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2×14- SECOND CHANCE I / 3X15 – SECOND CHANCE II

Se vi siete persi gli episodi precedenti basta cliccare qui:
EPISODI PREDECENTI

E con questa puntata si conclude il percorso di Phil e dei Second Chance. Spero che il finale sia di vostro gradimento, io ho riflettuto molto su come far finire questo spin-off, ma poi sono arrivata alla conclusione che questo fosse il finale giusto. Sono in ogni caso pronta a leggere le vostre critiche e considerazioni nei commenti, anche per fare meglio la prossima volta!

Vi aspetto lunedì con CrossRoads, buona lettura!


NEW YORK, SERA DEL CONCERTO DI BENEFICENZA


Emily si gira verso il retro della limousine, sorridendo a Liam, Phil, Noel e Mandy.

EMILY: Allora?

Phil alza lo sguardo su di lei, sorridendo.

PHIL: C’è bisogno di commenti? Siamo chiaramente un gradino sopra i Carpe Diem.

Emily scuote la testa, rassegnata. Quando guarda Noel, vede che il ragazzo la sta fissando ma volge repentinamente lo sguardo.

EMILY: E voi due? Cosa sono quelle facce da funerale?

Liam si schiarisce la voce, mentre si sistema sul sedile, a disagio.

LIAM: Diciamo che… Che l’arrivo di Taylor non era previsto.

PHIL: Però l’hai fatta entrare.

LIAM: Sì, ho… Ho ascoltato Hank, che di per sé è già un controsenso, ma…

MANDY: Ma considerato il suo aspetto fisico…

Phil la incenerisce con lo sguardo.

NOEL: Non c’è niente di male se provi ancora qualcosa per lei. Ci sono persone che… Meritano una seconda possibilità.

Noel si gira verso Emily, e per un attimo la ragazza sa che quella frase è destinata a lei.

LIAM: Non è così semplice…

NOEL: Non lo è mai.

La macchina si ferma di fronte al loft, interrompendo la conversazione. Emily fa per salutarli, poi Noel si gira, la guarda serio.

NOEL: Puoi salire un attimo?

Colonna Sonora- Let Me Love You (2 scene)

Emily segue Noel nella sua camera, chiude la porta.

EMILY: Dimmi…

NOEL: Non voglio trattenerti.

Emily guarda Noel osservarla, serio.

NOEL: Io… Volevo solo dirti che quello che hai detto a Logan… Io l’ho sentito, Emily.

Noel si tocca un attimo il petto all’altezza del cuore.

NOEL: E insomma, non voglio fare il melodrammatico, ma… Se tu non vuoi più avere niente a fare con me, lo capisco. Ma ho bisogno che tu… Ho bisogno di chiarezza, una volta per tutte.

Emily lo guarda, seria.

EMILY: Mi sembrava ne avessimo già parlato.

NOEL: Sì, sì, ne avevamo già parlato! Però quello che succede tra noi… Beh, quello che succede tra di noi mi porta a pensare il contrario.

EMILY: Non succede niente tra di noi, Noel!

Noel alza un sopracciglio, agitato.

NOEL: Ah, davvero? Non succede niente? Siamo tornati a questa fase?

EMILY: Di quale fase parli?

NOEL: Di quella in cui siamo al piano di sotto e tu cerchi di convincerti di non provare nulla per me!

Emily lo guarda, in silenzio, le labbra strette.

EMILY: Perché dovrei provare ancora qualcosa per te, dopo tutto quello che abbiamo passato…

NOEL: Perché lo abbiamo passato. E ora siamo pronti.

EMILY: Ora che tu hai provato a stare con Hellen e hai scoperto che non funziona….

NOEL: Non puoi dire davvero una cosa simile. Mi ha mentito, Emily!

Emily lo guarda, respira, ritrovando la calma.

EMILY: Lo so, e mi dispiace per questo, lo sai. Ma non credo che i tuoi sentimenti per lei fossero determinati da Cody.

Noel annuisce.

NOEL: No, è vero. Ma se non ci fosse stato Cody forse mi sarei fermato a chiedermi perché non ci fosse giorno che non pensassi a te.

Emily rimane in silenzio, mentre Noel rialza il volto poco dopo, guardandola serio.

NOEL: Ed è questo che spero tu faccia. Che ti faccia delle domande se pensi ancora a me.

Emily fa per parlare, ma dei colpi alla porta li fermano. Noel guarda dietro le spalle della ragazza, suo malgrado.

NOEL: Chi è?

Liam entra, affacciandosi con la testa nella camera.

LIAM: Sono io.

NOEL: Che succede?

LIAM: Phil è… Andato in ospedale.

Emily si gira di scatto, preoccupata.

EMILY: Come? Perché?

LIAM: Hank ha avuto un incidente.




LOGAN: Sto pensando seriamente di trasferirmi a New York.

Shone scoppia a ridere, mentre il ragazzo avvicina il suo bicchiere a quello del batterista.

SHONE: Per me che vengo da New Orleans, New York è un bel cambiamento. E’ molto più frenetica, c’è molta più gente…

LOGAN: E molte più ragazze.

Shone guarda il ragazzo seguire con lo sguardo una ragazza appena entrata, scuote la testa sorridendo.

LOGAN: Capisco perché sei single. Lo sarei anche io. “Ogni lasciata è persa”, no?

Shone fa una smorfia dopo aver vuotato il bicchiere.

SHONE: Già. Non che io colga molte opportunità…

Logan lo scruta, poi alza un sopracciglio.

LOGAN: Ah. Sei come Hank. Sarà la maledizione del batterista, perché il tuo bassista lo vedo abbastanza lanciato…

SHONE: Noel è innamorato di Emily.

Logan fa una faccia sorpresa.

LOGAN: Ah! Ecco perché mi guardava in quel modo… Beh, bastava dirlo.

SHONE: Non è così semplice. Loro non stanno… Insieme.

LOGAN: Ah-a. Beth e Nick. Ci sono altri parallelismi? Liam ha una relazione decennale con la sua fidanzata storica come Mackenzie?

Shone scuote la testa, sorridendo.

SHONE: La sua fidanzata storica è meglio non nominarla troppo. E’ Taylor.

Logan fa un fischio di apprezzamento, prima di chiedere un altro giro.

LOGAN: Beato lui.

Shone sorride, poi i due fanno l’ennesimo brindisi.

SHONE:  Non mi hai detto perché sarei come Hank.

Logan alza gli occhi al cielo.

LOGAN: Oh, andiamo. Sei innamorato di una ragazza, per una serie di motivi incomprensibili non potete stare assieme, cerchi di andare avanti ma il destino la riporta sempre sulla tua strada, e anouanovei…

Shone guarda il ragazzo perplesso.

LOGAN: Su, Dawson’s Creek.

SHONE: Non è… Non è proprio la stessa cosa. C’è un altro.

Logan annuisce coinvolto.

LOGAN: Sì sì, tutto torna. Anche Liz sta con…

SHONE: Ed è il mio migliore amico.

Logan si blocca di colpo, lo guarda quasi dispiaciuto.

LOGAN: Ah. Brutta storia.

Shone fa un sorriso strano, beve d’un fiato il suo bicchiere. Quando lo abbassa, vede che Logan lo sta guardando curioso.

LOGAN: Ma… E’ uno della band?

SHONE: E’ Phil.

LOGAN: Con la giornalista?

Shone lo guarda, improvvisamente stupito.

SHONE: Come…

LOGAN: Beh, si vedeva. Niente male, comunque. Capisco sia una situazione difficile.

Shone scuote la testa, deciso.

SHONE: No, lei… Lei è innamorata di lui. L’ho accettato.

Logan guarda il ragazzo, ammirato.

LOGAN: Io… Non ne so niente di queste cose, amore eccetera eccetera, però… Ti fa onore.

Shone lo guarda, sorridendo mestamente.

SHONE: Non sai niente dell’amore? E’ un peccato.

LOGAN: Il fatto che tu dica che è un peccato nonostante quello che stai vivendo, mi sta quasi convincendo che sia così.

Shone sorride.

SHONE: Lo è. Scusami… Ce ne porteresti altri due?

La barista appoggia altri due bicchieri, Shone solleva il suo in direzione di quello di Logan.

SHONE: All’amore futuro. Sperando ce ne sia anche per noi.

Logan sorride, d’accordo.

LOGAN: All’amore.

Poi il telefono di Logan suona.




Kathleen sale in macchina accanto a Matt, esausta.

MATT: Cosa ti ha detto?

La ragazza si gira verso di lui, alza le spalle.

KATHLEEN: Niente, dopo… Sono arrivati i fotografi, e noi… Immagino parleremo nei prossimi giorni.

Matt continua a guardare la ragazza, mentre lei sbadiglia, stanca.

KATHLEEN: Ora voglio solo il mio letto…

MATT: Lo ascolterai?

Kathleen si gira verso Matt, lo guarda stranita.

MATT: Voglio dire…Quando parlerete.

KATHLEEN: Io… Sì, perché non dovrei?

Matt la guarda, sorride.

MATT: Già, perché non dovresti. Finalmente lo hai capito.

Kathleen arrossisce, a disagio.

KATHLEEN: Parlare della mia vita amorosa con il mio capo mi mette in difficoltà…

Matt ride brevemente, poi la guarda, paterno.

MATT: Per quello che vale… Io approvo. E credimi, se me lo avessi proposto due anni fa avrei detto il contrario. Ma lui… E’ cambiato.

KATHLEEN: Già. Così sembra. Ma è ancora così complicato, e spesso mi lascia fuori dai suoi casini, e questa cosa mi fa impazzire, perché potrei aiutarlo…

MATT: A proposito di questo. C’è una cosa che ho sentito.

Kathleen si gira verso Matt, lo guarda seria.

MATT: Ally era qui, stasera. E parlava… Con una ragazza. Non l’ho mai vista, ma era bionda, non troppo grande, forse appena maggiorenne. Parlava di una cosa che doveva fare….

Kathleen guarda Matt, sovrappensiero. Poi, improvvisamente, capisce.

KATHLEEN: Mandy.

MATT: Chi?

KATHLEEN: Devo chiamare Phil.




Il taxi si ferma davanti all’ospedale che è già l’alba, Phil fa appena in tempo a vedere sul display la chiamata di Kathleen. La rifiuta, la chiamerà dopo. Appena scende dalla macchina vede accalcarsi contro vetri diversi fotografi, che si dirigono verso di lui appena lo riconoscono.

GIORNALISTA: Signor Harper, ha saputo di Berckley?

GIORNALISTA2: Lei e Berckley eravate amici? Vi conoscevate anche a New Orleans?

Phil scansa i fotografi, sa che Emily lo riproverà per il suo gesto, ma a lui non importa. Deve sapere come sta Hank, e come sta lei. La vede appena entra, vicino a Jessy.

PHIL: Marshall.




Phil rimane a guardare la ragazza, sconvolto, al caffè al primo piano.

PHIL: Sono arrivato appena ho saputo. Shone mi ha chiamato, era con Logan e…

LIZ: Grazie.

Phil annuisce, vorrebbe dire di più ma sa che alle orecchie della ragazza tutto sembrerebbe scontato, che la sua presenza è l’unica cosa che poteva darle.

PHIL: Sono sicuro che andrà tutto bene, Liz. Deve andare tutto bene.

Liz si limita ad annuire, poi il cellulare del ragazzo li interrompe. Phil alza gli occhi, silenzia la chiamata.

PHIL: E’ Emily. Non era d’accordo che venissi qui senza di lei e…

LIZ: Ha ragione. La stampa ti avrà fatto una marea di foto e…

PHIL: Me ne fotto.

Liz sorride, suo malgrado.

LIZ: Ecco il vecchio Phil.

Phil fa un sorriso mesto, quella definizione che lo fa sorridere come un padre che sorride a suo figlio. Come se fosse così diverso da quel “vecchio Phil” a cui Liz si riferisce, da non poter non provarne malinconia.

PHIL: Lascia che il “nuovo Phil” ti dica una cosa, allora.

Liz lo guarda, attenta, mentre sul volto del ragazzo si dipinge un’espressione accorata.

PHIL: Succedono cose terribili ogni giorno, e questo lo sai meglio di me. Quando si risveglierà, perché si risveglierà… Ascolta quello che ha da dire. Fino in fondo. E poi fai la tua scelta.

Liz scuote la testa, confusa.

LIZ: Perché credi che abbia qualcosa da dirmi…

PHIL: E tu perché credi che stesse venendo da te a quell’ora di notte?

Liz rimane in silenzio, lo guarda, rifiutandosi di credere a quell’eventualità ma costretta ad ammettere che il discorso del ragazzo abbia la sua logica.

LIZ: Io ho Ethan.

Phil annuisce lievemente, perché riconosce in Liz il disperato bisogno di aggrapparsi ad un sentimento forse ormai mutato, così come ha fatto lui con lei per tanto tempo.

PHIL: E dov’è?




Kathleen percorre a lunghi passi l’ufficio, passandosi una mano sulla fronte, il cellulare premuto all’orecchio.

KATHLEEN: Non so dove sia.

Matt la guarda, dispiaciuto.

MATT: Gli hai lasciato un messaggio in segreteria?

Kathleen annuisce, sovrappensiero. Poi decide.

KATHLEEN: Chiamo Shone.

Anche il cellulare del ragazzo suona a vuoto. Kathleen riprende a camminare mentre Matt, esasperato dalla situazione, accende la TV,

MATT: Chissà quando ci libereremo di Ally….

Si ferma di colpo, legge la notizia in sovraimpressione. Lo raggiunge la voce impotente di Kath.

KATHLEEN: Non mi risponde nemmeno lui, dannazione.

MATT: Kath.

Kathleen si ferma accanto a lui, dubbiosa.

KATHLEEN: Che succede?

MATT: Frank Berckley, il batterista dei Carpe Diem… Ha avuto un incidente.




Liam siede accanto a Shone e Noel sul divano quando il suo telefono squilla. Emily lo guarda, in apprensione.

EMILY: E’ Phil?

Il ragazzo guarda il display, confuso.

LIAM: No, io… Non conosco questo numero.

I ragazzi lo guardano allontanarsi di qualche metro, rispondere al telefono.

LIAM: Pronto?

“Pronto, Liam?”

Liam sente i muscoli della mascella contrarsi, poi rilassarsi di nuovo.

LIAM: Come fai a…

TAYLOR: Non hai mai cambiato numero. Senti io… Volevo sapere se sapevate qualcosa di Hank. Ho pensato che non fosse il massimo farmi vedere in ospedale…

LIAM: Mi sorprende che ti interessi.

TAYLOR: Certo che mi interessa, Liam.

LIAM: Ma non abbastanza da andare all’ospedale.

Sente il tono di Taylor farsi duro.

TAYLOR: Pensavo di crearti ancora casini. Sai, con la trasmissione e il resto.

LIAM: Però al concerto sei venuta…

TAYLOR: Hai deciso di prendertela con me, Liam?

Liam rimane in silenzio, si chiede perché tutta questa rabbia per Taylor, e per Hank.

LIAM: Se ci fossi stato io…

TAYLOR: Sarei venuta.

LIAM: E’ facile dirlo.

Taylor fa un profondo respiro prima di rispondere.

TAYLOR: Se ti fa comodo crederlo.

Poi Liam sente la chiamata interrompersi.




Phil esce dall’ospedale spossato, prova a chiamare Kathleen, ma stavolta è la ragazza a non rispondere. Sale in macchina, torna verso il loft, assorto. Pensa a Liz, all’eventualità che niente ritorni come prima e al rimorso suo e di Hank di non essersi detti in tempo quello che provavano. Ripensa alla sua vita, a tutte le volte che ha rischiato di prendere una piega irreversibile, a tutte le volte che si è salvato per un soffio. Fa per riprendere il cellulare, per richiamare Kath, ma l’autista lo distrae.

“Siamo arrivati”.

Phil ringrazia, fa per salire in casa ma Shone gli va incontro, preoccupato.

SHONE: Come sta? Vi stavo raggiungendo all’ospedale…

PHIL: Sì è svegliato. Si è svegliato, ma sinceramente… Non so cosa succederà.

Shone lo guarda con gli occhi sgranati, un brivido lo percorre al pensiero di quello che Hank rischia di perdere.

SHONE: Gli altri sono su, vogliono… Vorranno sapere le novità.

Phil annuisce, segue Shone lungo la scalinata. E’ Liam ad aprirgli, agitato.

LIAM: Allora? In televisione non dicono niente…

PHIL: Si è svegliato.

Noel, sul divano, fa un leggero sorriso.

NOEL: Bene, almeno quello…

PHIL: Ma non sanno ancora se potrà camminare o… O altro.

Emily, in piedi alla base delle scale, si porta una mano alla bocca.

PHIL: Però cerchiamo di essere fiduciosi, no?

I ragazzi annuiscono, ognuno di loro si sente vicino a quello che Hank sta passando. Liam si alza in piedi, già pentito del comportamento assunto con Taylor.

LIAM: Vado a fare una telefonata…

Gli altri annuiscono, Noel si alza.

NOEL: Io preparo qualcosa, avrai fame…

PHIL: Sì, grazie.

SHONE: Sveglio Mandy.

Colonna Sonora – The Only Hope For Me Is You (2 scene)

Emily rimane appoggiata alla parete, alla fine si schiarisce la voce.

EMILY: Avresti potuto avvertirci.

Phil alza le braccia in segno di resa.

PHIL: Sì, ho sbagliato. Avrei dovuto aspettarti, ma sapevo che avresti cominciato a dirmi cose assolutamente giuste, ma assolutamente superflue.

Phil si ferma, Emily continua a guardarlo, un sopracciglio alzato.

PHIL: Liz aveva bisogno di me. E so che non conto poi molto per lei, ma lei è contata molto per me. Ho fatto quello che ritenevo giusto.

EMILY: E’ proprio questo che mi sorprende.

Phil la guarda confuso, mentre Emily gli si avvicina, sciogliendo le braccia incrociate.

EMILY: E mi fa piacere, ovviamente. Per una volta ti capisco, Phil Harper.

Emily gli sorride leggermente, Phil ricambia il suo sguardo, a disagio.

EMILY: E sono fiera di quello che sei diventato.

 

Phil sposta lo sguardo, in imbarazzo, mentre Emily si avvicina per toccargli amichevolmente un braccio. La voce di Noel interrompe il momento.

NOEL: E’ pronto!

I due si sorridono ancora una volta, prima di avviarsi in cucina.




Shone bussa delicatamente alla porta, prima di affacciarsi, trovando Mandy assorta nei suoi pensieri, sul letto di Phil.

SHONE: Ehi.

La vede sobbalzare, pur essendo completamente sveglia.

MANDY: Ehi, ciao. Novità?

Shone annuisce, si sforza di mostrarsi positivo.

SHONE: Sì, direi di sì. Hank si è svegliato, Phil è appena tornato a casa…

MANDY: E’ tornato?

Shone annuisce, indica con il mento il piano inferiore.

SHONE: Noel sta preparando la colazione. Vieni?

Mandy annuisce, sebbene poco convinta.

MANDY: Sì io… Arrivo.

Shone le sorride un’ultima volta, prima di lasciarla nuovamente sola. La ragazza torna ad appoggiarsi sul letto, guardando il cellulare che non smette di lampeggiare, il numero di Ally che la perseguita. Mandy si passa una mano sugli occhi, disperata. La mano destra corre in una tasca dei jeans, dove è custodito quello che Ally le ha consegnato al concerto.




Shone scende le scale nello stesso momento in cui Liam si appresta ad entrare in cucina. I due raggiungono i tre già seduti, Emily che evita accuratamente lo sguardo di Noel.

SHONE: Hai fatto le frittelle? Seriamente? Da quando sai cucinare?

Noel lo guarda con sarcasmo.

NOEL: E tu da quando sei così simpatico?

PHIL: Va detto che non sono male.

Noel guarda il cantante, alzando un sopracciglio.

NOEL: Grazie.

Il suono del campanello li interrompe.

SHONE: Vado io.

LIAM: Poi finiscono le frittelle!

Shone sorride, arriva alla porta e la apre, guarda Kathleen osservarlo a sua volta, a disagio.

KATHLEEN: Ehi, Shone.

SHONE: Ehi. Stiamo… Facendo colazione, vuoi unirti?

Kathleen guarda il ragazzo, quasi sorpresa dalla proposta. Poi scuote la testa, seria.

KATHLEEN: No io… Devo parlare urgentemente con Phil.

Shone annuisce, si sforza di non far trapelare quanto quella frase lo ferisca.

SHONE: Certo, te lo chiamo.

Il ragazzo torna in cucina, mentre Kathleen aspetta sulla soglia. Gli altri lo vedono entrare facendo un sorriso tenue.

SHONE: Phil, c’è Kath.

Phil si alza in piedi di colpo, poi cerca di smorzare la reazione dissimulando la sua agitazione.

PHIL: Ah… Ok. Torno subito.

Kathleen vede il ragazzo affacciarsi all’ingresso, si guardano entrambi pieni di cose di dirsi.

PHIL: Scusa se non ho risposto, ero…

KATHLEEN: All’ospedale. Immaginavo.

Phil annuisce, aspetta che Kathleen continui il discorso.

KATHLEEN: Beth mi ha detto che si è svegliato.

PHIL: Già.

KATHLEEN: Ma le condizioni sono…

PHIL: Non sanno ancora niente.

Kathleen guarda Phil, sente la sua voce incrinarsi, capisce che il ragazzo si sta permettendo di avere un cedimento solo in quel momento.

PHIL: Se succedesse a me…

KATHLEEN: Non ti succederà niente. Ok?

Phil alza lo sguardo lucido su di lei.

PHIL: Vuoi stare un po’ qui? Io devo dirti delle cose…

KATHLEEN: Anche io. E riguardano tua sorella. Ho bisogno di sapere dov’è.




Mandy guarda la stanza del fratello, in mano la bustina di coca, il dubbio che ancora la fa vacillare. Ripensa a quello che perderebbe, sebbene aver trovato Phil per lei significhi molto. Si decide ad aprire l’anta dell’armadio, cercando un punto dove nasconderla. La infila tra due maglioni piegati, controlla che non sia visibile a colpo d’occhio. Quando richiude l’anta, Phil la guarda, fermo sulla porta, le braccia incrociate e lo sguardo serio.

MANDY: Oddio! Mi hai fatto prendere un colpo…

Lo sguardo che il ragazzo le rivolge e fa capire che ha visto tutto. Mandy vede Kathleen dietro di lui, guardarla altrettanto gravemente.

PHIL: Devi dirmi qualcosa?


NEW YORK, UNA SETTIMANA DOPO


“Ed eccoci alle eliminatorie di The Talent! La scorsa settimana abbiamo visto quattro aspiranti cantanti lasciare questo palco, e questa sera altri due sono a rischio eliminazione… Facciamo entrare Gary e Taylor!”

Il pubblico applaude, mentre le luci vorticano illuminando i giudici. Phil siede all’estrema destra del tavolo lungo, vede Taylor salire sul palco, emozionata, accanto a lei un ragazzo con molto più stile nel vestire che nel cantare.

PRESENTATORE: Allora ragazzi, in un confronto incrociato tra le valutazioni dei giudici e di quelle del pubblico siete risultati i peggiori. Cosa volete dire al riguardo?

Il ragazzo si schiarisce la voce, avvicinandosi al microfono.

GARY: Che trovo sia profondamente ingiusto.

La ragazza vicino a Phil, l’unico giudice femminile, applaude le mani con foga.

PRESENTATORE: Leslie Randall è l’unica a difenderti ed è per questo che sei ancora qui. Ma dovrai darti da fare!

Gary annuisce, mentre il presentatore si avvicina a Taylor.

PRESENTATORE: E tu,Taylor? Hai qualcosa da dire?

Taylor fa per parlare, poi ci ripensa, nega con la testa.

PRESENTATORE: Va detto che non stai molto simpatica al pubblico. C’è chi ti considera un’arrampicatrice sociale. Come rispondi a queste insinuazioni?

PHIL: Vorrei rispondere io.

La luce illumina Phil, mentre il presentatore lo guarda, curioso. Taylor, dietro di lui, gli lancia uno sguardo a metà tra il preoccupato e lo sprezzante.

PHIL: Nemmeno io sto simpatico al pubblico.

Un coro di protesta si diffonde nella sala.

PHIL: Almeno, fino a poco tempo fa. Taylor è… Una ragazza con un sogno. Probabilmente ha dovuto lottare molto per raggiungerlo, e pestare tanti piedi. E scavalcare tante persone. E ogni volta che l’ha fatto, ha perso un pezzo di sé. E’… Frammentaria.

Phil fa una pausa, mentre Taylor capisce che il ragazzo sta parlando anche di sé stesso.

PHIL: Però… Lei torna ad essere intera, quando canta. E’ sempre stato così, e lo ha dimostrato la scorsa settimana.

LESLIE RANDALL: Taylor non è assolutamente in grado di essere una professionista.

PHIL: E invece lo è eccome.

La ragazza rifila a Phil uno sguardo alterato.

LESLIE RANDALL: Credimi, ho le mie buone ragioni per giudicare…

PHIL: E io le mie. Ma sai cosa penso, Lex?

Leslie lo guarda indignata per quel diminutivo, ma Phil continua, sorridendo con strafottenza.

PHIL: Facciamo decidere al pubblico. E’ pur sempre lui che decide, giusto?

Phil si gira verso il pubblico, che risponde con un applauso.

PRESENTATORE: Bene, allora veniamo ai pezzi. Gary, tu canterai Hide and Seek, mentre tu, Taylor…

Colonna Sonora – Uptown Funk

PHIL: Taylor canterà con me.

Taylor lo guarda, sorpresa.

PRESENTATORE: Taylor ha preparato Uptown Funk…

Phil annuisce, mentre si alza dalla seduta.

PHIL: Perfetto, la conosco.

Il presentatore guarda il ragazzo salire sul palco, in difficoltà.

PRESENTATORE: Non so se sia previsto dal regolamento…

Phil lo guarda sorridendo.

PHIL: Come detto, facciamo decidere al pubblico, no?

Phil ascolta il pubblico esplodere in ovazioni affermative, sorride al presentatore.

PHIL: Direi che a loro va bene. E tu, Taylor…

Il ragazzo si gira verso Taylor, sorridendo.

PHIL: Vuoi cantare con me?

Taylor annuisce, mentre Phil guarda il presentatore, in impasse.

PHIL: Direi che puoi metterci la base.

LESLIE RANDALL: Se mi posso permettere, la scelta della canzone…

PHIL: E’ una canzone allegra. Non so te, Lex, ma io usavo la musica per alleggerirmi. Per sorridere. L’ho fatto più di una volta e… Dovresti farlo anche tu, se posso permettermi.

Leslie arrossisce, mentre Phil precede Taylor al centro del palco. Le luci si abbassano, e a microfoni spenti Taylor può fare la domanda che tanto le preme.

TAYLOR: Perché lo stai facendo?

PHIL: Perché con tutto il tempo passato allo Spotted, non abbiamo mai duettato. E poi perché, detta tra noi, Leslie Randall non sta simpatica nemmeno a me.

Taylor sorride, ma continua a ribattere.

TAYLOR: Sul serio, Phil….

PHIL: Ora canta e basta, ok?

Taylor annuisce, ancora dubbiosa. Poi Phil comincia a cantare e per Taylor diventa naturale seguirlo. Cantano la canzone guardandosi, muovendosi sul palco e sorridendo, condividendo gli stessi ricordi dello Spotted, e per un attimo sono di nuovo lì, Taylor ad incitare la folla e Phil a deridere il batterista tanto amato dalla ragazza di cui era innamorato lui, ed entrambi tornano ad essere i ragazzi sognatori di New Orleans.

Il produttore guarda la scena dietro le quinte, imprecando. Bret Shermann, accanto a lui, cerca di nascondere un sorriso.




Phil aspetta che le luci della diretta si siano spente, prima di alzarsi dalla sua seduta. Leslie Randall gli rivolge uno sguardo pieno di disprezzo, mentre il produttore lo raggiunge, inferocito.

PRODUTTORE: Lei vuole farci impazzire tutti?

Phil si stringe nelle spalle, per niente dispiaciuto.

PHIL: Che vuole che le dica, mi sono fatto prendere la mano… Se vuole riavere Liam, sono sicuro che sarà molto felice di…

PRODUTTORE: Avremmo dovuto eliminare quella ragazza tempo fa.

PHIL: Il pubblico ha votato perché restasse.

PRODUTTORE: Questo per colpa sua!

PHIL: O per merito, a seconda dei punti di vista.

Il produttore lo guarda ancora un attimo, prima di avvicinarsi, con fare minaccioso.

PRODUTTORE: Se pensa di poter fare come le pare….

SHERMANN: Io le consiglierei di allontanarsi dal viso di Phil, Tony.

Bret Shermann

Il produttore si gira verso Shermann, paonazzo.

PRODUTTORE: Harper deve attenersi alle regole!

BRET SHERMANN: Glielo avevo detto. Phil Harper è così. Ma è proprio per questo che ci piace.

Il produttore si gira verso di lui, furioso.

PRODUTTORE: Piacerà a lei, forse! Le regole del programma sono molto rigide, e lui ha appena….

BRET SHERMANN: Ha appena alzato il suo audience di almeno il doppio. Ma mi dirà domani.

Il produttore lo guarda ancora un attimo, fa per ribattere poi si allontana, lasciando i due da soli.

BRET SHERMANN: Alla fine ce l’ha fatta, signor Harper.

Phil lo guarda, dubbioso.

PHIL: Ce l’ho fatta a fare a cosa, esattamente?

BRET SHERMANN: L’ho appena difesa. Quindi direi che è ufficiale… Ha conquistato anche me.

Phil sorride, suo malgrado lusingato.

BRET SHERMANN: Ha fatto bene a difenderla. Quella ragazza ha talento. Forse potrei pensare ad una sostituzione…

Phil sorride, mentre cammina insieme a Shermann verso le quinte.

PHIL: Non scherziamo. Non ha nemmeno la metà del mio carisma.


NEW YORK, QUALCHE ORA DOPO


Jen apre la porta, sovrappensiero. Rimane in silenzio, il volto che cambia espressione quando lo vede.

LIAM: Ciao. Posso entrare?

Jen sembra quasi pensarci, poi annuisce debolmente, si sposta per farlo passare.

JEN: Certo.

Liam fa un profondo respiro, guarda davanti a sé i documenti del processo di Phil sparsi sul tappeto.

LIAM: Stavi lavorando?

Jen annuisce.

JEN: Ci stavo provando. Poi ho rinunciato e ho acceso la TV.

Liam fa un breve sorriso in direzione di Jen, che lo ricambia in maniera triste.

JEN: Ho visto la trasmissione. Non faccio fatica a capire perché ti piaccia.

Liam la guarda, fa per ribattere, poi ci ripensa.

LIAM: Sono venuto qui perché… Perché dobbiamo parlare.

JEN: Lo so.

 


NEW YORK, QUALCHE ORA PRIMA


Colonna Sonora – Into Your Arms (3 scene)

Taylor entra nel camerino, il cuore che gli batte all’impazzata. Non si è ancora concessa di esultare, ma appena rialza la maniglia, sente un sorriso spontaneo affacciarsi sul suo volto.

“Siete stati bravissimi”.

Si gira di colpo, sorpresa.

TAYLOR: Ciao. Io non… Non pensavo fossi qui.

Liam si alza dalla sedia, cammina senza una meta nella stanza.

LIAM: Ho accompagnato Phil. Volevo vedere come sarebbe andata questa seconda serata.

Taylor lo guarda, sarcastica.

TAYLOR: Come andava per Phil, giusto?

Liam alza di colpo lo sguardo, la fissa, serio.

LIAM: E come sarebbe andata a te.

Taylor rimane in silenzio, spiazzata da quell’improvvisa ammissione.

LIAM: Volevo dirtelo di persona. E volevo dirti che ti credo. Quando hai detto che se mi fosse successo qualcosa, da me saresti venuta.

TAYLOR: Quindi mi credi.

Liam annuisce, mentre Taylor si stacca dalla porta, si avvicina lentamente verso di lui.

TAYLOR: E cosa vuol dire questo?

LIAM: Vuol dire che la penso anche io così. Che ci tengo a te, perché insomma, Tay… Sei stata la storia più importante della mia vita. E mi hai fatto anche male. Tanto, e tante volte.

TAYLOR: Ne abbiam già parlato…

LIAM: Non lo sto dicendo per rinfacciartelo. Te lo sto dicendo perché… Dopo di te sono cambiato. E non stavo bene quando tra noi è finita, ma mi sono rialzato. Grazie a Phil, e grazie agli Shameless. E poi grazie a Jen.

Taylor annuisce, delusa.

TAYLOR: Jen.

LIAM: Già, Jen. E lei… Ha un carattere deciso, come il tuo. E’ sicura, è forte, non si fa mettere i piedi in testa. Vi assomigliate, in realtà. Con una sola, ma sostanziale differenza.

Taylor lo guarda, in attesa.

LIAM: Io non cambio quando sono con lei come quando sono con te.

TAYLOR: Questo dovrebbe voler dire qualcosa.

LIAM: Sì. Vuol dire che a me non piace la persona che divento quando sto con te, e non voglio esserla più.

Taylor abbassa lo sguardo, quando lo rialza il suo volto appare duro, seppur gli occhi lascino trasparire la tristezza.

TAYLOR: Io sono cambiata…

LIAM: E anche io. E mi sono innamorato di nuovo.

Taylor annuisce, cerca di incassare il colpo.

TAYLOR: Quindi… E’ un addio?

LIAM: Come coppia ci siamo detti addio molto tempo fa. Ma come artista… Avrai sempre la mia stima. Perché te la meriti. E meriti di vincere questo programma

.

Taylor guarda in terra, si sforza di non piangere. Quando rialza gli occhi Liam le è vicino, l’abbraccia prima che lei possa opporsi. Rimangono un po’ così, lui che la stringe e lei che tenta disperatamente di non scoppiare a piangere.

LIAM: E promettimi che proverai ad essere “intera” anche quando scendi dal palco.


 NEW YORK, QUALCHE ORA DOPO


Phil entra nel loft, accompagnato da Emily.

EMILY: Ho saputo che Shermann ti ha difeso…

Phil sorride, schernendosi.

PHIL: Ho un altro ammiratore. Sono irresistibile. Ora non resta che convincere la giuria domani.

Emily lo guarda, scuote la testa.

EMILY: E Liam, dove hai detto che è andato?

Phil alza le spalle, vago.

PHIL: Ha detto che aveva una faccenda da risolvere che non poteva più rimandare.

Emily annuisce, pensierosa.

EMILY: Già. Anche io.




Noel si gira di colpo, la maglietta a mezz’aria sopra la testa, guarda Emily entrare senza bussare nella camera.

NOEL: Ehi…

EMILY: Mi sono fatta delle domande. E mi sono risposta.

Noel la guarda, imbarazzato dall’essere mezzo nudo.

NOEL: Aspetta, cerco una maglietta…

Emily gli blocca la mano, lo guarda decisa negli occhi.

EMILY: E le risposte non sono belle. Perché io e te… Insomma, ti ricordi come abbiamo iniziato?

Noel non può fare a meno di sorridere.

NOEL: Piuttosto bene.

EMILY: Non sapevamo definire quello che eravamo, e guardaci ora. Siamo nello stesso punto di partenza.

NOEL: Non è vero, noi…

EMILY: Noi siamo diversi, hai ragione. Ma tu sei ancora un musicista, e io ancora la tua manager.

Noel la guarda, non c’è ombra del sorriso di poco prima sul suo viso.

NOEL: Quindi questa è la tua decisione.

EMILY: E’ la decisione dell’Emily che quattro anni fa hai conquistato in una cucina. Una Emily che aveva paura di tutto, dopo quello che era successo con Hank. Ora hai una ragazza che ha affrontato la vostra rottura, tuo figlio e tutto quello che ne è conseguito, che ti ha visto partire e tornare con Hellen, e che ora è qui, in questa stanza, a dirti che nonostante i trent’anni, ce l’hai fatta. L’hai cambiata. E ora non ha più paura di farsi conquistare da uno come te.

Noel rimane in silenzio, la guarda stranito, non sa come interpretare la frase, ma Emily lo precede, sarcastica.

NOEL: Stai dicendo che… Che…

EMILY: Sto dicendo che penso che sia arrivato il momento di baciarci, Noel.

Poi la ragazza si avvicina a Noel, lo bacia, mentre il ragazzo, finalmente, sorride, contagiandola.

EMILY: Non mi far pentire di questa scelta…

NOEL: Mai. Promesso.

 




Liam guarda Jen, ne osserva i muscoli del volto contratto.

LIAM: Taylor è …. Magnetica. Lo hai visto sul palco, lo è sempre stata. La prima volta che l’ho notata… Stava cantando. Guardava negli occhi il pubblico in sala, si muoveva come se fosse nata sul palco. Non potevi non osservarla.

JEN: E’ come Phil.

Liam annuisce, risoluto.

LIAM: E’ come Phil. Sono incredibili, hanno un’energia pazzesca e un mondo dentro di loro. Ma io… Io sono un bravo ragazzo, Jen, ti ricordi?

Jen lo guarda, fa un sorriso malinconico, ricordando una delle loro prime conversazioni in cucina.

JEN: Sì, mi ricordo.

LIAM: E non sono fatto per questi mondi interiori. Ho creduto di esserlo, ma non è così. Mi sarebbe piaciuto. Ma sono dell’idea che per queste persone ne servano altre in grado non solo di capirli, ma di spronarli. Di essere altrettanto magnetici. Io… Io amo i mondi chiari. Amo i mondi delle persone decise e oneste, i mondi delle persone che tutti i giorni si svegliano e si rimboccano le maniche per cambiare le cose. I mondi delle persone che preparano la cena insieme, che non sono continuamente coinvolti in scandali vari. Sarò mediocre, ma non mi interessa, perché così sono felice.

Jen lo guarda, torturandosi l’interno di una guancia.

JEN: Faccio l’avvocato, Liam. Ho a che fare con gli scandali.

LIAM: E io faccio il musicista, in una band insieme a Phil Harper e Noel Larxs. Ho messo in conto una certa dose di scandali, per forza di cose.

Jen sorride, poi alza lo sguardo.

JEN: Cosa vuoi dirmi con questo discorso?

Liam la guarda un attimo, poi indica la casa.

LIAM: Che vorrei tornare qui. Se ancora mi vuoi.

Jen lo guarda brevemente, seria.

JEN: Non so. Dovrei prima sentire l’accusa.

LIAM: Sono colpevole di essermi fatto coinvolgere dal passato. Ma sono tornato nel presente. Sul serio.

Jen sorride.

JEN: Allora immagino che potremo negoziare la pena.


NEW YORK, IL GIORNO DOPO


Jen affianca Phil lungo il corridoio del tribunale, subito dietro il resto della band con Emily.

JEN: Cerca di stare calmo, ok?

PHIL: Lo sono.

JEN: No, non lo sei.

Phil si gira verso di lei, la ragazza lo guarda con fare esperto.

JEN: Ti conosco abbastanza da sapere che questa volta è diverso.

PHIL: Ti ricordi cosa ha provato a fare mio padre….

“Ecco il figliol prodigo!”

Phil si gira di colpo, vede Anthony May insieme ad Ally e al suo avvocato, guardarlo con un sorriso beffardo.

PHIL: Paparino.

ANTHONY MAY: Ho visto che ti sei divertito ieri sera, in TV. Tutti questi soldi, e poi cerchi di lasciare in mutande il tuo vecchio?

Phil lo guarda, duro.

PHIL: Sono mutande che ti sei comprato con il mio nome.

Antohny May sorride, mentre l’avvocato lo sprona a proseguire lungo il corridoio. Quando arrivano ad incrociarsi, l’uomo si ferma, di colpo.

ANTHONY MAY: Il “tuo nome”. Perché ora siamo famosi, vero figliolo? Goditela ancora un po’, Phil, perché io ti distruggerò. Fosse l’ultima cosa che faccio.

Phil alza un sopracciglio, per niente intimidito dalla minaccia.

PHIL: Lo credi davvero?

Anthony May scopre i denti, in un ghigno inquietante.

ANTHONY MAY: Pensaci un attimo, Phil. Non sei stupido. Io non ho niente da perdere, mentre tu… Oh, tu sì.

Phil rimane in silenzio, la mascella che si irrigidisce improvvisamente, Anthony May che viene sospinto dall’avvocato, che lo rimbrotta di non parlare più con il ragazzo. Phil rimane al centro del corridoio a guardare la figura del padre allontanarsi verso la sala dell’udienza. Shone si avvicina al ragazzo, gli appoggia una mano sulla spalla.

SHONE: Non pensare a quello che ti ha detto, ok? Bluffa, perché ha paura.

PHIL: Però ha ragione. Ho da perdere più di lui.

Shone prova a ribattere, ma quando Phil si gira si accorge che sta sorridendo.

PHIL: Quello che non sa, è che ci sono cose che non potrà mai togliermi.

Il batterista lo guarda, capisce che si sta riferendo a loro, al loro rapporto fraterno. Sorride, poi gli cinge il collo con un braccio.

SHONE: Facciamogli vedere chi è Phil Harper.




Colonna Sonora – Rise (2 scene)

L’avvocato di May si alza in piedi, avvicinandosi al giudice.

AVVOCATO: Vostro Onore, come ben sa la seduta è stata rinviata perché Phil May aveva cose più importanti da fare…

JEN: Obiezione, Vostro Onore. La considerazione non è pertinente ai fini del processo.

AVVOCATO: Invece io credo che…

GIUDICE: Obiezione accolta. Prego avvocato, procediamo.

L’avvocato incassa il colpo, poi si schiarisce la voce.

AVVOCATO: Bene. Come la giuria saprà, il libro scritto da Anthony May parla di un ragazzo coinvolto nella droga, cosa che Phil May ha ampiamente dimostrato con il suo ricovero in una clinica. Eppure il ragazzo denuncia per calunnia il padre, dicendo che le cose scritte non sono veritiere. E’ per dimostrare quanto di falso ci sia in questo, che chiamo a testimoniare Mandy  May.

Phil sobbalza, sconvolto. Si gira verso il fondo della sala, dove vedono entrare Mandy, seria come non mai. Incrocia lo sguardo di Kathleen, seduta nelle file posteriori, con accanto Matt. La ragazza gli fa un impercettibile segno d’incoraggiamento.

Mandy si siede al banco degli imputati, mentre l’avvocato gli si avvicina, affabile.

AVVOCATO: La signorina May è la figlia che Anthony May ha avuto in una precedente relazione. Vive da un po’ di tempo con Phil Harper e ha notato cose interessanti, come il frequente passaggio di droga all’interno dell’abitazione. Ci racconti tutto dal principio, Mandy.

Mandy fa un profondo respiro, poi parla, guardando Antohny May dritto negli occhi.

MANDY: Sono venuta a New York un mese fa per cercare mio fratello Phil. Gli ho detto che eravamo fratellastri da parte di madre, ma non è vero. E’ il padre che è lo stesso. L’ho detto perché non mi avrebbe mai fatto entrare, altrimenti.

AVVOCATO: E lei cercava solo un posto dove stare, giusto?

Mandy aspetta un attimo, prima di negare lentamente con il capo.

MANDY: No, io… Dovevo infiltrarmi a casa di Phil per conto di mio padre. Se lo avessi fatto, avrebbe smesso di costringermi a prostituirmi come faceva con mia madre.

Un brusio di indignazione si alza tra la giuria, mentre Anthony May guarda la figlia, boccheggiando. Quando si gira verso Ally, anche lei lo guarda disgustata.

ALLY: Prostituzione?

L’avvocato cerca di riprendere in mano la situazione.

AVVOCATO: Mandy, è probabile tu sia agitata. Non è di questo che dobbiamo parlare…

JEN: Obiezione Vostro Onore. Ritengo invece che questo mini, e non poco, la credibilità del signor May. Quindi è proprio di questo che dovremmo parlare.

Il giudice guarda Jen, sconvolto a sua volta per l’accusa appena sentita.

GIUDICE: Obiezione accolta.

Jen fa un sorriso compassato, prima di avvicinarsi alla seduta.

JEN: Ho qualche domanda da sottoporre al teste.

Anthony May si gira di colpo verso il figlio, capendo che il suo sbalordimento di pochi minuti prima era una farsa, che sapeva tutto da tempo. Phil gli restituisce uno sguardo carico d’odio e di disprezzo per quello che ha fatto a lui e a sua sorella. Poi la storia di Mandy cattura l’attenzione di tutti.


NEW YORK, UNA SETTIMANA PRIMA


Mandy aveva guardato il fratello, quasi indecisa se dissimulare o meno. Poi aveva provato a sorridere.

MANDY: Cercavo qualcosa della mia taglia…

PHIL: O cercavi di fottermi.

Phil si era diretto verso di lei, ma la voce di Kathleen lo aveva fermato.

KATHLEEN: Phil…

PHIL: “Phil” un cazzo! Lavori per mio padre? Da quanto?

Phil le aveva afferrato un polso, Mandy aveva urlato, spaventata.

PHIL: Farai meglio a uscire da questa casa il prima possibile…

MANDY: Fammi spiegare…

PHIL: Perché? Perché dovrei? Chi cazzo sei, tu?

MANDY: Sono tua sorella!

Phil aveva fatto una risata cattiva.

PHIL: Certo, come no…

KATHLEEN: E’ davvero tua sorella. Solo che non è la figlia di tua madre.

Phil si era girato verso Kathleen, sorpreso. Anche sul volto di Mandy, nonostante la paura, era apparso lo stupore.

KATHLEEN: Mandy è figlia di Carla Blossom e Anthony May.

PHIL: Come fai a…

Kathleen si era stretta nelle spalle, con modestia.

KATHLEEN: Sono diventata brava a fare delle ricerche.

Phil aveva guardato Kathleen, senza capire.

PHIL: Se è così facile scoprire che è sua figlia, come pensava di utilizzarla a suo vantaggio?

KATHLEEN: Forse mentire sulla sua identità non è quello che importa ad Anthony May.

Kathleen si era avvicinata a Mandy, accostandosi all’armadio.

KATHLEEN: Conosco abbastanza Ally da pensare che tu nell’armadio abbia nascosto qualcosa, Mandy. Probabilmente droga.

Phil guarda la sorella con odio, sentendosi per l’ennesima volta tradito.

PHIL: Fuori da questa casa.

MANDY: Phil, io…

PHIL: Fuori!

MANDY: Sono stata costretta!

Phil continua a guardarla, ansimando. Shone si affaccia alla porta, seguito da Emily, entrambi spaventati per gli urli.

KATHLEEN: Se hai qualcosa da dire, Mandy, fallo. Non credo che tu non ti sia affezionata a Phil, si vede che è così.

Mandy guarda la ragazza, il volto contratto.

MANDY: Non mi dà nemmeno modo…

KATHLEEN: Perché non è la prima volta che succede. Anthony May è un uomo orrendo, e forse lo sai meglio di noi. Abbiamo bisogno di sapere la verità, e di toglierlo dalla vita di entrambi una volta per tutte. Ok?

Mandy guarda la ragazza, dopo poco annuisce. Phil si rivolge a Kathleen, esausto.

PHIL: Cosa devo fare?

KATHLEEN: Credo dovremmo chiamare Jen.


NEW YORK, OGGI


MANDY: Anthony May conobbe mia madre pochi anni dopo essersi lasciata con la madre di Phil. Mia mamma era una donna… Una donna semplice, e lui era riuscito a circuirla facilmente. Lavorava nel supermercato in fondo alla via, spesso faceva i turni di notte, Anthony May veniva a comprare le birre.

Mandy fa un grosso sospiro, cercando di mantenere ferma la voce.

JEN: Lei ha…

MANDY: Ho diciannove anni.

JEN: Quindi quando è nata Phil aveva già dieci anni, ma viveva ancora sotto lo stesso tetto del padre.

MANDY: Sì, mia mamma sapeva che Anthony May aveva già un figlio da una precedente relazione. Lui ha… Convinto mia madre di essere stato truffato dalla madre di Phil, che se n’era andata portandosi via tutti i soldi e un bambino difficile da accudire.


NEW YORK, UNA SETTIMANA PRIMA


Phil aveva interrotto Mandy, tremando di rabbia.

PHIL: Un bambino difficile. E un padre di merda.

Shone gli si era avvicinato, cercando di calmarlo.

SHONE: Lo ha detto per suscitare pietà…

PHIL: Suscitare pietà! E io allora, cosa dovrei suscitare?

KATHLEEN: Tu non vuoi suscitare pietà, Phil. Tu sei l’esempio di chi ce l’ha fatta.

Phil la guarda, per un momento vede gli occhi di Kathleen osservarlo come facevano anni prima, uno di fronte all’altro in una sala per le visite del carcere di New York.

PHIL: Mio padre la picchiava. Per quello mia madre se n’è andata.

MANDY: Picchiava anche la mia. Non subito, tutto è cominciato quando tu sei andato via di casa e lui è riuscito a trasferirsi da noi. Avevo sei anni.


NEW YORK, OGGI


MANDY: Una sera, dopo una litigata più accesa del solito, quell’uomo….

Mandy si ferma, guarda Anthony May che le restituisce lo sguardo, il volto terreo.

MANDY: Spinse mia madre contro il tavolo. Trauma cranico. Quando la dimisero dall’ospedale al supermercato le fecero capire che non avevano più bisogno di lei.

Jen si avvicina alla ragazza, per permetterle di riprendere fiato.

JEN: Pensa che immaginassero cosa succedeva a casa?

Mandy alza le spalle.

MANDY: No io… Non lo so. So solo che a quel punto lui doveva trovare dei soldi. Per l’alcol, per la droga, per tutto quello che gli serviva. E allora… E allora ha costretto mia madre a…

Mandy si interrompe, comincia a singhiozzare, incapace di continuare.


NEW YORK, UNA SETTIMANA PRIMA


MANDY: In casa c’erano sempre così tanti uomini, e poi un giorno… Avevo quindici anni, e uno dei clienti della mamma mi guardò un po’ troppo mentre ero sul divano a guardare la TV. Gli disse che aveva una figlia molto bella. E lui mi guardò… Mi guardò come se si fosse accorto per la prima volta che poteva fare soldi anche con me.

Emily era corsa via di colpo dalla stanza, la nausea insopportabile. Phil aveva guardato la sorella, i pugni chiusi lungo i fianchi, la voglia di uccidere quell’uomo disgustoso.

PHIL: Perché non mi hai cercato?

MANDY: L’ho fatto. Ma io non ti avevo mai visto e tu… Tu avevi cambiato cognome, e io cercavo un May.

KATHLEEN: Perché non lo hai denunciato?

MANDY: Non ho fatto in tempo.


NEW YORK, OGGI


MANDY: Quando mia mamma capì quello che aveva intenzione di chiedermi, litigarono furiosamente. Riuscì a cacciarlo di casa per alcuni giorni, ma poi le cose tornarono come prima. Fino a che mia madre ebbe un infarto.

MANDY: E io rimasi con mio padre.

Jen si odia mentre lo fa, ma deve chiederlo.

JEN: E l’ha mai costretta a …

MANDY: No io…. Sono scappata. Ma lui mi ha trovato. Grazie alla giornalista.

Tutti si girano verso il banco della difesa, mentre Ally arrossisce, anche lei all’oscuro di tutto.

MANDY: Mi ha detto che mi avrebbe riportato a casa. Che era ancora mio padre, era ancora in grado di costringermi a… A…

Mandy guarda in terra, copre il singhiozzo con una mano.

JEN: C’era un’alterativa però. Giusto?

Mandy annuisce, stremata.

MANDY: Dovevo incastrare suo figlio. Lui aveva… Pubblicato un libro che li stava fruttando dei soldi. Tanti soldi. Non voleva rinunciare a tutto quel denaro. Quindi io… Dovevo fingere di essere la figlia avuta dalla madre di Phil in una successiva relazione e… Nascondergli della droga in camera, senza fargliela scoprire. Avrei dovuto poi testimoniare tutto questo in aula, e con i controlli avrebbero scoperto la droga in casa sua. E Phil avrebbe perso tutto.


NEW YORK, UNA SETTIMANA PRIMA


Phil aveva cominciato a percorrere la camera, le mani sulla faccia, il volto deformato dalla rabbia. Mandy lo aveva guardato, il volto rigato di lacrime.

MANDY: Mi dispiace, Phil…

PHIL: Tu non… Lo ucciderò. Te lo prometto.

JEN: No. Nessuno ucciderà nessuno. Vinceremo perché abbiamo ragione, e perché lui è uno sporco bastardo e merita di marcire in prigione.

I ragazzi la guardano, sorpresa dal suo tono.

PHIL: E come pensi di vincere? Lo hai capito, vuole incastrarmi!

KATHLEEN: Voleva incastrarti. Ma il suo piano è fallito.

JEN: Mandy, tu… Te la sentiresti di venire a testimoniare ugualmente, tra una settimana?

Mandy aveva guardato Jen, dubbiosa.

MANDY: Ma l’avvocato di mio padre…

JEN: Non ti preoccupare di lui. A quello ci penso io. Voglio solo sapere se pensi di poterlo fare.

Mandy aveva guardato suo fratello, poi aveva annuito.

MANDY: Penso di sì.

 


NEW YORK, OGGI


Jen aspetta che il brusio diminuisca prima di guardare la ragazza, sorridendole comprensiva.

JEN: C’è di buono che Phil Harper ha avuto modo di conoscerlo davvero. Potrebbe dirci com’è?

Mandy si asciuga le lacrime e fa un piccolo sospiro.

MANDY: Phil è come me, per alcuni versi. E’… E’ ferito. E’ rotto, ma ha imparato a incollare i pezzi da solo. E’ una persona buona. Un grande amico. E da quello che ho potuto vedere, un meraviglioso fratello.

Shone guarda la ragazza, gli occhi lucidi di commozione.

MANDY: Avrei voluto conoscerlo prima. Sono certa che tante cose nella mia vita sarebbero state diverse.

JEN: Possono ancora esserlo.

Mandy annuisce, poi Jen si rivolge al giudice.

JEN: Non ho più domande, Vostro Onore.

Il giudice si schiarisce la voce, il volto provato dal racconto.

GIUDICE: La seduta è sospesa. La giuria si riunisce per decidere.




Il giudice torna dopo poco in aula, che diventa immediatamente silenziosa. Kathleen si tende sulla sedia.

GIUDICE: Dichiaro Anthony May colpevole di calunnia e quindi lo obbligo a risarcire Phil Harper di tutti i danni morali e di immagine da lui creati con il volume da lui prodotto. Condanno anche il Discover a risarcire Harper con tutto l’incasso derivato dalla produzione di tal volume. Invito inoltre il signor Harper a rimanere in città per l’apertura di un altro caso giudiziario, quello ai danni della signorina Mandy May. L’istanza è stata depositata oggi dall’avvocato Jennifer Moore.

L’avvocato di Anthony May si gira verso Jen, che lo guarda sorridendo.

GIUDICE: Per evitare che l’invito fattole non incontri imprevisti, come misura cautelare è da considerarsi agli arresti domiciliari a partire da oggi stesso.

Anthony May rivolge al giudice uno sguardo vuoto, mentre la sala comincia a svuotarsi, i giornalisti a lasciare l’aula e i ragazzi a radunarsi intorno a Phil. Anthony May lancia un’ultima occhiata al figlio, che gli risponde con uno sguardo carico d’odio.

PHIL: Sayonara, papino.

Jen si interpone nel suo campo visivo, lo guarda sorridendo.

JEN: Ce l’abbiamo fatta.

Phil annuisce, poco attento.

LIAM: Ehi, che succede?

PHIL: Niente, è solo che…

Mandy li raggiunge in quel momento, gli occhi gonfi. Phil la guarda, fraterno.

MANDY: Ce l’hai fatta.

PHIL: Mi dispiace. Che tu abbia dovuto vivere tutto questo. Davvero.

Mandy lo guarda, le lacrime tornano a rigarle le guance.

MANDY: Voglio solo che stia fuori dalla mia vita, da ora in poi.

PHIL: Sarà così. Te lo prometto.

Poi il ragazzo l’abbraccia.




Kathleen guarda la scena da lontano, sorridendo.

MATT: Dovresti andare anche tu.

KATHLEEN: No, non dovrei. Quello è il loro momento. E poi c’è la conferenza stampa tra poco…

Matt fa per ribattere, ma una voce li interrompe.

ALLY: Non sapevo niente di tutta questa storia.

Kathleen si volta a guardarla, vede sul suo volto un’espressione sincera.

KATHLEEN: Questo non cambia tutto quello che hai fatto, Ally. Non cambia l’accanimento che hai avuto nei confronti di Phil.

ALLY: Pensavo che tu ti sbagliassi…

KATHLEEN: Pensavi di fare soldi, che è diverso. E non ti è mai importato di scoprire la verità, come hai fatto con Anthony May. Ecco perché non sarai mai una giornalista.

Poi Kathleen la supera, seguita da Matt, entrambi lasciano l’edificio mentre Ally li guarda colpevole.




Emily entra nell’auditorium, seguita dagli Shameless. I fotografi, come impazziti, cominciano a scattare.

EMILY: Buonasera. Come promesso, prima di partire per il prossimo tour e alla luce degli ultimi avvenimenti, abbiamo deciso di tenere una conferenza stampa per chiarire alcune cose. Domande pertinenti, grazie.

Emily rivolge un sorriso professionale alla stanza, mentre le mani dei giornalisti cominciano ad alzarsi.

EMILY: Prego…

GIORNALISTA:  E’ vero che Liam Sandres sta con Taylor Jhonson, la concorrente di The Talent?

Emily guarda Liam, lo interroga con lo sguardo chiedendogli se vuole rispondere.

LIAM: Voglio molto bene a Taylor. Ci conosciamo da anni, da quando entrambi vivevamo a New Orleans e condividevamo il sogno di diventare musicisti. Io ce l’ho fatta, lei… E’ work in progress. Trovo ridicolo e superficiale giudicare il suo talento sulla base di pettegolezzi che poco hanno a che fare con la musica.

Phil sorride ai fotografi, tentando di smorzare il tono duro di Liam.

PHIL: E poi andiamo… Io e la Jhonson siamo molto più shippabili.

Emily lo guarda allibita, mentre Phil fa spallucce, sorridendole. Le sussurra, a bassa voce:

PHIL: Stavo scherzando…

EMILY: Beh, non scherzare.

GIORNALISTA2: Larxs, invece lei come pensa di conciliare il suo ruolo di padre con il tour imminente?

Noel si irrigidisce, Emily fa per ribattere.

EMILY: Noel è perfettamente in grado di…

Si sente afferrare la mano sotto il tavolo, Noel le sorride prima di prendere la parola.

NOEL: Sono sicuro che ce la farò. La madre di mio figlio è assolutamente in grado di non fargli sentire la mia assenza.

GIORNALISTA2: Ma lei sta ancora con Hellen Gudwin?

EMILY: Queste sono domande…

NOEL: No. Mi sono… Mi sono innamorato di un’altra. Forse lo ero ancora prima di accorgermene.

I giornalisti si agitano, mentre Emily, la mano ancora stretta a quella di Noel, arrossisce suo malgrado.

GIORNALISTA2: Ci può dare un nome?

NOEL: Ah, quello dovrete scoprirlo da soli. Se no che lavoro è?

EMILY: Bene, lei in fondo?

Kathleen vede la giornalista accanto a lei prendere la parola.

GIORNALISTA3: Ora che il processo le ha dato ragione, cosa si aspetta da futuro, Phil? Tranquillità?

Phil si avvicina al microfono, sorridendo.

PHIL: Non credo che la tranquillità sia qualcosa di auspicabile per chi come me fa questo lavoro. Non penso nemmeno che rientri nel mio carattere, e ho fatto pace con quello che sono da tempo per pretendere cose che non posso dare. Però se devo aspettarmi qualcosa… Spero che sia la felicità. Almeno un po’.

GIORNALISTA3: E cos’è per lei la felicità?

Phil ci pensa un attimo, poi sorride.

PHIL: Trovare qualcuno che mi ami e che io ami con la stessa intensità. Che possa accettare i miei angoli di luce, ma anche quelli di buio. E che possa aiutarmi a incollare quei pezzi di me che sono ancora sparpagliati, perché non ho più voglia di farlo da solo.

Kathleen capisce che il magone che si sta sforzando di ricacciare in basso si sta trasformando in pianto.

Phil la guarda, e lei decide di andarsene. Il ragazzo la vede farsi strada tra la folla, incrocia lo sguardo di Shone e quello più dietro di Mandy, che lo guarda da dietro le quinte. E allora decide.

PHIL: Scusatemi.

La folla lo vede alzarsi e dirigersi fuori attraverso la passerella al lato della sala. I fotografi ci mettono un attimo a capire cosa sta succedendo, e si accalcano verso l’uscita per seguirlo.




Colonna Sonora – Dream Catcher (2 scene)

PHIL: Morgan!

Kathleen sente la sua voce e si gira, stupita, asciugandosi le lacrime. Vede i primi fotografi uscire dalla sala conferenza, andargli incontro scattando le prime foto.

KATHLEEN: Cosa stai facendo?

PHIL: Quello che ho detto. E non hai bisogno di piangere, perché lo sai.

KATHLEEN: Cosa “so”?

PHIL: Che parlavo di te, Kathleen.

Kathleen lo guarda, a disagio, mentre sente i flash arrivarle in faccia.

KATHLEEN: Io ti ho detto…

PHIL: Tu mi hai detto che mi amavi, sì. E io ho avuto troppa paura, troppi motivi per non rischiare. Ma ora è diverso, e non so cosa mi risponderai tu, ma io ho bisogno di dirtelo, perché potrei non averne più la possibilità. Io ti amo, Kathleen Morgan.

Kathleen vede i giornalisti raggiungerli, attivare il registratore.

KATHLEEN: Ti rendi conto di cosa stai facendo?

PHIL: Sì. E me ne frego. Perchè come ho detto, voglio essere felice. Ora sta a te.

Kathleen lo guarda, affonda in quegli occhi azzurri, ripensa a tutto quello che hanno passato, ripensa ai primi discorsi, al magnetismo che sentiva verso quel ragazzo complesso che poi si è trasformato in altro, in conoscenza profonda, in un’apertura reciproca fino ad arrivare a quel momento, a quel marciapiede nel centro di New York con i fotografi e i passanti che li guardano curiosi.

KATHLEEN: Mi hai fatto passare le pene dell’inferno.

PHIL: Lo so.

KATHLEEN: Mi hai allontanata la stessa quantità di volte che mi hai avvicinato. Sei stato poco chiaro, poco rispettoso, lunatico, aggressivo, criptico.

Phil abbassa lo sguardo.

PHIL: Scusa.

Kathleen fa un grosso sospiro, lo guarda.

KATHLEEN: Le scuse ormai non servono a molto. Ma qualcuno mi ha insegnato… Che tutti meritano una seconda possibilità, giusto?

Phil rimane a guardarla in attesa, infine Kathleen si apre in un sorriso.

KATHLEEN: E poi c’è il problema che ti amo anche io, Phil Harper.

Phil la guarda, sorride, poi le afferra il viso e la bacia. Lui la stringe a sé e rimangono lì, a baciarsi tra i fotografi.




I ragazzi si alzano, mentre anche l’ultimo giornalista lascia la sala per rincorrere Phil.

NOEL: Non c’è che dire, un annuncio in gran stile.

LIAM: A proposito di annunci… Voi dovete dirci qualcosa?

Emily arrossisce, mentre Noel si porta le mani dietro la nuca, tranquillo.

NOEL: Chiedilo ad Emily. Ha fatto tutto lei.

EMILY: Come scusa? Sei tu che mi hai letteralmente pregato…

NOEL: Non avevi bisogno che ti pregassi, era chiaro come il sole che fossi pazza di me…

SHONE: State insieme?

I due si guardano, si ritrovano a sorridere imbarazzati.

EMILY: Sì, stiamo insieme.

SHONE: Alleluia!

“Noel.”

Noel si gira di colpo, vede Hellen guardarlo all’entrata della sala conferenze.

NOEL: Hellen?

HELLEN: Posso parlarti?

Noel guarda Emily che gli fa capire che è tranquilla. Il ragazzo fa segno ad Hellen di seguirli dietro le quinte.




HELLEN: Ho sentito cosa hai detto.

NOEL: Non sapevo cosa rispondere. E per me Cody…

HELLEN: Cody sarà sempre tuo figlio. Voglio che tu… Che tu lo sappia. Lo hai cresciuto, sei importante per lui, io non voglio… Non voglio privartene.

Noel la guarda, annuisce, serio.

NOEL: Speravo dicessi così.

HELLEN: Sei un bravo ragazzo, Noel.  E se lo sei sicuramente non è per merito mio.

Noel la guarda, poi Hellen scuote la testa, come a voler allontanare quel pensiero.

HELLEN: Io e Cody abitiamo ancora nella solita casa. Puoi venirci a trovare quando vuoi, così… Potremo concordare un giorno da passare con te.

NOEL: E Jack?

HELLEN: Lui entrerà nella vita di Cody piano piano.

NOEL: E come farà quando capirà di avere due papà?

HELLEN: Sarà contento, perché ha la possibilità di avere due papà eccezionali.


NEW YORK, UN MESE DOPO


Phil si alza dal letto, guarda Kathleen dormire accanto a lui, profondamente. Le bacia una spalla, la vede muoversi impercettibilmente, la sente borbottare mentre lui si alza. Cerca nella tasca la lettera che ha scritto tre notti fa, quando guardando Kathleen ha capito che tutto quello che voleva era lì, in quella casa. Suo fratello, sua sorella, la band, la donna che ama. Si infila i jeans e sente Kathleen muoversi nel letto, chiamarlo.

KATHLEEN: Ehi. Dove vai?

PHIL: Torno presto. Torna a dormire.

Kathleen gli regala un sorriso assonnato, quando Phil si rigira verso di lei dopo aver messo una maglietta vede che la ragazza è tornata a dormire. Va nella camera che una volta era quella di Liam, vede Mandy tutta appallottolata nel letto.

PHIL: Mandy… Svegliati.

La ragazza borbotta, arrabbiata.

MANDY: Cosa c’è?

PHIL: Devi accompagnarmi in un posto.

Poi torna verso la sua camera, infila la lettera nella fessura della porta.




Colonna Sonora – Second Chance (3 scene)

“Cara Kathleen,

Stavolta tocca a me scrivere di me stesso. Forse è una cosa che dovremmo fare tutti prima o poi, nella vita.

Gli ultimi anni della mia sono stati frenetici. Frenetici e assurdi. Ho conosciuto un mondo che per anni avevo solo sognato. Ho creato una band, una band composta da persone che sono più di membri di un gruppo, che sono più che amici. Sono quasi dei fratelli.”

MANDY: Mi spieghi dove stiamo andando?

Phil guarda i fotografi sul ciglio della strada, che li hanno riconosciuti mentre salivano in macchina.

PHIL: Devo fare una cosa.

MANDY: E hai dovuto prendere la tua macchina.

PHIL: Ehi, finalmente ne ho una. Fammela usare. E poi a breve saremo fuori dalla città, conosco delle strade…

Mandy sbuffa, sistemandosi sul posto del passeggero. Nessuno dei due si accorge di una macchina che comincia a seguirli.

MANDY: Posso saperlo o devo rimanerne all’oscuro fino all’ultimo?

Phil sbuffa, poi si decide a dirglielo, gli occhi che sorridono.

PHIL: Devo comprare un anello.




Soprattutto Shone. Tu sai quanto conti per me. E sai che se avessi dovuto scegliere, avrei scelto lui. Senza capire che non me lo avrebbe mai chiesto. Non avrebbe mai preteso di barattare la mia felicità per l’infelicità di tutti. Perché Shone è così, un uomo buono. E se non ci fossi io, ti direi che siete fatti l’uno per l’altra.”

Mandy sgrana gli occhi, stupefatta.

MANDY: Un anello? Vuoi sposarla? Oddio, non so se essere felice o vomitare per il miele…

PHIL: Non voglio sposarla. Non ora, almeno. Ma voglio prometterle che lo farò.

Mandy lo guarda dubbiosa, poi si volta verso la strada. New York è ormai dietro di loro.

MANDY: E dove lo vuoi comprare?

PHIL: Viene dal Bronx. Sto cercando di arrivare lì. Mi ha parlato di un posto dove i suoi genitori hanno comprato le fedi…

Mandy sorride, poi lo guarda seria.

MANDY: E hai chiesto proprio a me di accompagnarti.

Phil sorride.

PHIL: Sei la mia famiglia.

Mandy sorride, poi gli occhi le cadono sul cellulare.

MANDY: Cazzo! Tutti sanno che stiamo andando verso il Bronx. E’ appena uscita la notizia con tanto di foto. Si chiedono se non sia la tua nuova ragazza… Ma non erano all’udienza?

Phil si gira verso di lei, senza capire, mentre Mandy gli mostra lo smartphone.

MANDY: Devono averti seguito per un bel pezzo prima che li seminassi. E secondo me sono poco dietro di noi.

Phil sbatte un palmo sul volante.

PHIL: Speriamo di fare tutto prima che si svegli…

MANDY: Alla tua velocità da nonne… ATTENTO!

Phil frena di colpo, le ruote che stridono sull’asfalto.




“Però ci sono io. Ci sono io e non lo so se noi due ci completiamo, perché mi sono sempre innamorato di ragazze molto più in gamba di me. Quello che posso dirti è che spero di renderti felice. Perché è un mese, Kath, che mi sveglio pensando che era esattamente QUESTO che mi aspettavo dal futuro. E se ho dovuto affrontare tutta quella merda passata per arrivare ad essere dove sono ora, beh, ne è valsa la pena. “

Phil guarda Mandy, preoccupato.

PHIL: Stai bene?

Mandy annuisce, continua a guardare fuori.

MANDY: Cosa vuole? Era ricercato perchè non  aveva rispettato gli arresti domiciliari..

PHIL: Scopriamolo.

Scendono dalla macchina entrambi, mentre Anthony May, la barba sfatta, i vestiti larghi, li guarda ironico, appena sceso dalla macchina. Aspetta che Mandy raggiunga il fratello prima di parlare.

ANTHONY MAY: Che bella famigliola felice. Siete venuti a fare una gita alle case popolari?

PHIL: Ci siamo stati per una vita nelle case popolari. E di questo dovremmo ringraziare te.

Anthony May fa un ghigno.

ANTHONY MAY: Mi hai restituito il favore, allora. Ora ci vivo io, dopo che tu e la tua fottuta avvocatessa mi avete tolto tutto.Ma io conosco le strade meglio di voi. Stavo aspettando che usciste da tempo.

L’uomo si gira verso Mandy, la guarda sarcastico.

ANTHONY: E ora anche tu vuoi fare causa al tuo paparino? Nemmeno ci proveresti, se fossimo ancora a New Orleans. Avrei dovuto lasciarti lì, avresti fatto comunque la fine di tua madre…

Phil fa un passo verso il padre, ma Mandy lo trattiene.

MANDY: Non ne vale la pena.

PHIL: Ti conviene andartene, se non vuoi che ti faccia male davvero.

Anthony May comincia a ridere, una risata intervallata da una forte tosse.

ANTHONY MAY: Mi stai minacciando? Tu che minacci me?

Poi Anthony May estrae una pistola.




Kathleen scende al piano di sotto, trova Emily e Noel che parlano in silenzio, si interrompono appena arriva.

KATHLEEN: Sto abusando della vostra ospitalità, vero?

Emily scuote la testa.

EMILY: No, figurati. Caffè?

Kathleen annuisce, fa per estrarre il cellulare.

EMILY: No!

Kathleen alza la testa, dubbiosa.

KATHLEEN: Che succede?

EMILY: No, niente… Solo.. Vuoi il latte?

Kathleen guarda i due, che tentano disperatamente di non farle aprire la pagina del gossip.

KATHLEEN: No, grazie.

Mentre Emily si gira, Kathleen apre il browser.

EMILY: Lo hai letto, vero?

KATHLEEN: Cosa?

NOEL: Phil sta andando nel Bronx. Fai finta di non saperlo.

Kathleen li guarda entrambi, sconvolta.

KATHLEEN: A fare?

EMILY: Non abitano lì i tuoi genitori?

Kathleen li guarda esterefatta. Poi corre in bagno a vomitare.




Phil non indietreggia, lo guarda con segno di sfida.

PHIL: Pensi di farmi paura?

ANTHONY MAY: Dovresti. Perché come ti ho detto, Phil… Un uomo che non ha niente da perdere non teme nulla. Mentre tu, figlio mio… Tu hai tanto da perdere. A iniziare da lei.

L’uomo carica la pistola e punta la ragazza.




Emily guarda Kathleen, un sopracciglio alzato, mentre la ragazza si alza dal pavimento del bagno.

EMILY: Meglio?

Kathleen annuisce.

KATHLEEN: Decisamente.

Emily la guarda sciacquarsi la faccia. Quando Kathleen incrocia il suo sguardo allo specchio, Emily si decide a chiederglielo.

EMILY: Da quanto lo sai?

KATHLEEN: Da una settimana.

EMILY: E quando pensi di dirglielo?

KATHLEEN: Io… Non lo so. Stanno per partire per il tour, e…

EMILY: E prima o poi dovrà farsi una famiglia. Ma continuerà a fare il musicista, e a fare dei tour. Non puoi aspettare in eterno.

Kathleen la guarda, dubbiosa.

KATHLEEN: Pensi che sarà felice?

EMILY: Penso che Phil voglia una famiglia più di ogni altra cosa.




“Qualcuno una volta ha detto… – La vita non si misura dalla quantità di respiri fatti, ma dalla quantità dei momenti che ti tolgono il respiro-. La penso esattamente così. Penso che se morissi domani, non rimpiangerei niente. Perché ho vissuto, Kat,  ho avuto dalla vita più di quanto mi aspettassi. E sono riuscito anche ad essere felice quando ormai non lo credevo più possibile.”

Phil fa uno scatto in avanti, e Anthony May punta la pistola su di lui.

ANTHONY: E ora dimmi che non hai paura, brutto figlio di puttana.

Phil rimane in silenzio, mentre Anthony May sogghigna.

ANTHONY MAY: E’ più o meno quello che ho provato io in quell’aula di tribunale. I miei due bastardi che mi vogliono rovinare.

Mandy fa per muoversi, per rientrare in macchina, ma l’uomo la redarguisce.

ANTHONY MAY: Non provare a muoverti, ragazzina!

PHIL: Finirà molto peggio se spari ad uno di noi.

ANTHONY: No, Phil. Non c’è niente peggio di così, mi hai tolto tutto. Ma almeno saprò che anche io ti ho tolto qualcosa.

L’uomo torna a puntare Mandy, che comincia a piangere. E’ a quel punto che una macchina arriva in quella strada desolata, e Phil capisce che sono dei paparazzi, e per la prima volta si trova a ringraziarli. Si gira verso la macchina, alza le mani in cerca di aiuto ed è allora che sente un proiettile perforargli la schiena.


NEW YORK, UNA SETTIMANA DOPO


Colonna Sonora- Stay With Me (2 scene)

Il corteo trasporta la bara fino al cimitero di New York. Arrivati al loculo destinato a Phil, un gruppo di musicisti comincia a suonare una canzone che si diffonde tra quelle bare, regalando una pace momentanea ai vivi. Kathleen si stringe a Shone, una mano sulla pancia, mentre gli altri piangono, incapaci di parlare. Shone nota che ci sono tutti quelli che sono riusciti ad arrivare in tempo: i suoi genitori, i giudici e i tecnici di The Talent, Taylor, la redazione del Discover, Beth e ovviamente Liz, che gli lancia uno sguardo carico di lacrime prima di guardare la bara con tristezza.

PRETE: Siamo qui riuniti oggi per dire addio a Phil Harper. Un uomo che ha fatto tanti sbagli. Sbagli dettati dalla vita che ha condotto e dall’amore che gli è mancato. Un amore che Phil ha saputo guadagnarsi giorno dopo giorno, da persone che non avevano con lui legami di sangue ma sono diventati una famiglia. Phil è stato in grado di trasformare quello che di brutto la vita gli aveva portato in qualcosa da cui poter imparare, e crescere. E’ l’esempio che a volte le seconde possibilità permettono alle persone di fare scelte diverse e di diventare finalmente quello che avrebbero da sempre dovuto essere.

Il parroco si ferma, poi guarda Shone.

PRETE: So che il signor West voleva dire due parole.

Shone annuisce, si distacca da Kathleen, si avvicina alla tomba, distrutto.

SHONE: Phil ha… Scritto una lettera, il giorno che è morto. In questa lettera lui… Lui diceva di essere felice. E io so quanto significasse questo per lui. In un’intervista fatta poco tempo fa, Phil diceva… Che è quello che vogliono tutti, essere felici. Ma rendere felice uno come Phil non era facile. Ne aveva passate tante e… E anche quando sorrideva, lo vedevi che qualcosa non funzionava. Che un meccanismo si era inceppato. E lui non fingeva che non fosse così, e forse era questa la sua forza. Era sempre vero, anche quando la verità era scomoda. Quindi io…Io gli credo, quando scrive di essere stato felice. Gli credo e rimpiango solo che non possa esserlo stato per ancora un altro giorno.

Shone si interrompe, comincia a piangere, Liam gli si avvicina e lo aiuta ad allontanarsi dal loculo. Il ragazzo si piega, prende una manciata di terra e la lascia cadere sulla bara di suo fratello.




Jessy e Beth guardano Liz avvicinarsi a Kathleen, accasciata sulla tomba di Phil, una volta finita la funzione.

LIZ: Kathleen.

La ragazza alza gli occhi, interrompe per un attimo quel singhiozzo straziante che gli sale dal petto.

LIZ: Io… Mi dispiace così tanto.

Anche Liz comincia a singhiozzare, mentre Kathleen si alza in piedi, annuendo si fa abbracciare. Liz si avvicina a quella ragazza sconosciuta, le accarezza la schiena.

LIZ: Ma lui era felice, e di questo devi essere fiera. Perché se n’è andato senza nessun rimpianto se non quello di non aver vissuto di più. Se n’è andato sapendo di essere amato da qualcuno, e di aver trovato il suo posto nel mondo. E credimi, so che fa la differenza.

La ragazza annuisce, poi torna a piangere appoggiandosi a Liz, finché Shone non le raggiunge, si avvicina a Kathleen si fa carico del suo dolore.

SHONE: Grazie di essere venuta.

Liz risponde tra i singhiozzi.

LIZ: Non avrei potuto fare diversamente.

Shone annuisce, sforzandosi di non piangere a sua volta.

SHONE: So che per lui sarebbe significato tanto.

LIZ: Ha significato tanto anche per me.

SHONE: Per tutti noi.

Liz si avvicina a Shone, gli tocca il braccio in segno di condoglianze. Dopo un flebile saluto, raggiunge singhiozzando le sue amiche. Kathleen si aggrappa a Shone, comincia a piangere, inconsolable.

KATHLEEN: Non ce la faccio senza di lui, Shone. Non ce la faccio.

Shone la stringe più forte, perchè vorrebbe consolarla eppure anche lui si chiede come farà senza suo fratello.


NEW YORK, CINQUE ANNI DOPO


Colonna Sonora – Missing You (fino alla fine)

“Caro Phil, oggi, come ogni anno, vengo a te con questa lettera. Ho sempre avuto il pallino delle parole, mi perdonerai per la poca fantasia.

Le cose stanno andando bene, come avevi sperato tu. Emily e Noel stano ancora insieme, Cody ha ormai accettato la presenza di due papà e un po’ anche di due mamme.. Ora non resta che accettare il nuovo fratellino in arrivo. Emily partorirà alla fine di agosto, e tutti speriamo che sia una femminuccia per vedere Noel alle prese con ragazzini che assomigliano a quello che era lui da giovane.

Liam e Jen stanno insieme, lei è diventata un avvocato di successo, ma ha rinunciato all’incarico di prestigio che gli avevano proposto per fornire consulenza gratuita alle fasce della popolazione che non possono permettersi un avvocato. Con Liam hanno concordato che per ora il suo stipendio basta, e che è più importante che lei sia felice, per citare le tue parole.

Gli Shameless vanno alla grande. In realtà dovrei chiamarli con il loro nuovo nome, ma immagino che per te saranno sempre gli Shameless, anche se con un componente diverso.

Il Madison Square viene illuminato dai riflettori mentre Liam, Shone e Noel salgono sul palco, salutando il pubblico.

“Buonasera, Madison! Noi siamo i Phil’s!”

Taylor si gira verso i ragazzi, fa loro un segno di incoraggiamento.

TAYLOR: Sono ormai cinque anni che Phil ci ha lasciato. E noi lo vogliamo omaggiare così. Ricordandoci il vero spirito della musica, quello che ha insegnato a tutti, a me per prima. Ricordandomi che non è mai troppo tardi per riprovarci.

I ragazzi cominciano a suonare Uptown Funk, mentre Taylor alza l’indice al cielo.

TAYLOR: Ciao, Phil! Speriamo tu possa divertirti anche da lassù!

Il piccolo Phil sta bene, cresce velocemente ed ogni giorno che passa il suo sguardo ricorda sempre di più il tuo. In questi giorni Shone lo sta aiutando con l’albero genealogico e lui fa un sacco di domande su di te. E’ curioso di sapere chi sei, e molte volte io e Shone ci accorgiamo che le nostre parole non gli basteranno mai per conoscere a fondo il suo papà. Ma lui ha Shone, e sono certa che approverai. Sai che farà un lavoro bellissimo.

E so che ti aspetti che anche io mi affidi a Shone. E’ che forse è ancora troppo presto. So che lui mi vuole bene, e anche io gliene voglio. Ma non sono ancora pronta, e ho imparato ad essere vera sempre, anche quando è piuttosto scomodo farlo. Me lo hai insegnato tu.

Il libro di Liz è a buon punto. Ci siamo incontrate poco tempo fa e me l’ha fatto leggere. Condivido tutto, dalla prima all’ultima riga. Mi ha fatto piacere conoscerti attraverso le sue parole, rivederti suonare allo Spotted e prendere a cazzotti componenti di altri gruppi. Chissà perché, non mi ha sorpreso.

Mandy ci viene a trovare spesso. Sta studiando al conservatorio, e non potresti esserne più orgoglioso.

Tuo padre è in carcere. Ha avuto trent’anni, e Jen si sta battendo perché non abbia sconti di pena. Non cambia quello che abbiamo perso, ma credo che Anthony May non abbia bisogno di altre possibilità. Ne ha avute molte, ma non ha saputo farne l’uso che hai fatto tu.

Ci manchi, ma stiamo provando ad andare avanti. E questo perchè ci hai reso tutti felici, Phil,e di questo non ti sarò mai grata abbastanza.

Spero di rivederti presto.

Con tutto l’amore

Kathleen”

 

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7 Risposte a “2×14- SECOND CHANCE I / 3X15 – SECOND CHANCE II”

  1. L’audio è conservato nel mio telefono, e nel mio cuore <3
    Non ho molto da aggiungere oltre a quello di cui abbiamo già discusso riguardo la morte di Phil. Sentivo che Anthony May non si sarebbe arreso, e avrei trovato qualsiasi altra morte una condanna alla felicità del nostro eroe.
    Kat e Shone non stanno insieme nonostante siano passati 5 anni, quindi per quanto possa sembrare una mancanza di rispetto a chi legge tutto questo tutto insieme, in realtà il tempo intercorso è molto lungo. Ma Kath ancora non ce la fa.
    Noel ed Emily erano mean to be dalla prima puntata. Per un brevissimo periodo avevo pensato di farla finire con Liam, ma il suo carattere si sposava alla perfezione con quello di Noel: anche lui ha fatto una crescita assurda, e sono contenta della mia scelta.
    Rispetto al finale, non so nemmeno io quanto mi riprenderò: Phil è un personaggio a cui mi sono legata in maniera inaspettata già mentre ne scrivevo in CR, tanto da decidere di fare uno spin-off. Mi consolo dicendomi che è stato felice, ed era questo l'obiettivo che mi ero posta per il mio Harper. 🙂

  2. vorrei rimandarti l’audio che ti avevo mandato in cui giacevo in lacrime sulla scrivania…
    finale che mi ha investito come un treno…tant’è vero che non riesco più a guardare the originals e marcel. mi viene in mente shone, quindi second chance, quindi phil, quindi il dolore, quindi torno a piangere!
    è raro che io pianga per qualcosa che leggo (ho pianto solamente per Argo, il cane di Ulisse). congratulazioni! sei contenta???

    ma parliamo di QUELLA scena. come molti pensavo sarebbe morta mandy oppure che nella colluttazione tra phil e il padrea a na certa partisse un colpo e quell’infame di anthony ci lasciasse una volta per tutte.
    scelta audace quella di far morire Phil, che per quanto possa essere dolorosa, è stata messa su molto bene! per capirci: non dà per nulla l’impressione di una morte a caso, decisa solo per fare scalpore; quindi per quanto scioccante sia, ha un suo perchè! chapeau!!!

    anche io sono contenta per Noel (che a inizio telefilm tolleravo poco e che ora adoro) ed Emily! lei è troppo cazzuta per farsela scappare!

    Kat…oh Kat…cosa si puo’ dire? ha shone ad aiutarla e a farle da supporto, col tempo la ferita si rimarginerà.
    ecco, ho apprezzato molto il fatto che dopo la morte di phil non l’abbiamo vista fidanzata con Shone. l’avrei trovata una mancanza di rispetto nei confronti di Phil XD

    E così si conclude Second Chance…che mi ha distrutto emotivamente in sole 3 stagioni. pensa come starò per CR!!!

  3. Sentirmi approvare il finale da te è una soddisfazione immensa! :p
    Sono contenta che approvi Noel ed Emily, e anche che alla fine con la depressione Kat ti sia riuscita a stare simpatica 🙂
    E’ altrettanto geniale la tua idea dello spin-off… sai che quasi quasi…? 😉

  4. Ora piango. Ma siamo impazziti??? Per un momento ho pensato “oddio il finale strappalacrime da cascata di miele, che palle” poi le lacrime le hai volute risucchiare tutte con lo sconvolgimento! Non mi sarei mai aspettata che morisse Phil, forse Mandy, ma Phil decisamente no. Per una volta che aveva una gioia giustamente l’hai voluta stroncare sul nascere, dovevo capire che non poteva essere tutto rose e fiori, aspettandomi un finale scioccante. Bello bello bello. Finale a sorpresa anche per la nuova band con Taylor, idea geniale. Sono contenta che Noel ed Emily si siano messi insieme, Emily è troppo tosta. Sebbene non mi sia mai piaciuta e non mi piacerà mai Kat, le riconosco il diritto del mai una gioia, dato dal rimanere incinta nel momento sbagliato. Vorrei uno spin off sul figlio di Phil è quello che combinerà con tutti che saranno ormai diventati vecchi per i palchi.
    Finale: voto 10elode.

  5. Giusti gli appunti che fai, è vero che il comportamento di Phil è attinente al suo modo di essere, che piano piano mi ha fatto apprezzare il personaggio che in Crossroads detestavo. Riguardo al punto 1, dico solo che ancora sto rimuginando sul finale di The Vampire Diaries, per capire se mi è piaciuto o no. Togliendo tutti gli elementi nostalgici che hanno inserito negli ultimi episodi, quello che resta l’ho trovato un po’ scontato e moscio a differenza di un finale come questo qui, intrigante, carico, ritmato e pimpante 🙂

  6. Grazie mille per l’analisi, mi ha fatto piacere che tu abbia apprezzato il finale. Giusto due appunti:
    1) E’ vero, uno scrittora della sua “opera” fa ciò che meglio crede. Questo non vuol dire che le scelte fatte siano sempre le più opportune o sensate. Indubbiamente è facile “giudicare” quando non si è gli autori, ma è anche vero che da “spettatrice” ho assistito sia a scelte che non condividevo ma che avevano un senso, sia a scelte che invece erano realmente campate in aria. Per non commettere gli stessi errori di autori che non apprezzo, accetto ogni tipo di critica. 🙂
    2) Probabilmente nemmeno io scenderei dalla macchina. Forse non è chiaro, ma Anthony May aveva sbarrato la strada con la macchina che lui stesso guidava. E Phil… Non lo so, non ce lo vedo a fare un testa-coda. E’ un personaggio che sarebbe senza dubbio sceso dalla macchina. Ed è questo il Phil che io, prima ancora di voi, ho imparato ad apprezzare. Volevo mantenerlo “vero” fino alla fine.
    Grazie ancora per i complimenti, ora aspettiamo la fine di CrossRoads!

  7. Causa impegni inderogabili, sono riuscito solamente ora a leggere e commentare questa bellissima puntata (non userò mai abbastanza volte questo aggettivo nel resto del commento per rendere l’idea).
    Parto da una considerazione di carattere generale su tutta l’Opera. Questa serie fin da subito mi ha notevolmente sorpreso, perché a mio parere (quindi quello di un mr. nessuno) si nota una maturità stilistica, con molti accorgimenti raffinati. Poi forse perché ho iniziato a leggerlo per stima e fiducia nella scrittrice e non come all’inizio con Crossroads, per la presenza di attori che ho apprezzato in altri telefilm (Liz e Hank su tutti, per The O.C. e Arrow). Invece in questo caso, con protagonisti con facce, per me, mai viste prima, mi sono maggiormente concentrato sulla storia e sulla costruzione dei personaggi, arrivando alla fine trovando il tutto di un ottimo livello e avvincente.
    Passo all’analisi della puntata nel dettaglio:
    – Logan con la citazione di Dawson’s Creek stravince, bello anche quello che viene fuori dal dialogo con Shone.
    – Stilisticamente interessante l’incontro tra Liz e Phil all’ospedale, questa volta visto dalla parte opposta di quello che avevamo potuto apprezzare in Crossroads.
    – Carine le parole che rivolge Emily a Phil dopo il suo ritorno dall’ospedale.
    – In questa puntata Logan non è il solo ad avermi fatto divertire, anche Phil che cattura le simpatie del pubblico durante il talent è una scena spassosa, anche perché attacca Lex per aiutare Taylor. Se questa scena viene ripresa, dopo aver letto la fine è ancora più bella. Complimenti per l’idea, gran bel collegamento.
    – Berth Sherman che difende Phil, è il mio buon genio del male preferito (anche in Flash) 🙂
    – Considerando che ho tifato fin dall’inizio per Jen e Liam, non posso che non apprezzare la scelta di quest’ultimo e mi è piaciuto anche il consiglio dato a Taylor sull’essere “intera”.
    – Le scene Noemily a mio avviso sono sempre ricche di passione e romantiche allo stesso tempo. La dichiarazione di Emily mi è piaciuta, poi con quel “non mi far pentire” mi ha ricordato una scena Summer-Seth…troppo bella 🙂
    – Carino anche lo scambio di battute in avvocatese romantico, tra Liam e Jen. Anche il discorso di Liam è molto profondo, secondo me.
    – L’attesa creata, tra quando Phil scopre Mandy e quando l’arcano viene rivelato la trovo ben fatta.
    – Il caso del padre di Phil con la madre di Mandy, mi è sembrato molto reale, penso che il mondo è fin troppo pieno, di uomini di “merda” (per citare Phil), che si approfittano di donne semplici!
    – Emozionante la definizione di felicità data da Phil, la condivido parecchio.
    – Sarà che ho un debole per le scene delle conferenze, sarà che questa mi ha ricordato il finale di Notting Hill (“Cavalli e Segugi”…uno dei miei film preferiti) e forse speravo banalmente, che anche qui finisse come in quel film. Anche se la barra di destra della finestra del browser ancora da scorrere, mi faceva presagire che le mie speranze sarebbero state disilluse.
    Faccio una premessa prima di commentare il finale. Secondo me quello che decide uno scrittore, sulla sua opera è sacro. Non deve scrivere per compiacere il pubblico, quello lo fa un venditore, quindi un altro mestiere. Se a qualcuno questo non sta bene, per me può prendere una tastiera e mettersi a scrivere quello che preferisce lui.
    – Ok…io non scenderei mai dalla macchina se mi ferma uno che so che mi odia, sceglierei tra altre due ipotesi: A) rapido testa-coda e fuga veloce; B) scartalo e andare oltre 🙂
    – Bella la citazione fatta da Phil nella lettera, mi chiedo da dove spunti??? Direi: forse Hitch, ma anche lì mi sa che fosse citata a sua volta.
    – GENIALE!!! La scena dell’arrivo dei paparazzi, prima dello sparo è veramente insuperabile!!! Crea quell’ultima flebile speranza, in bilico con la presenza delle parole della lettera di Phil, che fanno da presagi di sventura, che è spettacolare.
    – Mi piace la scelta delle parole: “sulla bara di suo fratello”, colpiscono.
    – Ammetto che leggere “i Phil’s”, mi ha quasi fatto piangere, brava in pochi ci riescono. Colpito e affondato.
    – Stupendo il finale con la lettera di Kathleen, sia per l’idea che lei le scriva, sia per il contenuto, veramente un’ottima chiusura.

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