato per anni anche di papà. Che sarebbe bastato che si svegliasse, non mi importava come. Ma a loro… A loro importerebbe. Se Hank non potesse più muovere le gambe…

BETH: Non potrebbe più suonare.

Liz guarda l’amica, che le ha terminato la frase.

LIZ: E ti assicuro, non cambierebbe niente, perché lui è semplicemente Hank per me. Ma per lui…. Per lui la musica è tutto.

BETH: Ma ci sei tu.

LIZ: Io ho la mia vita. Che fa schifo, ma è distinta dalla sua. E Nick, Mackenzie, Logan.. Sono parte di una band in cui lui non potrebbe suonare più.

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BETH: Non lo lascerebbero mai solo, Liz…

LIZ: Ed è tutta colpa mia, Beth.

Liz comincia a piangere, lascia cadere la sigaretta consumata unicamente dal vento.

LIZ: E’ la seconda volta che capita, è la seconda volta che due degli uomini più importanti della mia vita muoiono per me.

BETH: Non è colpa tua…

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LIZ: E se mio padre non avesse voluto chiamarmi, se Hank ieri sera fosse tornato in albergo… Loro sarebbero ancora qui, a vivere la vita che hanno sempre voluto. E io non li starei perdendo.

BETH: Non perderai Hank, Liz.

LIZ: E come lo sai? Ho perso così tanto in questi anni, Beth…

Beth le si para di fronte, le afferra le spalle.

BETH: Lui non lo perderai. Non permetteremo che accada, ok?

Liz alza lo sguardo in lacrime verso l’amica.

LIZ: Penso che… Penso che non riuscirei ad affrontare anche questo, lo sai? Penso che… Che potrei dire veramente basta, se perdessi anche lui…

BETH: Non devi dire queste cose…

LIZ: Ma cosa mi resta, Beth? Ho perso mio padre… Ho perso il mio bambino… Ho perso Ethan e ora…

Liz si blocca di colpo, e la stessa cosa fa Beth, seguendo il suo sguardo. Ethan le sta raggiungendo, lentamente. Liz rimane a guardarlo, senza sapere cosa dire, le guance rigate di pianto e disperazione. E nemmeno Ethan fa niente, se non avvicinarsi a lei e scusarsi con gli occhi, ed in quel momento basta.

ETHAN: Come sta?

BETH: Ha delle lesioni midollari. Lo stanno operando, ma potrebbe…

ETHAN: Mi dispiace.

Liz annuisce nella sua direzione, piega la testa, si guarda le scarpe. Quando rialza lo sguardo, il volto è una maschera di dolore.

LIZ: Però sei venuto.

ETHAN: Sì.

Si avvicina a lei, la stringe forte, e per un attimo Liz spera di non aver perso anche lui.




Nick guarda Murple attraversare il corridoio a passi lunghi, senza vederlo sul serio. Beth, accanto a lui, gli stringe la mano.

BETH: Notizie da Logan?

Roy sobbalza, guarda la ragazza, un misto tra l’arrabbiato e il rassegnato.

ROY MURPLE: No, ma non è quello che mi preoccupa.

Murple si lascia ad andare ad una mezza risata, stonata in quel contesto, e infatti se ne pente subito, si affretta a spiegarla.

ROY MURPLE: E’ assurdo, insomma, ho sempre pensato che sarebbe stato Logan a finire in prima pagina. E lo avrei preferito, piuttosto che farci finire Hank… Per questo.

La voce del manager viene rotta dall’emozione.

NICK: Ho già visto i primi giornalisti qui sotto. Ancora qualche ora e, non si sa come, la notizia si diffonderà.

BETH: Basta poco perché accada. Un’infermiera, un parente di qualcuno qui che vi ha riconosciuto, un ragazzino nel pronto soccorso…

NICK: Il bello di essere famosi, no? Non ti lasciano stare nemmeno davanti alla morte.

“Cosa?”

I tre si girano di colpo, vedono raggiungerli un Logan frastornato.

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LOGAN: Sono arrivato appena ho letto i vostri messaggi.. Hank sta bene, vero?

Roy Murple si avvicina al ragazzo, che li guarda tutti ansimando.

ROY MURPLE: No, Logan. Hank non sta bene. Ma tu eri in giro a farti gli affari tuoi, e chissà cosa hai combinato. Puoi intuire che abbiamo pensieri più importanti adesso, che stare dietro ad un bambino che non vuole crescere.

Logan rimane a bocca aperta, cerca le parole per ribattere, ma il manager gli volta le spalle. Guarda Nick, quasi implorandolo di spiegargli cosa sta succedendo.

NICK: Hank ha… Ha avuto un incidente.

LOGAN: Non era con voi?

NICK: No, lui… Stava andando da Liz.




Colonna Sonora- Walking Far From Home (2 scene)

Liz rimane in silenzio, lo sguardo perso tra le piastrelle dell’ospedale, accanto a lei Ethan, altrettanto pensieroso.

LIZ: Sì.

Ethan si volta di colpo, la guarda senza capire. La ragazza si gira verso di lui, annuisce di nuovo.

LIZ: Sì, Ethan.

Ethan la guarda, finalmente capisce che quella è la risposta alla domanda di qualche ora prima, e si sente quasi sollevato da quel riconoscimento, libero da ogni eventuale tentativo di ricostruire la loro storia.

LIZ: Ma questo lo hai sempre saputo.

ETHAN: Credevo di poterlo sostituire.

LIZ: Allora hai sbagliato. Non ti ho mai detto che potevi farlo. Non ti ho mai detto che potevo dimenticarmi di lui. Ho provato a farti credere che fosse così, ma non è vero. Non voglio farlo più. Non voglio più metterlo in un angolo, e se si risveglierà, non lo farò. Non chiedermelo.

liz-tumbrl

Ethan la guarda, tenta di scacciare il magone in gola.

ETHAN: Mi dispiace di averlo fatto.

LIZ: Davvero?

ETHAN: Non sei l’unica ad aver investito in questa storia, Liz.

LIZ: E allora aiutami a non farla precipitare.

Liz alza gli occhi di colpo, lo guarda indagando gli occhi azzurri di lui. Ethan si schiarisce la gola.

ETHAN: Non dobbiamo parlarne adesso.

Liz annuisce, riabbassa lo sguardo, di colpo viene scossa da una serie di singhiozzi improvvisi, Ethan vede le sue spalle alzarsi e abbassarsi, e sente il suo cuore venire trafitto ancora una volta. Le si avvicina, cingendole le spalle con un braccio, e le lascia sfogare tutto il dolore in quel corridoio.




Ellie si ferma di colpo, la vede stringersi nel cappotto, sulla balconata dell’ospedale, guardare un punto imprecisato dell’orizzonte newyorkese, in testa chissà quali pensieri. Le si affianca, e Jessy si gira di colpo, fa un sorriso triste.

JESSY: Ancora poco e lo sapranno tutti.

ELLIE: Sono in grado di affrontare la stampa.

JESSY: Quando lo leggi sul giornale però diventa vero.

Ellie rimane in silenzio, guarda a sua volta i grattacieli e i palazzi brulicanti di persone.

JESSY: Ho paura.

ELLIE: Per Hank?

JESSY: Per tutti noi.

Ellie si volta a guardarla, seria.

ELLIE: Sì, anche io.

JESSY: Tu starai vicino a tutti nella maniera migliore.

Ellie la guarda senza capire.

JESSY: Ma Justin… Justin sarà devastato. Era il suo migliore amico, Ellie…

ELLIE: “è”, Jessy. È il suo migliore amico.

JESSY: Già, è il suo migliore amico. Mentre io ero la sua ragazza, e ora non so cosa sono.

Ellie la guarda, sbalordita dalla notizia. Fa per risponderle, cercando parole di conforto, ma Jessy la interrompe.

JESSY: Il punto è che non importa cosa sia per Justin ora, davvero. Quello che so è che devo stargli vicino, perché se lo merita. Perché a prescindere da come finirà tra noi lui è… E’ l’amore della mia vita, Ellie. E merita di avere accanto qualcuno che ci sia per lui, come lui c’è stato per me.

Jessy abbassa la testa, Ellie vede delle lacrime scorrerle sulle guance.

JESSY: Ma ho paura di non saperlo fare. Anche se so che devo, devo farlo. Voglio farlo, voglio esserci per chi c’è stato per me. Voglio essere diversa, devo farlo per me, per loro. Per Hank.

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Ellie la guarda, piangendo a sua volta pensa a Mackenzie, pensa a quello che stava per dirle e pensa che non lo merita. Non ora, non adesso.

ELLIE: Lo faremo entrambe, Jessy. Sono sicura che ce la faremo.

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Poi Ellie le stringe la mano, forte, ed entrambe tornano a guardare New York, le strade brulicanti di macchine, piene di vita.




ETHAN: Sei sicura che….

Liz annuisce, gli occhi gonfi.

LIZ: Devi andare.

ETHAN: Posso avvisare il dottor Norton che…

LIZ: No, Ethan. Potrebbe… Potrebbe esserci bisogno di te. Qui non…

BETH: Ci siamo noi.

Ethan guarda la ragazza, sopraggiunta dietro di loro, le braccia incrociate, il volto deciso.

BETH: Ti chiameremo non appena sapremo qualcosa.

LIZ: Sì. Certo.

ETHAN: Ok.

Ethan le si avvicina, le dà un veloce bacio sulla fronte.

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ETHAN: Cerca di stare calma. Finché non esce dalla sala operatoria non potete fare molto.

Liz annuisce, stringendosi nelle spalle.

LIZ: Lo so.

Ethan sorride brevemente a Beth, poi si allontana lungo le scale. Le due rimangono a guardarlo, poi Beth le si avvicina, toccandole una spalla.

BETH: E’ venuto. È qualcosa, no?

Liz annuisce, fa una sorta di sorriso.

LIZ: Sì, è qualcosa.




MACKENZIE: Stai meglio?

Justin guarda la ragazza, accanto a lui, vicino al distributore automatico.

JUSTIN: Starò meglio quando Hank si sveglierà. E la prima cosa che gli dirò sarà che non deve parlare al telefono quando guida, cazzo!

Mackenzie fa un leggero sorriso, che Justin imita solo per un attimo, prima di tornare serio.

JUSTIN: Stava parlando con me, Mack.

Mackenzie lo guarda aggrottando le sopracciglia.

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MACKENZIE: Questo non vuol dire che sia…

JUSTIN: Sì, invece. E’ colpa mia.

“Non è vero.”

Justin si gira di colpo, vede la ragazza guardarlo, gli occhi pieni di lacrime, seguita da Beth.

JUSTIN: Liz.

Liz abbozza un debole sorriso, prova a trattenere le lacrime, come può.

LIZ: E’ proprio una situazione di merda, vero?

Justin fa una risata isterica, la voce rauca.

JUSTIN: Già.

Si guardano un attimo, vedono nell’altro lo stesso dolore, lo stesso spaesamento davanti a quella possibile perdita. Justin le si avvicina, l’abbraccia. Beth e Mackenzie si guardano brevemente, si allontanano entrambe, lasciandoli da soli.

Justin e Liz si siedono sulle sedie di plastica poco distanti dal distributore. Liz tira su con il naso un paio di volte, prima di parlare con l’unica persona che, lo sa, capirà.

LIZ: Potrebbe non…

JUSTIN: Sì, lo so.

Liz rimane in silenzio, lo guarda ed entrambi parlano senza pronunciare parola.

LIZ: Non so cosa preferirebbe.

JUSTIN: Sì che lo sai.

LIZ: Ma so cosa preferirei io.

Justin annuisce un attimo, poi punta lo sguardo nella tazza di caffè fumante che ha tra le mani.

JUSTIN: Hank senza la musica. Non credo che sarebbe più Hank.

LIZ: Però sarebbe vivo.

Justin aspetta un attimo prima di rispondere, mentre il magone in gola comincia a fare uscire le prime lacrime.

JUSTIN: Non so se lo sarebbe.

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NEW ORLEANS, QUATTRO ANNI FA


saletta prove

*EXCLUSIVE* Newlyweds Stephen Amell and Cassandra Jean head to New York [NO Canada]

Hank aveva salutato Nick, aspettato che si allontanasse con Mackenzie prima di chiudersi la porta della saletta alle spalle. Poi si era voltato verso Justin, intento a scollegare i cavi del basso dalle casse.

HANK: Allora.

Justin aveva alzato la testa, sorridendo.

JUSTIN: Allora.

HANK: Andiamo. Parla.

Justin aveva scosso il capo, divertito.

JUSTIN: Non ho niente da dire.

HANK: Tu hai sempre qualcosa da dire.

JUSTIN: E’ indubbiamente meglio di Alex.

Hank aveva fatto una smorfia.

HANK: Questo mi rincuora molto.

Justin era tornato a sistemare il basso, ed Hank si era ritrovato costretto a salire sul palco per avere la sua attenzione.

HANK: Qual è il problema? E’ un po’ acerbo, ma ha sempre suonato da solo o ai karaoke e…

JUSTIN: Non è la voce. La voce va benissimo.

HANK: E allora cosa?

Justin si era stretto nelle spalle.

JUSTIN: Mi chiedo quanto sia disposto a combattere.

HANK: Lo conosco da cinque mesi. Ne so quanto te.

Justin aveva annuito, si era seduto al bordo del palco, accanto ad Hank.

JUSTIN: E’ fidanzato?

HANK: Andiamo. Anche tu lo sei. Convivi!

JUSTIN: Sai benissimo che Clara non comprometterebbe mai il mio percorso musicale…

HANK: Già. E so anche perché.

Justin lo aveva guardato con disappunto.

JUSTIN: E perché? Perché non è Jessy? Neanche Leslie Randall era Liz, e guarda che casino è venuto fuori.

Hank si era irrigidito a quel nome, al ricordo della ragazza che lo guardava dalla finestra dopo la morte del padre, senza emozioni, completamente priva di qualsiasi luce.

HANK: Bello grosso. Eppure sono qui. E ci sei anche tu.

Justin si era voltato verso di lui, alzando le spalle.

JUSTIN: Quindi direi che questo mi rende a pieno titolo un persona di cui non dubitare.

HANK: E io?

JUSTIN: Tu cosa?

HANK: Perché di me non dubiti?

Justin aveva fatto un sorriso storto.

JUSTIN: Dovrei?

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HANK: Seriamente, Just.

Justin lo aveva guardato un’altra volta, serio.

JUSTIN: Perché ti conosco da vent’anni, e ti ho visto innamorato. Ti ho visto perdere quell’amore. Eppure non hai mai smesso di suonare, e cosa può esserci di più terribile che perdere la persona che ami?

HANK: Perdere te stesso.

Hank fa un profondo respiro.

HANK: Che è quello che è successo a me a Miami. Non suonavo più per la musica, ma per altro. Per quello che la vita da musicista mi offriva.

JUSTIN: Il che mi sembra un dettaglio non trascurabile.

HANK: Il punto è che la musica mi offre di più, Just. Mi offre conforto, amore, vicinanza, comprensione. Mi offre una via di fuga e un modo per comunicare. E lo so che tu lo hai capito prima di me, e mi dispiace averci messo tanto. Ma non ho mai finto di essere sveglio.

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Justin era scoppiato a ridere, colpito però dalle parole dell’amico.

JUSTIN: L’importante è che tu lo abbia capito.

Hank aveva annuito, convinto.

HANK: Non posso riconoscermi se non suono.

JUSTIN: Ora lo so.


NEW YORK, OGGI


JESSY: Eccovi.

Liz e Justin alzano di colpo lo sguardo, ognuno perso nei propri pensieri. Davanti a loro Jessy, che tenta di infondergli un po’ di fiducia, la stessa che si costringe a provare.

LIZ: Jessy…

L’amica le sorride, si siede accanto a lei, le prende una mano.

JUSTIN: Novità?

Jessy scuote la testa, seria.

JESSY: E’ ancora in sala operatoria. Non sappiamo quanto ci vorrà, ma…

Justin guarda l’orologio, preoccupato.

JUSTIN: E’ dentro da molto…

JESSY: Vuoi tornare su?

Justin annuisce, si alza. Jessy invece si gira verso Liz.

JESSY: E tu cosa vuoi fare?

LIZ: Io voglio…

JUSTIN: Non c’è bisogno che saliamo entrambi.  Torno da voi appena so qualcosa.

Liz alza gli occhi su di lui, annuisce mestamente.

LIZ: Grazie.

JESSY: Ti aspettiamo qui.

LIZ: No noi… Ti aspettiamo fuori.




Colonna Sonora – Terrible Things (fino alla fine)

LIZ: Grazie.

Jessy guarda l’amica sorpresa, mentre percorrono lentamente le scale al piano inferiore.

JESSY: Di cosa?

LIZ: Di essere venuta. So che stai affrontando un periodo…

JESSY: Questo era più importante.

jessy parla

Liz si gira verso di lei, fa un cenno che vuole essere di gratitudine, e ancora una volta Jessy si dice che non vuole più vedere quegli sguardi, o sentire quelle parole. Che non vuole più che le sue amiche ritengano che non sia scontato averla lì, accanto a loro, nel momento del bisogno. Fa per aggiungere qualcosa ma la folla davanti alle porte scorrevoli la interrompe.

JESSY: Tutta quella folla è per…

LIZ: Penso di sì. Mi sembrano giornalisti.

Le due ragazze vedono persone accalcarsi sulla porta, tentare di forzare la sicurezza. Poi, di colpo, aprirsi in due, distogliere l’attenzione, puntare su altro. Vedono altri uomini della sicurezza farsi spazio, e poi un ragazzo varcare le porte, sottraendosi ai flash. Esplora con lo sguardo la sala, cercando qualcuno a cui chiedere informazioni, e invece vede lei.

PHIL: Marshall.




“<<Il punto è, Sammy>>, aveva detto Tony, guardandola tristemente, <<è che niente di quello che ci importa veramente nella vita è facile. Il futuro non è facile, non lo sono gli obiettivi, e nemmeno le relazioni. Per le relazioni ci vuole impegno, tanto. Chi dice che non è così mente, oppure è stato molto fortunato. Bisogna metterci cuore, pazienza, tempo, e a volte non basta. A volte si rinuncia, a volte si tenta e poi si fallisce>>”.

peter2

Peter apre la porta al primo suono del campanello, perfettamente vestito. Si trova davanti il fratello, bagnato dalla pioggia, sul viso un abbattimento mai visto prima.

PETER: Come sta? Ho provato a chiamarla…

Si blocca di colpo, guarda appena dietro al ragazzo, ora confuso. Torna a focalizzare la faccia di Ethan.

PETER: E questo cosa significa?




“<<Però penso che l’importante sia provarci. Perché non sai mai cosa ti riserva la vita, e per quanto scontato, è un concetto vero. E sapere di aver provato fino alla fine, mi assicura di non avere rimpianti, a prescindere da quello che accadrà. E’ una cosa che mi dà molto conforto.>>”

phil ascolta serio

Phil rimane a guardare la ragazza, sconvolto, al caffè al primo piano. Jessy è in fila, sta ordinando per tutti, lasciando ai due il tempo di parlare.

PHIL: Sono arrivato appena ho saputo.

LIZ: Grazie.

Phil annuisce, vorrebbe dire di più ma sa che alle orecchie della ragazza tutto sembrerebbe scontato, che la sua presenza è l’unica cosa che poteva darle.

PHIL: Sono sicuro che andrà tutto bene, Liz. Deve andare tutto bene.

Liz si limita ad annuire, poi il cellulare del ragazzo li interrompe. Phil alza gli occhi, silenzia la chiamata.

PHIL: E’ Emily. Non era d’accordo che venissi qui senza di lei e…

LIZ: Ha ragione. La stampa ti avrà fatto una marea di foto e…

PHIL: Me ne fotto.

Liz sorride, suo malgrado.

LIZ: Ecco il vecchio Phil.

Phil fa un sorriso mesto.

PHIL: Lascia che il “nuovo Phil” ti dica una cosa, allora.

Liz lo guarda, attenta, mentre sul volto del ragazzo si dipinge un’espressione accorata.

PHIL: Succedono cose terribili ogni giorno, e questo lo sai meglio di me. Quando si risveglierà, perché si risveglierà… Ascolta quello che ha da dire. Fino in fondo. E poi fai la tua scelta.

phil serio sguardo

Liz scuote la testa, confusa.

LIZ: Perché credi che abbia qualcosa da dirmi…

PHIL: E tu perché credi che stesse venendo da te a quell’ora di notte?

Liz rimane in silenzio, lo guarda, rifiutandosi di credere a quell’eventualità ma costretta ad ammettere che il discorso del ragazzo abbia la sua logica.

liz sguardo triste

LIZ: Io ho Ethan.

PHIL: E dov’è?

Liz fa per rispondere, Jessy li interrompe, sorreggendo i due caffè.

JESSY: Ecco qui…

La ragazza si interrompe di colpo, guarda di fronte a sé, e i due fanno lo stesso, meccanicamente.  Al di là del vetro del bar c’è Justin, il respiro rantoloso e lo sguardo vacuo, che li guarda. E Liz non ha più bisogno di parole, si alza di scatto, mentre le tazze termiche cadono dalle mani di Jessy, toccando il pavimento e spargendo il loro contenuto sulle piastrelle bianche.

 

Comments

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8 Risposte a “5×08 – TERRIBLE THINGS”

  1. Si non volevo sminuire l’amore di Liz per Ethan. Capisco quello che intendi riguardo al ruolo di Hank e immagino sia difficile da rendere in un telefilm. Non sono uno psicologo, ma credo che ci siano dei rapporti che diventano unici nella vita (non solo amorosi, ma in generale tutti quelli di natura affettiva), a causa di determinate situazioni e/o determinati svolgimenti. Per Liz, Hank è il suo primo amore e proprio per questo nulla potrà cancellare questo, neppure un’eventuale morte del ragazzo, quel sentimento costruito negli anni rimarrà sempre nel suo cuore. Lo stesso ragionamento potrebbe essere applicato all’amicizia con Ellie e Jessy, secondo me. Con Ethan potevano costruire una nuova “avventura” peccato che troppe incomprensioni e idee diverse, non l’hanno permesso. Io l’ho letto così.

  2. Contenta che ti sia piaciuta!
    Riguardo la tua supposizione finale, ci tengo però a dire che come Ethan ha amato Liz e le ha voluto bene. vale lo stesso per lei. Ha scelto Ethan quando poteva scegliere Hank, e lo ha fatto perchè lo amava. Stava per avere un figlio con lui. Capisco che leggendo CrossRoads si sia portati a pensare che poichè Hank è il primo, debba essere per forza l’unico. Ma la vita credo sia più complessa di così. Spero di riuscire a farlo capire nei prossimi episodi.
    Grazie per il commento 🙂

  3. Vado subito al dunque:
    – mi è piaciuto quando Liz fa notare ad Ethan, durante la litigata, che sono in due. Credo sia molto vero, che i problemi di coppia si creano e si risolvono in due e mai da soli, non sono un esperto, ma mi sembra logico.
    – ho apprezzato molto il mega flashback del primo giorno di liceo. Stilisticamente parlando, anche il non esplicitare subito che il ragazzo seduto davanti a Liz fosse Hank, ma limitarsi a qualche indizio, prima della rivelazione.
    – Carina l’immagine di Hank che da ragazzino suonava con le pentole.
    – Riguardo i Lethan e i loro problemi recenti, mi sembravano ormai oltre la semplice gelosia, ma di natura più profonda, diciamo proprio su visioni opposte di argomenti importanti.
    – Bello il concetto espresso da Hank sul perdere se stesso e il legarlo al suo amore per la musica, un po’ come per Liz la scrittura.
    – Dalla reazione di Peter, immagino che Ethan si sia presentato davanti alla sua porta con le valigie. Se fosse così, mi sembra una scelta giusta, secondo me, anche negli ultimi tempi burrascosi lui ci teneva veramente a Liz e le voleva veramente bene (anche se ultimamente non lo dimostrava tanto bene), per questo ha sempre compreso che lei sognava altro, anche se lei stessa se lo auto negava. Se lui è consapevole di non poterle dare quello che la renderebbe felice, l’unica soluzione è andarsene. Comunque questa è solo una mia supposizione, vedremo prossimamente 🙂

  4. Sono contenta che pensi questo! Lo spessore dei personaggi per me è molto importante, e concordo sulla riflessione che hai fatto: Hank ha messo ognuno di fronte alle proprie paure, perchè chi non si ritrova nudo davanti ad eventi del genere? Ognuno ha reagito a suo modo, scoprendo però cose che in altre circostanze avrebbe tenuto celate… Come hai detto molto poeticamente tu, il lutto distrugge qualsiasi barriera abbiano messo per proteggersi da verità che non vogliono dire né sentirsi dire.

    Grazie per il commento, più letterario della puntata stessa! <3 (per il resto lo so, sono un pò stronza, ma la suspence serve a questo :p )

  5. Mi hai sconvolto…e già ero sconvolta alla fine della precedente puntata!! Non potevi scriverla meglio di così davvero, i flash back, l’attesa, le parole che i personaggi si scambiano in un’atmosfera che sembra quasi surreale tanto è tragico ciò che si è verificato…
    Hai trattato con grande abilità temi che sono importantissimi, e credimi sono arrivata a pensare che non so se vorrei davvero che Hank si risvegliasse in quelle condizioni. Hai descritto così bene il suo rapporto con la musica, che mi sembra quasi più crudele augurarmi ciò che verrebbe più naturale sperare.
    In un certo senso, Hank, senza saperlo, ha portato tutti a fare i conti con sé stessi. Certo, le situazioni erano già complicate ancor prima di questo evento, ma è proprio la sua drammaticità che, secondo me, porta i personaggi a confrontarsi sinceramente, distruggendo qualsiasi barriera abbiano messo per proteggersi da verità che non vogliono dire né sentirsi dire.
    Mi è piaciuta moltissimo la puntata, proprio perché non ci sono sviluppi scontati o riflessioni banali, riesci a rispettare lo spessore e la complessità psicologica di ogni personaggio, e non è affatto semplice… Credo che a questo punto smetterò di sproloquiare xD e rimarrò in attesa di una puntata che da un lato non vedo l’ora di leggere e dall’altro ne ho il terrore. Dimmi un po’ se è questo il modo di trattare i tuoi lettori =P ♡ ♡

  6. So che sembrerò un pò “sadica”, ma il tuo stato catatonico non può che farmi piacere… Non perché mi sollazzo della disperazione altrui, ma perché si presuppone che il lavoro fatto sia buono! 🙂
    Per quanto riguarda la puntata, ho faticato anche io a scriverla (soprattutto i flashback, il primo per me è una stilettata) quindi mi rendo conto non sia delle più leggere… E concordo su Justin, lui è sicuramente il più provato, lo conosce da una vita e per lui Hank è come un fratello.
    Vedremo cosa succederà. Io spero che in ogni caso riusciate a stare accanto a CrossRoads nonostante non condividiate alcune scelte, e spero soprattutto di non deludervi 🙂

  7. non riesco a commentare decentemente. mi è mancato crossroads eh, ma fino a che non è uscita la puntata non sapevo esattamente cosa aspettarmi quindi le cose tutto sommato “andavano bene”. ma ora mica tanto….
    comincio dalle cose che sono riuscite a strapparmi un sorriso e a farmi dimenticare l’inferno che stanno vivendo i nostri personaggi: i flashback!!! che patatini tutti!!! liz che arriva in ritardo, hank cinno molesto come si dice dalle nostre parti…. quelli sì che erano bei momenti…mica come questo schifo di presente…
    immaginavo che il destino di hank non sarebbe stato dei più rosei dopo la scorsa puntata, e infatti così è stato… che serata strana questa… pochi episodi di serie tv mi hanno lasciata in questo stato simil catatonico. non so come spiegarti come mi sento. so solo che se è successo quello che penso piangerò per sempre.
    comunque senza togliere nulla agli altri (a liz in particolare), leggere e immaginare justin senza hank è quello che più mi ha distrutto – e distruggerà – emotivamente.

    prevedo puntate molto “pesanti” da qui in avanti….

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