Licenza Creative Commons
Telefilm su Carta di Elisa Pitta è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Based on a work at http://elisapitta.altervista.org/blog/.

2×04 – PLEASE DON’T GO I / 2×05 – PLEASE DON’T GO II

Ed eccoci alla quarta puntata del Season Finale di Second Chance! Per chi volesse recuperere gli episodi precedenti, basta cliccare qui:
EPISODI PREDECENTI

Volevo inoltre ringraziare tutti per il sostegno generale per le storie scritte, e ricordare che è FONDAMENTALE, affinché la storia continui (e soprattutto sul COME continui) commentare qui sotto! Vi aspetto per ogni tipo di considerazione!


NEW YORK, OGGI


loft second chance

Liam e Shone scattano in piedi non appena sentono una chiave muoversi nella serratura. Poco dopo vedono entrare Noel, visibilmente confuso.

NOEL: Sono arrivato prima che ho potuto…

NOEL 2S 4

Shone annuisce grave, nella mente pensieri ben più gravi del ritardo del bassista.

NOEL: Emily?

Liam si stringe nelle spalle, pratico.

LIAM 2S

LIAM: Penso stia arrivando. Shermann l’ha chiamata e forse è andata a dirgli cosa è successo…

Noel li guarda un attimo, pensa ad Hellen e Cody, lasciati in hotel appena atterrati, si chiede ancora come abbia fatto a chiedere una cosa del genere in maniera così istintiva, e come sia possibile che Hellen abbia accettato in maniera altrettanto irrazionale. Poi si sforza di concentrarsi su suoi amici, e quello che rimane del loro gruppo.

NOEL: Allora… Che vogliamo fare?

“E’ quello che stavo per chiedere anche io.”

I tre si girano, vedono Emily sulla soglia di casa, che li guarda grave.




Colonna Sonora – One

carcere_280x0

phil nuova2

Phil si gira di scatto, mentre una guardia apre la sua cella, informandolo che ha una visita. Sa che sarà lei. Ha visto il suo sguardo durante il verdetto, l’ha vista sobbalzare alle parole del giudice, fare un piccolo sorriso fiducioso alla fine nella sua direzione. Quando entra nella stanza, vede Miranda alzarsi in piedi, sorridergli ancora una volta.

PHIL: Mi dispiace.

Miranda scuote la testa, pratica.

mamma shone2

MIRANDA: Non devi dispiacerti, Phil. Hai sentito il giudice, sei stato assolto dall’accusa di spaccio e…

PHIL: E ora da una prigione passerò ad un’altra. Ma non è di questo che ti chiedo scusa. Tu sei stata coinvolta e…

MIRANDA: E se solo una delle parole che ho pronunciato è servita a scagionarti, è andata bene così.

Phil la guarda, si siede di fronte a lei e fa un sorriso morbido, uno di quei rari sorrisi che solo Miranda ha avuto la fortuna di vedere.

PHIL: Sono una vera delusione, non è vero?

Miranda scuote la testa.

MIRANDA: Considerati i presupposti, sei stato bravissimo.

PHIL: Già, guardati intorno, è esattamente la villa a Manhattan che immaginavo di avere…

MIRANDA: Un errore, Phil. Credi davvero che la gente non li faccia mai?

PHIL: Non tutti vanno in galera.

MIRANDA: E non tutti dopo hanno il coraggio di rialzarsi.

Phil la guarda, poi fa una smorfia.

PHIL: Questo di me non lo sappiamo ancora.

MIRANDA: Oh, io lo so. So che sei un ragazzo forte, so che non ti lascerai scappare tutto quello che hai costruito dopo anni di fatica. Ma so che hai un problema, e che devi leggere quello che ti è successo come una possibilità di risolverlo, una volta per tutte.

PHIL: Pensi veramente che il mondo della musica mi rivorrà ancora, dopo tutto questo casino?

MIRANDA: Io questo non lo so. Ma ti conosco, e sai importi molto bene, quando vuoi.

Phil fa un leggero sorriso, suo malgrado. Miranda gli afferra le mani.

MIRANDA: La prigione è stata a scopo preventivo. Hai avuto comportamenti violenti, e il giudice ha ritenuto fosse più sicuro per tutti che tu stessi qui. Ma non hai denunce a livello penale. Sei stato schedato come tossicodipendente, dovrai svolgere servizi sociali per la comunità una volta uscito, ma non sei spacciato, Phil.

Lo guarda un attimo, gli stringe le mani in maniera eloquente.

MIRANDA: Non sei tuo padre.

Phil la guarda, gli occhi velati di disperazione, lucidi dopo nemmeno lui ricorda quanto, la sensazione di aver perso tutto costante sulle sue spalle.

PHIL: Lo credi ancora? Dopo tutto questo?

MIRANDA: Sì.

Phil fa un leggero sorriso, mentre abbassa la testa Miranda vede una lacrima cadere sul tavolo. Si sforza di farlo sorridere.

MIRANDA: Non credo che Anthony May avesse tutti quegli amici ad aspettarlo fuori. E una ragazza molto carina in attesa di essere ricevuta.

Phil alza la testa di scatto, asciugandosi gli occhi. Guarda la madre, dubbioso.

PHIL: Kathleen? La giornalista?

Miranda annuisce, sorridendo.

MIRANDA: L’ho incontrata qui davanti. Aspettava l’orario delle visite, ma ha fatto passare prima me… Sembra una brava ragazza.

PHIL: Lo è. L’articolo che ha scritto… Non so nemmeno come ringraziarla…

MIRANDA: Beh, comincia a dirglielo. Non sei mai stato bravo con le parole, ma sono sicura che…

Phil scuote la testa, pratico.

PHIL: No, io… Dille che non dovrebbe essere qui, non oggi. Che deve farmi un piacere.

Miranda lo guarda curiosa, e Phil le spiega tutto.


second change_avi2


loft second chance

EMILY 2S 2

EMILY: Shermann mi sta chiamando da stamattina. Immagino voglia sapere cosa ne volete fare del contratto, ma trovo difficile dargli una risposta se prima non me la date voi.

SHONE 2S

SHONE: Ti abbiamo già detto…

EMILY: Shone, per favore.

Emily si passa una mano tra i capelli, Noel vede che è stanca. Fa per chiederle qualcosa, ma Emily lo precede.

EMILY: A proposito, grazie di esserti concesso, Noel.

Noel la guarda, ne vede apertamente l’ostilità. Emily distoglie lo sguardo, torna ad abbracciare la sala senza guardare realmente nessuno di loro.

EMILY: Prima di rispondere…

Shone, che era già pronto a scattare, si ferma.

EMILY: Vi invito a chiedervi una cosa. Un conto è salvaguardare Phil, non volerlo sostituire, che secondo voi è un po’ come tradirlo. Va bene, non lo condivido, ma lo capisco. Il punto è che le cose sono cambiate. Phil starà in comunità per dodici mesi. Quindi la domanda è: come volete trascorrerlo, questo benedetto anno?

I tre si guardano un attimo, poi Shone si schiarisce la voce, calmo.

SHONE: Io… Non pretendo che tu capisca. Nessuno può farlo, perché nessuno ha vissuto quello che abbiamo vissuto io e Phil. Io lo conosco e credimi, Emily, possono dirlo in pochi. E’ un cazzone, un impulsivo, un avventato ma… Questo è il suo sogno. Gli Shameless, intendo..Non è solo il mio. E’ il nostro. Quindi mi dispiace, non continuerò questa cosa senza di lui.

shone parla2

EMILY: Se non andrete avanti il contratto verrà reciso, e pagherete una penale…

NOEL: Beh, abbiamo pur sempre la vendita del singolo, no? Anche se finissimo in pari, poco male!

Noel fa un leggero sorriso, per sdrammatizzare, ma Emily si limita a guardarlo di traverso.

LIAM: Io… Non lo so. Sono della stessa idea di Shone, ma capisco anche il tuo punto di vista. Forse dovremmo parlarne con Shermann, e magari dovrei contattare Jen per sapere che cavilli…

Liam si blocca, si chiede se Jen abbia ancora voglia di essere contattata da lui. Il verdetto non è stata una sconfitta totale, ma forse la ragazza sta riflettendo anche su di loro, considerato il futuro nebuloso che Liam si vede prospettato. Shone li guarda, poco convinto.

SHONE: Se vuoi, possiamo provare… Ma sai come la penso.

Emily annuisce, rincuorata da quell’accordo. Poi guarda Noel.

EMILY: E tu? Oltre a fare il pagliaccio, hai un’opinione al riguardo?

NOEL: Io non lo so… Non sono stato presente al processo e…

EMILY: Già, ma questo non ti impedisce di avere un’idea su cosa tu voglia fare nell’immediato futuro.

SHONE: Non si parla solo di noi…

EMILY: Quello che Phil potrà fare da qui a un anno purtroppo è chiaro. Ma voi?

La ragazza torna a guardare Noel, che alza le spalle, dubbioso.

NOEL: Mi fido di loro. Ma come dice Shone…

EMILY: E cosa dice Noel, invece?

Liam e Shone si zittiscono, li guardano alternativamente, capendo che in realtà la discussione non riguarda più solo gli Shameless. Noel la guarda, irritato.

NOEL: Noel dice che a lui va bene tutto…

EMILY: Già, a Noel va sempre bene tutto! Se ne lava le mani, sparisce per una settimana e poi arriva e dice che gli va bene tutto!

emily domanda

NOEL: Qual è il tuo problema, Ems?

EMILY: No, qual è il tuo di problema! Smettila di fare il bambino e cresci una buona volta! Impara a prendere delle cazzo di decisioni, a fare delle cazzo di scelte, ad assumerti le tue responsabilità! Hai un figlio, Noel, e ti comporti come se avessi ancora sedici anni!

Emily si zittisce, guarda Noel ansante, mentre il ragazzo si adombra, il suo volto si indurisce.

noel ascolta serio2

NOEL: Grazie per avermi ricordato di Cody, Emily. Sono cose che si dimenticano, se non puntualizzate.

Emily guarda il ragazzo afferrare il suo borsone da viaggio, capisce di aver detto troppo, ma ormai è tardi.

NOEL: Non che la cosa ti riguardi, ma hai ragione, ho deciso di assumermi le mie responsabilità. Infatti Cody è a New York ora, e io ho intenzione di trascorrere questi dodici mesi essendo un padre presente.

Emily lo guarda sorpresa, così come gli altri due, mentre Noel percorre le scale che lo portano al piano di sopra, nella sua stanza.




carcere_280x0

KAT PROMO PRIMO PIANO

Kathleen fa un leggero sorriso verso Miranda, quando la vede uscire dalla stanza delle visite. In pugno stringe il Discover, che da una prima occhiata veloce non sembra parlare di lei, ma sa che potrebbe aspettarsi ancora qualcosa il giorno seguente.  Kathleen fa per alzarsi, ma uno sguardo di Miranda, quasi imbarazzato, la blocca.

MIRANDA: Scusami l’intrusione, ma Phil mi ha detto di dirti una cosa…

Kathleen si sforza di sorridere, d’altra parte la donna non c’entra niente con il loro rapporto complicato. Miranda sembra visibilmente a disagio però, fatica a trovare le parole. Kathleen si schiarisce la voce.

KATHLEEN: Mi dica pure.

MIRANDA: Ecco… Non so cosa significhi, Phil non mi ha raccontato niente, ma mi ha detto… Mi ha detto che non dovresti essere a New York, oggi. Ha detto che hai qualcos’altro da fare.

Kathleen spalanca gli occhi, sorpresa.

KATHLEEN: Io? E cosa?

Miranda si stringe nelle spalle, perplessa.

MIRANDA: Non lo so. Mi ha detto solo “dille di andare da loro.”.

Kathleen guarda un attimo la donna, poi finalmente capisce.




Liam guarda ancora una volta il campanello, dubbioso, prima di decidersi a suonare. Non sa se è una buona idea essere andato lì, non sa cosa pensa Jen e nemmeno cosa pensa lui, in verità. Sta per tornare indietro, sicuro che la ragazza non sia in casa, quando la porta si apre e compare Jen, piuttosto stanca.

JEN4

JEN: Oh… Ciao, Liam.

LIAM: Ciao, scusa il disturbo…

Jen nega velocemente con il capo, apre la porta per farlo entrare.

JEN: Figurati, entra pure.

Liam entra in casa, mentre Jen chiude la porta, dopo aver controllato non ci siano fotografi in giro.

LIAM: Tranquilla, sono venuto in taxi.

JEN: No certo, so che sei attento ma ultimamente preferisco controllare, dopo il processo e tutto quello che ne conseguirà…

Si ferma un attimo, poi guarda Liam, come se capisse cosa quanto detto.

JEN: A proposito… Come state?

Liam si stringe nelle spalle, si guarda intorno, senza incrociare lo sguardo della ragazza.

LIAM: Ecco noi… Siamo abbastanza confusi sul da farsi.

Jen annuisce, pratica, percependo l’imbarazzo di Liam. I due non hanno più parlato di quanto successo tra loro, e la ragazza sa che lui aspetta un chiarimento.

JEN: Però avete un contratto da rispettare, giusto?

Liam annuisce, a disagio.

LIAM: Già, Emily ce l’ha detto, ma non abbiamo idea delle clausole o quant’altro…

JEN: Lo hai con te?

Liam alza gli occhi, per la prima volta la guarda.

LIAM: Sì.

JEN: Ok. Vediamo che dice.

Liam la vede avvicinarsi al tavolo, spostare un’altra sedia per fargli spazio. Finalmente il ragazzo le fa un debole sorriso.




shermann

Emily scende dal taxi, davanti a lei l’imponente struttura che ospita i servizi offerti dalla Shermann. Per un attimo pensa che da quando ha deciso di rappresentare gli Shameless ha visto più tribunali e carceri che studi di registrazione, e suo malgrado fa un sorriso tetro. Perché lo sa, i problemi non sono ancora finiti. Percorre velocemente la strada che la separa dalla porta a vetri, trova Susan rivolgerle un sorriso affettato.

SUSAN: Emily.

SUSAN 2S

EMILY: Ciao, Susan. Vorrei parlare con…

SUSAN: Il signor Shermann, certo. Ti aspettava.

Susan la precede lungo il corridoio, mentre Emily sente montare l’ansia.

SUSAN: Come sta Noel?

La domanda a bruciapelo la colpisce sul nervo scoperto. Emily si è sforzata di non pensare al litigio avvenuto con il ragazzo solo poche ore prima, e a quello che lui le ha detto. Si chiede per un attimo se tra Noel ed Hellen sia successo qualcosa, poi si riscuote, dicendosi che lo fanno per il bene di Cody. E in ogni caso, loro non stanno insieme.

EMILY: E’ appena tornato da New Orleans, dovresti chiederlo a lui.

Susan si gira verso di lei, di fronte alla porta dell’ufficio di Shermann.

SUSAN: Oh, lo farò.

Poi bussa velocemente alla porta di Shermann, non lascando ad Emily il tempo di replicare.

BRET SHERMANN: Avanti.

Bret Shermann

Emily segue Susan nell’ufficio, che la lascia sola con Bret Shermann, dopo averle rifilato l’ennesimo sorriso sarcastico.

BRET SHERMANN: Allora, Emily, che mi dice? Ormai la giuria si è pronunciata, le sorti del nostro Harper sono decise.

EMILY: Sì, diciamo che i ragazzi sono ancora scossi, è successo tutto stamattina e loro…

Bret Shermann abbandona il sorriso cordiale, la guarda togliendosi lentamente gli occhiali.

SHERMANN: Mi sta dicendo che non siete ancora arrivati ad una decisione?

EMILY: No in realtà…. Parlando con loro, mi sembrano abbastanza decisi a non voler sostituire Phil in alcun modo. Per dirla con le loro parole… “non ci sono gli Shameless, senza Phil”.

Bret Shermann la guarda un attimo, le labbra assottigliate, contrariato.

SHERMANN: Ha provato a fargli capire quali sono i problemi di una rescissione…

EMILY: Sì, ma sono rimasti piuttosto fermi sulle loro decisioni.

Shermann si prende un minuto prima di parlare nuovamente.

SHERMANN: Questo complica le cose.

Emily guarda l’uomo, un senso di inadeguatezza la pervade.

EMILY: Mi dispiace, non so cosa fare…

SHERMANN: E questo è un errore, Emily. Perché lei dovrebbe sapere cosa fare, eccome. Vede, il compito di un manager non è solo quello di seguire i propri clienti, ma di assisterli e consigliarli affinché prendano le decisioni migliori, non solo a livello di immagine ma anche a livello economico. Mi pare di capire che non sia riuscita in nessun ambito, con loro.

Emily abbassa il capo, avvilita. Non ha intenzione di ribattere, sa che Bret Shermann ha perfettamente ragione. L’uomo fa un leggero sospiro, poi la guarda serio.

SHERMANN: Chiaramente, la sua inesperienza non l’ha aiutata. Spero che in futuro possa dimostrare di aver imparato, signorina. Susan le farà avere tutti i documenti da firmare al più presto. E’ stato un piacere, Emily.

Emily si avvicina a Shermann stringendogli la mano, sorpresa. Non si aspettava che l’uomo mettesse da parte il suo disappunto in maniera così repentina.

EMILY: Mi dispiace, signor Shermann…

SHERMANN: Sono sicuro che i ragazzi mi ripagheranno a dovere.

Bret Shermann rivolge ancora una volta un sorriso di circostanza ad Emily, la vede uscire dallo studio, si risiede pesantemente sulla sedia. Dopo poco compone un numero interno, le risponde Susan.

BRET: Susan, si metta in contatto con Liam Sandres, per favore. Sì, direttamente con lui. Gli dia appuntamento per domani mattina, nel mio ufficio. Solo lui, Larxs e West.




Jen alza gli occhi su Liam, seduto accanto a lei in cucina, e dallo sguardo il ragazzo capisce che non ha buone notizie.

JEN: La clausola di rescissione è chiara: laddove rescindiate il contratto prima della scadenza, occorre pagare una penale.

LIAM: Impossibile ci capitasse una bella notizia.

Liam appoggia la schiena alla sedia, si passa una mano tra i capelli, esausto.

LIAM: E quanto ammonta?

Jen torna a guarda il foglio, pensierosa.

JEN: Parecchio. Ma… Potremmo sostenere l’impossibilità di applicare il contratto.

LIAM: Spiegati meglio.

JEN: In parole povere, se Shermann ha ingaggiato gli Shameless, ma gli Shameless non sono in grado di esibirsi… La colpa non è di nessuno.

LIAM: Peccato che Shermann proponesse una sostituzione del frontman.

Jen guarda Liam, assorta.

JEN: Potreste a questo punto negoziare la cessazione… Sicuramente in caso di ricorso sareste svantaggiati, ma…

Liam la guarda, in attesa di una soluzione. Invece Jen lo coglie di sorpresa, osservandolo attenta.

JEN: L’idea di sostituire Phil ti sembra così insensata?

Liam ci mette un po’ a rispondere.

LIAM: E’ difficile da spiegare. So che pensi che un cantante più… Equilibrato non potrebbe che giovarci…

JEN: E’ esattamente quello che penso.

LIAM: Ma gli Shameless sono di Phil. E lui… Lui mi ha praticamente raccolto da terra. Mi ha proposto di suonare con lui in un momento in cui mi chiedevo che cavolo avrei fatto nella mia vita, dopo che…

Liam si blocca, poi guarda Jen, che lo fissa, curiosa.

JEN: Dopo che?

LIAM: Dopo che la mia ragazza mi aveva tradito con il mio batterista.


NEW ORLEANS,  TRE ANNI PRIMA


Colonna Sonora – How You Remind Me

locale new orleans

Liam aveva ignorato lo sguardo apprensivo della cameriera, incerta se portargli l’ennesima birra ordinata. Liam aveva alzato lo sguardo, un misto di disperazione e rabbia, e la ragazza si era allontanata velocemente.

SHONE: Allora, cosa prendiamo?

Liam aveva girato lo sguardo, mentre tre ragazzi si avvicinavano al bancone.

PHIL: Fai tu.

NOEL: Io direi di prendere una bella Guinness fresca, che dite?

Liam aveva visto Phil alzare le spalle. Non lo conosceva ancora, ma la prima impressione che aveva avuto era di uno che se ne fotteva di tutto. Un po’ come Taylor, che aveva appena lasciato in quella che era la loro casa, a piangere contro un muro.

LIAM: Avrebbe dovuto pensarci prima…

Aveva sussurrato Liam, mentre la ragazza gli portava l’ennesima birra, preoccupata.

Noel aveva intercettato lo sguardo di Ketty, la barista. Si conoscevano abbastanza bene, aveva passato qualche nottata insieme a lei, e Noel capiva che Ketty era preoccupata di come avrebbe fatto uscire quel ragazzo dal locale.

NOEL: Ehi, amico, tutto bene?

Liam aveva alzato lo sguardo su quel ragazzo biondino, infastidito.

LIAM: Certo, non si vede?

liam ok serio

NOEL: Beh, in realtà ti vedo messo piuttosto male. Vuoi compagnia?

LIAM: No, grazie.

Shone aveva afferrato il braccio di Noel, preoccupato.

SHONE: Lascialo stare, Noel…

Phil gli si era avvicinato, pensoso.

PHIL: Tu sei il chitarrista dei The Reckless.

LIAM: Già.

PHIL: Non era una domanda. Cosa ci fai qui? Non avevate appena firmato un contratto per un tour?

Liam aveva alzato il boccale, un sorriso tirato.

LIAM: E infatti sto festeggiando, non vedi?

PHIL: Veramente a me sembri piuttosto disperato.

Liam aveva appoggiato il boccale, lentamente si era alzato, la voglia improvvisa di fare a pugni con qualcuno.

LIAM: Qual è il tuo problema?

PHIL: Oh niente, mi chiedevo solo per quale motivo ci abbiano ripensato. Siete un gruppo così mainstream.

Phil non si aspettava che il ragazzo sarebbe stato così veloce, ma Liam lo aveva preso per il colletto e avvicinato al muro.

LIAM: Te lo ripeto: qual è il tuo problema?

Phil non si era scomposto più di tanto, anche lui con un’incredibile voglia di menare le mani. Noel e Shone si erano avvicinati immediatamente, cercando di calmare gli animi.

NOEL: Dai amico, lascialo andare…

SHONE: Devi scusarlo, parla a sproposito…

PHIL: Sicuro che il problema lo abbia io? Aspetta, fammi indovinare: hanno cacciato solo te. Per quello stai qui da solo ad annacquare di lacrime la tua birra.

phil parla ironico

Liam aveva sentito una voglia irrefrenabile di togliere il sorriso della faccia del ragazzo con un pugno, ed era quello che stava per fare, se Phil non avesse continuato.

PHIL: Che idioti. Hanno perso il migliore.

Liam aveva allentato la presa, aveva guardato Phil in modo sospetto, la mente annebbiata dall’alcol, l’incertezza che il ragazzo lo stesse prendendo in giro.

LIAM: Che vuoi dire?

PHIL: Voglio dire…

Aveva iniziato Phil, sistemandosi la maglietta.

PHIL: …Che sei uno dei più bravi, lì dentro. Un ottimo chitarrista.

Shone aveva guardato Phil, si era ricordato un commento dell’amico anni prima, quando avevano visto per la prima volta i Reckless.

PHIL: E a noi ne servirebbe uno. Piacere, Phil.

NOEL: Aspetta, Phil, ma… Jack?

Liam aveva guardato la mano che Phil gli porgeva, mentre quest’ultimo scrollava le spalle in direzione di Noel.

PHIL: Jack è un alcolizzato. Non che tu mi abbia dimostrato il contrario, per ora, ma mi piacerebbe sentirti suonare da sobrio… Se possibile.

Liam lo aveva guardato con sospetto.

LIAM: Perché dovrei suonare con voi?

PHIL: Perché siamo l’unica alternativa che hai, mi pare. E perché ora che il tuo gruppo se ne andrà, ci sarà un buco a New Orleans. Un buco che abbiamo intenzione di riempire noi.

Phil si era allontanato, mentre Liam continuava a fissarlo, poco convinto. Poi il ragazzo si era girato un’ultima volta, sempre con quel sorriso canzonatorio.

PHIL: Proviamo tutti i giorni alle quattro e mezza. Boulevard Street. Penso tu conosca la strada.




saletta prove

Liam aveva guardato ancora una volta la saletta, prima di decidersi ad entrare. Era passata una settimana, Taylor, Hank e Justin erano da poco partiti per Miami. Dormiva in albergo da qualche giorno, utilizzando i soldi rimasti, senza decidersi a tornare nella casa che divideva con Taylor per prendere tutta la sua roba. Facendo un lungo respiro, era entrato in saletta.

Phil aveva alzato lo sguardo su Liam, mentre gli altri due, con un ragazzo che Liam non aveva mai visto, smettevano di suonare. Phil lo aveva fissato un attimo, poi aveva sorriso.

PHIL: Pensavo ti fossi perso.

Con un salto era sceso dal palchetto, gli era andato incontro. Jack lo aveva guardato perplesso.

JACK: Ma quello chi è?

Phil si era girato, sorridendo.

PHIL: Un nostro amico. Jack, perché non vai al bar a prendere un paio di birre?Pago io. Lascia pure qui la chitarra.

L’idea dell’alcol offerto da Phil aveva convinto immediatamente Jack, che aveva rivolto un sorriso riconoscente a Liam per l’interruzione. Phil aveva aspettato che Jack lasciasse la saletta e lo aveva guardato.

PHIL: Perfetto, proviamo qualcosa…

LIAM: E il tuo chitarrista?

Phil si era girato, scrollando le spalle.

PHIL: Non so se hai notato quanta voglia ha di suonare.




Liam doveva ammetterlo, i ragazzi erano parecchio bravi. Gli piaceva la voce rauca e ironica di Phil, apprezzava l’energia di Shone e immaginava che Noel avesse un certo carisma sul palco. Quello che lo spinse ad accettare la proposta su però principalmente la costituzione della band: erano tutti uomini. Non avrebbe mai più avuto cuori infranti. O questo gli piaceva pensare.

Da quel giorno, per una settimana, Liam andò a provare con loro tutti i giorni. Alla fine di quella settimana, mentre aspettava che Phil chiudesse la saletta, si era deciso a chiederglielo.

LIAM: Ma… Jack? Non l’ho più visto da quel giorno…

PHIL: Non preoccuparti di Jack. È dispiaciuto più a me che a lui, ed è tutto dire.

LIAM: Lo fai spesso? Pugnalare alle spalle i tuoi amici?

Phil si era girato, aveva guardato Liam in maniera enigmatica.

PHIL: No, in realtà non lo faccio mai. Il punto è che io ho un solo amico, e quello è Shone.

phil nega sorridendo

LIAM: E gli altri? Noel?

PHIL: Noel è il mio bassista. Ha la mia stima come musicista, il mio rispetto, ma non è mio amico. Non ancora, perlomeno.

Liam lo aveva guardato, mentre Phil sorrideva.

PHIL: Trovi strano non mischiare relazioni interpersonali con il lavoro?

Liam aveva sobbalzato davanti a quella constatazione.

LIAM: No è che…

PHIL: È che nei Reckless eravate tutti amici.

LIAM: E poi uno di loro mi ha inculato alla grande.

Phil aveva annuito, non aveva fatto domande, e questo aveva conquistato Liam.

LIAM: E la ragazza mi ha lasciato. Il che è un bel casino, visto che vivevo con lei. Quindi sai una cosa? Sposo la tua teoria.

Phil aveva fatto una breve risata. Poi si era contraddetto , e questo aveva conquistato Liam ancora di più.

PHIL: Puoi stare da me, finché non trovi un altro posto. Hai ancora la roba lì?

Liam aveva annuito, e Phil lo aveva preceduto.

PHIL: Forza, andiamo a recuperarla.


BRONX, OGGI


Kathleen parcheggia la macchina davanti al vialetto di casa, poi rimane nell’auto, guardandosi intorno. È tutto come lo aveva lasciato, e la cosa le procura un’inspiegabile nodo alla gola. Si gira verso sinistra, guarda il dondolo sulla veranda dove spesso trovava Tommy riverso, la mattina presto. Poco più in là la loro altalena raffazzonata, costruita con un copertone della vecchia macchina del padre. Quante volte aveva spinto il fratello là sopra.

Si riscuote, apre la portiera e la richiude poco dopo. L’odore dell’aria lì è diverso.  Fa alcuni passi verso la casa, poi vede uscirne una donna. Sua madre. Sono tre anni che Kathleen non la vede, e la trova invecchiata, anche troppo per la sua reale età. La donna la guarda sorpresa, lei accenna un saluto.

Louisa
Louisa

LOUISE: Kathleen?

KATHLEEN: Ciao, mamma.


NEW YORK, OGGI


Jen ascolta Liam raccontare, quando il ragazzo si zittisce lo guarda sorpresa.

JEN: Phil ti ha aiutato a traslocare?

Liam fa una leggera risata, in imbarazzo.

LIAM: So che messa così può sembrare un’idiozia ma io… Non avevo il coraggio di entrare lì da solo. Chissà quanto tempo ci avrei messo…

JEN: Oh, non intendevo fare ironia. Solo… Non me lo aspettavo.

Liam fa un leggero sorriso.

LIAM: Lo dicono in molti, quando si parla di Phil.

Jen rimane un attimo in silenzio, poi si schiarisce la voce.

JEN: Però… Potreste trovare un modo per non “tradirlo”, giusto? Degli ingaggi… Temporanei, in attesa che Phil sia dimesso. Non credo avrebbe niente in contrario.

Liam alza le spalle, indeciso.

LIAM: Phil non è uno che comunica molti suoi sentimenti.

JEN: Già, ma immagino dovrà cominciare a farlo. E poi chiedere a lui e a Shermann che ne pensano…

Jen si interrompe quando sente il cellulare di Liam squillare. Il ragazzo lo guarda, vede il numero della Shermann. Dopo aver scambiato un’occhiata eloquente con Jen, risponde.

LIAM: Signor Shermann? Oh, ciao Susan… Giovedì  dici? Va bene, ne parlo con Emily e gli altri… Ah, perfetto. Allora a dopodomani.

Liam riattacca, guarda Kathleen dubbioso.

LIAM: Neanche a farlo apposta mi ha appena chiamato Susan, la stagista di Shermann…  Hanno già parlato con Emily e…ci vogliono vedere per discutere del contratto.

JEN: Vuoi che venga anche io o…?

LIAM: No.

Liam si accorge subito della risposta repentina.

LIAM: Nel senso… Non voglio disturbare. Hai già fatto troppo.

Jen annuisce, poi fa un piccolo sorriso.

JEN: Non posso smentire. Ma mi sa che dovrò abituarmici, se ho intenzione di continuare a stare con te.

jen sguardo allegro

Liam guarda la ragazza, gli occhi sgranati. Jen fa un leggero sorriso.

JEN: Immagino che tu abbia percepito un mio allontanamento in questi giorni, ma credimi… Non era dato da te. Solo da Phil, e tutta la storia del processo… Mi dispiace se hai pensato male.

Liam la guarda, poi sorride e senza aggiungere altro si avvicina a baciarla.

liam and emily kiss


BRONX, OGGI


LOUISA: Ti trovo bene.

Kathleen annuisce in imbarazzo, una tazza di thè fumante tra le mani, di fronte a lei il padre, Arthur, la guarda un po’ risentito. La ragazza non può biasimarlo, non la vedono da tre anni. Louisa si siede accanto a lei, la guarda premurosa e commossa.

LOUISA: Tutto bene al lavoro?

KATHLEEN: Sì, grazie.

Non è vero, non va bene niente, ma Kathleen non se la sente di parlarne. Poi Louisa si schiarisce la voce.

LOUISE: Abbiamo… Ti abbiamo visto in TV. Durante il processo di quel cantante punk. Hai scritto un articolo su di lui.

KATHLEEN: Sì, io…

ARTHUR: Un articolo di giustificazioni.

ARTHUR PADRE KAT
Arthur

Kathleen si gira di colpo verso il padre, percependo il tono carico di risentimento.

KATHLEEN: Phil mi ha raccontato la sua storia e io…

ARTHUR: E tu hai pensato valesse la pena proteggerlo. Nobile da parte tua. Peccato non abbia fatto la stessa cosa con Ben.

Arthur si alza prima che Kathleen possa ribattere. La ragazza si alza, prova a trovare le parole, d’altra parte si aspettava sarebbe successo.

KATHLEEN: Io ero piccola, e…

ARTHUR: No, Kathleen, tu eri ambiziosa. Ambiziosa ed egoista. E non posso sapere come sei ora, perché sei scomparsa per tre anni. Tutto quello che so è che hai voltato le spalle a noi, le spalle a Ben, in nome della tua carriera. Spero che ne sia valsa la pena.

Il padre percorre gli scalini che conducono al piano di sopra, mentre Kathleen si trova a fissare la tazza ancora piena di thè. Afferra il giubbotto, guarda la madre.

KATHLEEN: Io… Io devo andare.

LOUISA: No, Kath, tesoro, aspetta. Tuo padre è ferito e dice cose che non pensa…

KATHLEEN: Non è vero, le pensa eccome. Ma è giusto così, non mi aspettavo qualcosa di diverso.

Attraversa il corridoio, raggiunge la porta di casa e la apre, guardando la madre.

KATHLEEN: Io… Tornerò. Ci vediamo.

Fa pochi passi verso la macchina, quando si sente chiamare dalla madre.

“Kath, aspetta!”

Si gira e la vede lì, sulla porta di casa. E in attimo rivive quel momento.


BRONX, TRE ANNI PRIMA


Kathleen si era allontanata velocemente da casa, mentre sua madre e suo padre cercavano di richiamare la sua attenzione dal porticato. Si era girata, insofferente.

KATHLEEN: Cosa c’è ancora?

Arthur l’aveva guardata, pratico.

ARTHUR: Ben sarà a casa a momenti. Gli farà piacere vederti.

Kathleen si era avvicinata ai suoi genitori con fare aggressivo.

KATHLEEN: Vedo mio fratello anche troppo, per i miei gusti. Mi pare di aver spiegato molto bene la situazione cinque minuti fa. O devo mandarvi un telegramma?

La madre si era torturata le mani.

LOUISA: Kathleen, Benjamin è in una situazione delicata, e…

KATHLEEN: Benjamin è un drogato, mamma.

La frase si era come propagata nell’aria, facendo sobbalzare la madre. Kathleen aveva fatto una pausa, poi aveva continuato.

KATHLEEN: E’ una vita che è così, si droga più o meno da quando ha sedici anni. Gli ho parlato tantissime volte, vi ho parlato tantissime volte. Avete voluto gestirlo a modo vostro, e mi sta bene. Permettetemi di dirvi che non ha funzionato, perché sono passati quattro anni e la situazione non è cambiata.

ARTHUR: Ha bisogno di aiuto.

KATHLEEN: Questo è certo. Ma deve smetterla di aspettarmi fuori dall’ufficio in condizioni… Pessime. Sono appena stata assunta ad un giornale, e non posso permettermi…

ARTHUR: E’ tuo fratello, Kathleen.

Kathleen aveva guardato il padre, fatto un sorriso cattivo.

KATHLEEN: Già, peccato mi abbiate estromesso da ogni decisione sulla sua salute.

LOUISA: I parenti non possono interferire con il processo di cura. Siamo coinvolti a modo nostro, e anzi sarebbe opportuno che tu…

Kathleen aveva scandito bene le parole successive.

KATHLEEN: Non.mi.unirò ad un inutile gruppo di sostegno. Io non ho problemi. Ben li ha. E non permetterò che questi disturbino la mia vita.

Poi si era allontanata con passo deciso verso la sua macchina. Una settimana dopo, suo fratello era stato ritrovato morto in una stanza d’albergo.


NEW YORK, OGGI


Noel aspetta che la receptionist gli dia l’ok per salire, poi raggiunge la camera di Hellen e Cody, e bussa leggermente. Il bambino apre la porta, appena lo vede fa un largo sorriso, gli butta le braccia al collo.

CODY: Papà!

cody+

Noel abbraccia suo figlio, esausto dalla giornata appena affrontata. Dopo poco, Hellen si affaccia dalla camera, vestita con cura. Per un attimo Noel sente il cuore accelerare.

HELLEN3

HELLEN: Noi pensavamo di mangiare fuori. Hai già cenato o…

Noel scuote la testa, svelto.

NOEL: No, vengo con voi.

CODY: E se arrivano i signori con le macchine fotografiche?

Noel ci pensa un attimo, poi fa un leggero sorriso.

NOEL: Papà ha un’idea.




Kathleen parcheggia la macchina davanti a casa, le lacrime che le annebbiano la vista. Suo padre ha ragione, non ha mai sostenuto Ben. Si ricorda l’ultima volta che l’ha visto, davanti al Discover, dove Ben le aveva chiesto dei soldi. Si ricorda la vergogna provata nel vederselo arrivare lì, il modo in cui aveva cercato di allontanarlo il prima possibile.


NEW YORK, QUATTRO ANNI PRIMA


Kathleen era uscita dalla redazione, camminando nel modo più sicuro possibile su quei tacchi noleggiati in un negozio di abbigliamento ricercato. Viveva in un bilocale con un’altra ragazza e molto spesso saltava la cena, ma cercava di non farci troppo caso. Dopo anni in cui aveva fatto i lavori più disparati, finalmente ce l’aveva fatta. Era entrata in una redazione vera, e aveva intenzione di salvaguardare il suo posto a qualunque costo.

BEN: Quanto è bella la mia sorellona!

BEN

Kathleen si era girata di colpo, aveva sentito la voce stanca e strascicata di Benjamin che quasi faticava a sovrastare il rumore della città. Lo aveva visto poco distante dall’entrata del Discover, appoggiato alla sua macchina, i vestiti sporchi e il viso consunto. Prima di avvicinarglisi si era guardata intorno, per assicurarsi che non li vedesse nessuno.

KATHLEEN: Che ci fai qui?

BEN: Ehi.. Ehi. Non posso nemmeno venire a trovare mia sorella?

Kathleen aveva incrociato le braccia, esausta.

KATHLEEN: Tu non vieni mai “ a trovarmi”, Ben.

BEN: Ma se sono venuto anche la scorsa settimana…

KATHLEEN: A chiedermi dei soldi, appunto. Cosa che credo farai anche stavolta.

kat parla seria

Ben aveva ignorato la considerazione della sorella, si era girato verso la macchina di Kathleen, sorridendo.

BEN: E’ una Dodge, vero? Sono contento che tu abbia iniziato a lavorare…

KATHLEEN: Era del mio capo. La sto pagando ad un prezzo di favore.

BEN: Non è da tutti avere capi così gentili.

Ben aveva annuito, prima di guardarla, sorridente.

BEN: E credi che possa prestarti un po’ di soldi per il tuo fratellino? Li riavrai in settimana, te lo prometto…

KATHLEEN: Già, come quelli del mese scorso e del mese scorso ancora.

BEN: Kat, sono in un brutto momento ora…

KATHLEEN: Sono tre anni che sei in un brutto momento.

Ben si era zittito, pronto ai rimproveri che non erano tardati ad arrivare.

KATHLEEN: Mamma e papà pensano che la cosa migliore per te sia incontrare psicologi che cercano di trovare un qualche trauma nella tua vita ma lo sai anche tu Ben, che finchè non vuoi uscirne…

BEN: Kath, ci sto provando…

KATHLEEN: Ah sì? E a cosa ti servono i soldi, allora?

Un silenzio aveva seguito quella domanda. Kathleen aveva oltrepassato il fratello, aperto la portiera mentre lui si scostava dal paraurti.

BEN: Posso… Posso almeno rimanere da te? Mamma e pa…

KATHLEEN: Mi dispiace, Ben, ma non credo sia la soluzione migliore per te.

BEN: Dici che sapresti come aiutarmi. Dimostralo.

KATHLEEN: Vai da un dottore, Ben.

Poi aveva richiuso la portiera e messo in moto. Kathleen lo sa, ora, che a prescindere da quale fosse la soluzione migliore per il fratello, sicuramente averlo in casa all’epoca non era la soluzione migliore per lei.


NEW YORK, OGGI


Colonna Sonora- Please Don’t Go (2 scene)

Il cellulare che vibra insistentemente nella borsa distoglie Kathleen dai suoi pensieri. La ragazza si accorge distrattamente di avere il viso pieno di lacrime, velocemente si passa una mano sulle guance, mentre sul display vede comparire il nome di Shone. Si schiarisce la voce, sperando che sia di un timbro il più possibile normale.

KATHLEEN: Sì?

SHONE: Kathleen? Tutto bene?

KATHLEEN: Sì, perché?

SHONE: No, ecco… Ieri sembravi scossa e io…

KATHLEEN: Va tutto bene, Shone. Stai tranquillo.

SHONE: Mi riesce un po’ difficile ma… Ci proverò.

Kathleen sente una fitta d’affetto per quel ragazzo, ma non commenta la premura di Shone, che subito riprende a parlare.

SHONE: Comunque ti chiamavo per dirti… Che Phil domani sarà portato in comunità e insomma… Tutti noi andremo a salutarlo. Ho pensato ti facesse piacere saperlo.

Kathleen rimane in silenzio, con il telefono all’orecchio, mentre le emozioni più diverse le attraversano la mente.

KATHLEEN: Io… Ci sarò. Ciao, Shone.

Fa per mettere giù, poi ci ripensa.

KATHLEEN: E, Shone?

SHONE: Sì?

KATHLEEN: Grazie per avermelo detto.




Noel riattacca con Liam, poi torna in camera, dove Cody si è appena addormentato. Rivolge un’occhiata eloquente ad Hellen, che con gli occhi gli indica la porta della camera. Entrambi escono sul ballatoio prima di parlare.

NOEL: Si è addormentato, complimenti.

HELLEN: Non è stato facile, considerata l’euforia di aver pranzato su una delle torri più alte di New York…

NOEL: Volevi la privacy? L’hai avuta. Dovresti apprezzarmi, invece di sgridarmi sempre.

Hellen fa un leggero sorriso, il rossetto sbiadito.

HELLEN: Hai ragione, grazie.

Noel la guarda, in imbarazzo, e Hellen smorza la tensione.

HELLEN: Novità di Phil?

Noel annuisce, appoggiandosi alla balaustra.

NOEL: Sì, domani lo trasferiscono in comunità. E fra un anno sarà fuori.

HELLEN: E voi cosa pensate di fare?

Noel si passa una mano sul viso, improvvisamente la stanchezza si fa largo sul suo volto.

NOEL: Non lo so, io…Io so solo che devo pensare a Cody, prima.

Hellen lo guarda, gli rivolge un sorriso dolce.

HELLEN: Lo stai facendo. Il ristorante di stasera…

NOEL: Il ristorante di stasera posso permettermelo con i soldi del singolo. Ma non dureranno per sempre. E io voglio potervi…

Noel fa un piccolo respiro, prima di guardarla in faccia, a disagio.

NOEL: Potervi far rimanere a New York.

Hellen alza un sopracciglio, curiosa.

HELLEN: E cosa potrei fare qui? Un conto è una vacanza, un altro…

NOEL: Puoi fare tutto quello che vuoi. Riprendere a studiare, trovare un lavoro  che ti piaccia…

Hellen scuote la testa, si rifiuta di credere a quelle parole.

HELLEN: E chi penserà a Cody?

NOEL: Io. Ci penserò io, Hellen. Ho intenzione di fare il padre sul serio.

HELLEN: Come mai adesso?

Noel ci mette un attimo a raccogliere i pensieri, prima di fare un sorriso triste.

NOEL: Quando mi hai minacciato di non farmelo più vedere… Ho pensato che era la cosa peggiore che mi potesse capitare. E sai perché? Certo, Cody è mio figlio, quindi è un dolore a prescindere, ma io… Io lo vivo troppo poco, Hellen. Lo vedo troppo poco, ci parlo troppo poco. Quello che è successo qualche mese fa me lo ha fatto capire.

noel parla serio

Hellen lo guarda, poi si decide a chiederglielo.

HELLEN: Ti ha fatto capire che ti manca Cody?

NOEL: Non solo questo, in verità.

Hellen lo guarda, e sa già cosa Noel ha intenzione di dirle. Ma lei lo precede, si stacca dalla balaustra e si avvia verso la camera.

hellen occhi bassi

HELLEN: Si è fatto tardi… In bocca al lupo per domani. Buonanotte.

Noel le rivolge un breve cenno di saluto e resta a guardarla sparire nella camera dell’hotel.




phil nuova2

Phil sente le manette scattare, mentre entra nella stanza in cui gli restituiranno i suoi affetti personali. Non ha dormito molto, ha paura di quello che succederà e di quello che sarà il suo futuro da quel momento in poi. Alle nove, un’ora prima dell’orario accordato, le guardie lo hanno svegliato, e ora Phil si trova davanti a loro, mentre una di esse elenca quello che è suo.

GUARDIA: …E questa fotografia.

Phil guarda la foto che ritrae una ragazza giovane, fa per prenderla ma la guardia lo interrompe.

GUARDIA: E’ quella ragazza che vieniva sempre?

Phil scuote la testa, mentre se la infila in tasca.

PHIL: No, è mia madre. La mia madre adottiva.

La guardia annuisce, poi fa un sorriso cattivo.

GUARDIA: Non la vedo da un po’… Mi sa che ha cambiato interessi.

Phil aggrotta le sopracciglia, senza capire.

PHIL: Di cosa stai parlando?

La guardia scrolla le spalle, ma poi gli allunga il giornale del mattino. Oltre alla notizia della sua condanna, c’è un articolo dedicato a Kathleen e a quello che è stato il suo dramma familiare. Ai piedi dell’articolo, una foto della ragazza con Shone, scattata davanti al tribunale. Il ragazzo le prende la mano, ed entrambi camminano verso un taxi. Phil rimane a guardarla senza sapere cosa dire, la mente un turbinio di emozioni. La guardia lo osserva sarcastico.

GUARDIA: Oh, non te la prendere Harper. D’altra parte tu devi passare un anno rinchiuso… Dovrà pure consolarsi in qualche modo, no?

Phil guarda ancora un attimo la foto, poi stringe il giornale nel pugno e si dirige fuori.




Kathleen si sveglia di soprassalto, il cellulare che vibra sul comodino. Lo afferra senza nemmeno leggere il nome e chiude la chiamata. Dopo poco sente l’arrivo di un messaggio. Lo apre con gli occhi semichiusi. E’ di Shone.

“Hanno anticipato il trasporto di Phil, è trapelato l’orario e la stampa ha informato tutti. Stiamo andando a prenderlo ora. Se pensi di raggiungerci, ti mando l’indirizzo”.

Kathleen si siede nel letto, improvvisamente sveglia.

 




I ragazzi seguono la macchina che trasporta Phil, impazienti di salutarlo. Emily siede nel sedile anteriore accanto a Liam, ogni tanto dallo specchietto lancia un’occhiata a Noel. Non hanno ancora avuto modo di parlare, ma spera di trovare l’occasione in quella giornata. I ragazzi vedono la macchina davanti svoltare in un viottolo ghiaioso, e poco dopo appare davanti a loro una tenuta rustica, immersa nel verde. Shone fa un sorriso, guardandola.

SHONE: Non se la passerà male alla fine, mi sa.

Miranda, accanto a lui, scuote la testa, seria. Ma alla fine sorride anche lei.

Parcheggiano dietro la macchina in cui c’è Phil, e appena sceso il ragazzo si dirige verso gli altri. Noel, impulsivamente lo abbraccia, e lo stesso fa Liam.

PHIL: Devo farmi incarcerare più spesso, mi sa.

Liam scuote la testa, facendo un leggero sorriso, mentre Phil si avvicina a Shone, che lo guarda serio.

SHONE: Non dirlo neanche per scherzo.

Phil sorride leggermente, un sorriso sincero dopo tanto tempo. Una donna esce dalla struttura, si avvicina al gruppo con fare professionale.

Rebecca
Rebecca

REBECCA: Phil?

Phil si gira, la guarda, il sorriso sparito.

PHIL: Sono io.

REBECCA: Appena sei pronto, ti mostro la tua stanza.

Phil annuisce, poi si gira verso i ragazzi.

PHIL: Non mi dimenticate.

LIAM: Anche volendo, sarebbe difficile.

Phil sorride, li abbraccia nuovamente, poi guarda Emily.

PHIL: Non pensavo saresti venuta.

EMILY: Questo perché credi che io ti odi.

PHIL: Non è così?

Emily lancia uno sguardo alla struttura, fa un sorriso leggero.

EMILY: Credo che una volta uscito da qui le cose potranno solo migliorare.

PHIL: Lo spero.

Il ragazzo si gira, segue la donna insieme a Miranda  e Shone all’interno della casa. Da un ambiente vicino Phil vede alcune persone riunite in cerchio, ma Rebecca lo sospinge con determinazione verso una rampa di scale.

REBECCA: Questi sono i dormitori, ognuno ha una stanza che divide con un altro utente.

Phil storce la bocca a quella definizione, ma non dice nulla.

REBECCA: Può appoggiare qui tutte le sue cose. Ha un’ora di tempo per liberarsi degli oggetti tecnologici…

Phil sgrana gli occhi, la borsa che portava sulle spalle scivola lentamente a terra.

PHIL: Non posso avere niente?

REBECCA: No, il cellulare per almeno le prime settimane…

PHIL: E niente musica?

La donna fa un sorriso comprensivo, poi scuote la testa.

REBECCA: Immagino che per lei sarà dura, ma queste sono le regole.

MIRANDA: Ci si abituerà.

Phil guarda la madre, si stupisce che lei creda ancora in lui. Rebecca guarda i tre, fa un tenue sorriso.

REBECCA: Vi lascio da soli, allora.

Miranda la ringrazia, e i tre vedono la donna allontanarsi dalla stanza. Phil guarda l’antro, stupito.

Colonna Sonora – Kissing You ( 3 scene)

PHIL: Non c’è la porta.

SHONE: Dovrai fare a meno della privacy.

Phil sospira vistosamente, poi guarda Miranda.

PHIL: Non so se ce la faccio.

MIRANDA: Sì che ce la fai.

Phil guarda la donna, scuote velocemente la testa, cercando di controllare quella sensazione di sconforto prepotente. Miranda gli si avvicina, lo prende per il viso.

MIRANDA: Ce la farai, Phil. Mi hai capito? Dimostrerai a tutti che si sbagliavano, che sei ancora meglio di quello che pensavo. Ce la farai e…

SHONE: E tornerai da noi. Perché insomma, gli Shameless non possono esistere senza il loro cantante, no?

Phil si volta verso il ragazzo, vede Shone con gli occhi lucidi. Ripensa a quella foto, ripensa a Kathleen e ripensa al fatto che lo sa, Shone prova qualcosa per lei, come lui, ma il suo batterista può darle qualcosa che ora Phil non può prometterle. Ed entrambi meritano di essere felici. Annuisce, mentre sente gli occhi pizzicare. Shone si schiarisce la voce, cercando di controllarne il tremolio.

SHONE: E lo sai che puoi contare sempre su di me e la mamma, telefono permettendo, vero?

Phil alza gli occhi, e Shone si avvicina, di impulso lo abbraccia.

SHONE: Siamo una famiglia. Lo saremo per sempre. Questa cosa non cambierà mai.

Phil risponde all’abbraccio, e i due dopo poco si voltano verso Miranda, la includono nell’abbraccio, mentre la donna si abbandona ad un pianto liberatorio, insieme ai suoi due figli.




I ragazzi fanno per risalire in macchina, quando Emily si schiarisce la voce, ferma Noel.

EMILY: Posso parlarti un attimo?

Noel la guarda, aspettava quel momento e un po’ lo temeva. Liam li guarda, capendo, indica la macchina che ha accompagnato Phil.

LIAM: Io aspettiamo in macchina.

Emily annuisce, ma la proposta di Liam di dividersi le fa capire che c’è qualcosa che Noel deve dirle, e che non sarà positiva.

EMILY: Io mi volevo scusare.

Noel alza lo sguardo, interrogativo.

EMILY: Insomma, per quello che ho detto. Ero nervosa, ma non dovevo permettermi di parlare di Cody e…

NOEL: Avevi ragione.

Emily lo guarda, confusa. Noel le rivolge un sorriso triste.

NOEL: Avevi ragione, non sono stato un padre presente. Ho lasciato ad Hellen tutte le responsabilità e sono andato ad inseguire i miei sogni.

EMILY: Non c’è niente di negativo nell’inseguire i propri obiettivi…

NOEL: No, ma avrei dovuto tener conto di mio figlio. Invece ho continuato a comportarmi come se fossi single, come se non avessi nessuno che dipendeva da me. Ma un assegno mensile e qualche visita sporadica non bastano per fare il padre.

Emily vede una spiegazione all’annuncio del ragazzo del giorno prima.

EMILY: Per questo lo hai fatto venire qui?

Noel annuisce, a disagio.

EMILY: E c’è anche Hellen?

Stavolta Noel si obbliga a guardare negli occhi la ragazza.

NOEL: Sì, c’è anche lei.

EMILY: E voi state…

NOEL: No. Ma io… Io ho intenzione di riprovarci. Di riprovare a costruire una famiglia per Cody.

Emily cerca di ignorare il dolore che prova, si sforza di sorridere.

EMILY: Solo per Cody?

NOEL: Io ed Hellen abbiamo avuto un percorso difficile ma io…

EMILY: Tu sei ancora innamorato di lei.

Noel la guarda, respira profondamente.

NOEL: Quello che c’è stato tra noi…

EMILY: Era solo sesso, giusto? Stai tranquillo, non mi devi niente.

emily scuote la testa

NOEL: Non era solo sesso…

EMILY: A quanto pare sì. Ma meglio così, almeno da ora i nostri rapporti saranno professionali, giusto?

noel ascolta serio

Noel la guarda, fa per parlare, ma in quel momento dalla struttura escono Shone e Miranda ed entrano in macchina. Emily si avvicina alla macchina, poi si gira un’ultima volta verso il ragazzo, fa un sorriso che vuole sembrare sereno.

EMILY: Salutami tanto Cody, ok?

Noel annuisce, la guarda entrare in macchina, poi si schiarisce la voce.

NOEL: Allora… Presumo ci vedremo domani.

Emily annuisce, poi òo vede risalire in macchina con gli altri, e solo quando la macchina percorre il vialetto si abbandona ad un pianto disperato, la fronte appoggiata al volante dell’auto.




Kathleen arriva sul vialetto in tempo per incrociare Emily andarsene. Le sembrava che la ragazza piangesse, ma non ha tempo di pensare a niente, tutto quello che vuole ora è vedere Phil. Esce dalla macchina, le chiavi ancora nel cruscotto, mentre Rebecca le va incontro, cordiale ma decisa.

REBECCA: Cercava qualcuno?

KATHLEEN: Sì, io… Devo parlare con Phil Harper. E’ stato appena inserito e…

Rebecca annuisce, comprensiva.

REBECCA: Vado a chiamarlo, ma solo per questa volta. Dopo non potrete vedervi per un po’ e…

KATHLEEN: Un po’ quanto?

REBECCA: Tre mesi. Ma tra un mese gli sarà permesso fare una telefonata alla settimana.

Kathleen guarda la donna sparire nella casa, pensa a quanti giorni passeranno prima di rivedere Phil. Si sforza di appiccicarsi un sorriso sul volto. Phil la vede dalla finestra, si discosta in tempo per vedere Rebecca entrare nella sua stanza.

REBECCA: C’è una ragazza che…

PHIL: Le dica che non voglio vederla.

phil serio sguardo

Rebecca fa una faccia vagamente sorpresa, poi annuisce.

REBECCA: Ok.

Phil estrae il cellulare, compone velocemente un messaggio, dopodichè spegne il telefono e lo porge alla donna.

REBECCA: Non vuole aspettare la risposta?

PHIL: No, è meglio di no.

Rebecca annuisce, torna al piano di sotto.  Phil si allontana dalla finestra, non vuole vedere la faccia di Kathleen mentre leggerà il messaggio. E’ giusto così, per tutti, si dice mentre si distende sul letto, il viso verso il soffitto.

Kathleen sente il cellulare vibrare, vede un messaggio di Phil. Aggrottando le sopracciglia lo apre, legge quelle frasi senza capirle.

“Lasciami perdere, Morgan. Vai avanti.”

Alza lo sguardo e vede la donna guardarla con un misto di imbarazzo e pena.

REBECCA: Mi dispiace, ma Phil…

KATHLEEN: Phil non vuole vedermi.

Infila il telefono nei jeans, mentre prova a spiegarsi il perché di quella decisione e si sforza di non piangere. La donna la guarda, fa un sorriso comprensivo.

REBECCA: Per esperienza, posso dirle che spesso l’entrata in struttura destabilizza. Gli dia del tempo.

Kathleen alza le spalle, si sforza di ingoiare il magone.

kat cry

KATHLEEN: Sì, non ho fretta.

Guarda verso la struttura, senza saperlo osserva un attimo la finestra di Phil, poi saluta la donna e risale in macchina, mentre pensa che anche con lui, come con Ben, è arrivata troppo tardi.




shermann

Noel, Shone e Liam vedono Susan andargli incontro il mattino seguente, aprire le porte della Shermann.

LIAM: Ciao Susan.

SUSAN: Ciao ragazzi! Noel, ti vedo in forma!

Noel fa un leggero sorriso, mentre si sforza di non pensare ad Emily. Ma Liam non glielo permette.

LIAM: Emily è già arrivata?

SUSAN: No, credo sia in ritardo. In ogni caso andiamo, il signor Shermann vi sta aspettando.

I tre seguono Susan nell’ufficio di Shermann, che li accoglie sorridendo.

SHERMANN: Ragazzi, che piacere! Ho saputo di Phil, un vero peccato…

SHONE: poteva andare peggio.

Shermann fa un sorriso, mentre annuisce pratico.

SHERMANN: Certo certo, la fedina penale non è intaccata, almeno, ma un anno in comunità è tanto. Ed è di questo che vi voglio parlare.

I tre aspettano, in silenzio.

SHERMANN: Voi sapete che avete stipulato con la Shermann un contratto di tre anni, e che reciderlo sarebbe controproducente…

LIAM: Sappiamo del risarcimento ma…

SHERMANN: Per entrambi.

I tre lo guardano, poi Shone si schiarisce la voce.

SHONE: Ha ragione, ma non abbiamo intenzione di sostituire Phil. Gli Shameless torneranno non appena Phil sarà uscito dalla comunità.

Shermann annuisce, pensoso.

SHERMANN: E questo è molto bello, davvero. Ma in attesa che il nostro Harper esca ripulito, come pensate di onorare il contratto che avete firmato? Il risarcimento nei miei confronti è una grossa cifra…

Noel guarda l’uomo, pensa preoccupato a Cody, alle promesse fatte ad Hellen, a quanto sarà difficile mantenerle.

NOEL: Non c’è un altro modo?

Shermann guarda Noel, fa un sorriso enigmatico.

SHERMANN: In realtà, sì.

Come se l’avesse chiesto, Susan estrae dalla cartelletta tre contratti identici, li appoggia sulla scrivania.

SHERMANN: Quello che vi chiedo è di firmare un “contratto riparatore”.

L’uomo osserva Liam prenderne uno, scorrerlo velocemente.

SHERMANN: In soldoni chiede che voi vi impegnate a fornire, separatamente o meno, servizi legati all’ambiente musicale alla Shermman. Tournèè come musicisti, partecipazione a programmi televisivi… Certo, il compenso sarà minore, ma vi permetterà di non uscire dal giro e di vivere dignitosamente.

Noel afferra una penna mentre Liam è ancora impegnato a leggere.

NOEL: Dove devo firmare?

SHERMANN: E’ importante che siate tutti d’accordo, signor Larxs. Voglio assicurarmi di avere ancora tutti gli Shameless sotto contratto, quando saranno pronti a tornare.

Liam guarda l’uomo, poi si volta verso Shone, che annuisce impercettibilmente.

LIAM: Ok, ci stiamo.




Escono dalla Shermann dopo poco, Noel con un vero sorriso in faccia.

NOEL: E io che pensavo finisse molto peggio!

LIAM: Già, anche io, Jen mi aveva detto…

NOEL: Oh-oh, Jen gli aveva detto! E invece c’è qualcosa che dovresti dire a noi?

Liam lo guarda, suo malgrado arrossisce.

LIAM: Niente che vi riguardi.

SHONE: E tu, Noel? Cos’è questa storia di Hellen a New York?

Noel si fa schivo, impacciato guarda gli altri due.

NOEL: Noi ci stiamo… Riprovando. Cioè, lei ancora non lo sa, ma la mia intenzione è quella…

SHONE: Ed Emily?

LIAM: Già, Emily. Dove sarà finita?




Kathleen scorre ancora una volta l’articolo che la riguarda, prima di appallottolare il giornale e centrare il secchio della spazzatura, una tazza di caffè bollente tra le mani. Ripensa a quanto avvenuto in quei giorni, alla sua carriera rovinata, a Matt, ad Ally, alla sua vita spiattellata, per la prima volta si sente di capire davvero Phil. Il suo pensiero la rende di cattivo umore, ma Kathleen si sforza di essere positiva. Non è il momento migliore per il ragazzo, tra qualche mese tutto sarà diverso. E lei deve pensare a cosa fare nel frattempo.

Stancamente si alza per riprendere il giornale, cercare tra gli annunci di lavoro, quando il cellulare la distrae. Corre, pensa sia Phil, anche se sa che è un’ipotesi impossibile. Vede un numero sconosciuto, risponde un po’ prevenuta.

KATHLEEN: Pronto?

“Pronto, parlo con Kathleen Morgan?”

KATHLEEN: Sì, sono io. Chi è?

“Buongiorno, signorina. Sono Eddy Strout, mi occupo di investimenti nel settore giornalistico…”

Kathleen aggrotta le sopracciglia, confusa.

KATHLEEN: E come posso aiutarla?

“Oh, davo un’occhiata al suo sito l’altro giorno, e alle visualizzazioni sul caso Harper… Mi piace il suo stile. Mi stavo chiedendo… Il Rock Magazine possiede già una redazione in carne ed ossa?”




Emily arriva alla Shermann due ore dopo l’uscita di Noel, Liam e Shone. Bret l’ha chiamata ieri, dicendole di presentarsi lì. Entra nell’ingresso, vede Susan sorriderle come mai prima d’ora.

SUSAN: Oh, Emily, sei arrivata! Il signor Shermann ti sta aspettando.

Entra nello studio dell’uomo, il volto sbattuto per la notte insonne.

EMILY: Signor Shermann, buongiorno…

SHERMANN: Buongiorno a lei, Emily.

Emily guarda l’uomo, impaziente.

EMILY: Di cosa voleva parlarmi?

SHERMANN: Degli Shameless. O di quello che ne resta.

EMILY: Gliel’ho già detto, sono stati chiari, non hanno intenzione di…

emily spiega

SHERMANN: Oh, abbiamo trovato un accordo.

Emily guarda l’uomo, sorpresa.

EMILY: Davvero? Quando?

SHERMANN: Appena due ore fa.

Emily guarda l’orologio, capisce di aver confuso l’orario.

EMILY: Oddio, mi dispiace, devo aver confuso l’orario…

SHERMANN: Stia tranquilla, è arrivata all’orario richiesto.

Emily lo guarda senza capire.

EMILY: Ma allora perché…

SHERMANN: Perché ho visto i ragazzi senza di lei, mi chiede? E’ molto semplice, in realtà. Mi è stato riferito da fonti attendibile che sta intraprendendo una relazione con uno di loro, e questo mi fa dubitare non solo della sua professionalità, ma della sua obiettività e capacità di giudizio.

Emily prova a ribattere, ma Shermann è più veloce.

SHERMANN: Quindi ho preferito prendere accordi diretti con gli interessati. Hanno firmato già i loro contratti, guardi.

Shermann porge ad Emily dei fogli, che la ragazza legge con attenzione. Alla fine alza lo sguardo, sconvolta.

EMILY: Ma questi contratti dicono che…

SHERMANN: Esatto, Emily. Dicono che i ragazzi dichiarano di autorappresentarsi nelle trattative con la Shermman per i tre anni a venire. Forse non hanno letto bene tutte le parti, ma mi premeva le leggesse lei. In altre parole, lei non rappresenta p8iù legalmente gli Shameless.

Emily guarda l’uomo, incapace di formulare una frase compiuta.

EMILY: Vuol dire….Vuol dire che…

SHERMANN: Sì, Emily. Vuol dire che è licenziata.

 

E dopo questa puntata, Second Chance va in pausa e vi aspetta GIOVEDì 13 SEMPRE ALLO STESSO ORARIO con la 2X06!

 

 

 

Comments

comments

6 Risposte a “2×04 – PLEASE DON’T GO I / 2×05 – PLEASE DON’T GO II”

  1. Bella questa analisi per personaggi! 🙂 Ahahahah Miranda e Phil assieme ai vecchi e ai cani mi fa capire che ho colto nel segno 😉
    Sono contenta che tu abbia rivalutato Noel (anche perchè anche Phil ha un percorso come il suo, eppure non è mai stato il tuo best :p ), e concordo su quanto hai detto riguardo a Phil. Sono stupita che Liam e Jen non ti convincano, ma aspetto a pronunciarmi perchè sono curiosa di sapere cosa ne dirai sulle prossime puntate….
    Il 13 ottobre aspetto un tuo commento 😛 <3

  2. I tempi della comunuità sono realmente così, almeno per quanto riguarda quelle americane (ma anche in quelle italiane, pensa che per i primi 6 mesi non possono uscire dalla comunità e anche in caso di figli hanno diritto a visitarli una volta al mese per un’ora -accompagnati- e solo poco appunto sei mesi). Teoricamente “staccare” dalla quotidinità, che è una quotidianità che ti ha spinto a fare uso di sostanze è l’idea che sottende questi “obblighi” (e devo dire che le rehab hanno comunque una buona percentuale di non ricadute. Speriamo valga anche per Phil 😉 )
    Kathleen è un personaggio che come avevo detto avremmo imparato a conoscere meglio in questa stagione, e credo che ikl suo passato serva, come all’epoca servì quello di Phil, a capire il suo presente. Diciamo che proprio perchè si sente in colpa per come ha trattato Ben, con Phil era riluttante a “condannarlo” a priori solo per uno scoop, come invece ha fatto Ally.
    Ti vedo bella combattuta sulle ship, che pure non essendo il tema centrale capisco che prendano; diciamo che non ci sono situazioni facili, ma vedremo come evolverà dalla prossima puntata, che lo ammetto, cambierà parecchio gli equilibri O.o)

  3. Grazie per i complimenti e mi è piaciuta molto la descrizione dei singoli personaggi!
    Per quanto riguarda le soerti della stagione (salto temporale o quant’altro) niente spoiler fino al 13 ottobre 🙂

  4. Ok… temevo morisse qualcuno, per fortuna non è stato così. che dire… puntata fenomenale e a tratti toccante! 🙁
    oltre ai cani che muoiono e ai vecchi che piangono credo ci metterò anche miranda e phil: assieme mi distruggono i sentimenti ogni volta.
    PHIL: ha toccato il fondo. Ora puo’ solo risalire. è innegabile, ha un problema e questo problema va risolto il prima possibile. dolorosa la separazione dagli shameless (e da shone in particolare) ma è giusto che le cose vadano così 🙁
    NOEL: Sorprendentemente è diventato il mio best. si vede proprio che il percorso di redemption del “bad boy” fa breccia nei cuori dei fans (credo che mi stesse sul cazzo a inizio serie XD). è sempre bello ricredersi!
    KATHLEEN e EMILY direi che si aggiudicano il premio Mainagioia 2016. Kathleen forse più di tutti. non mi aspettavo che la sua storia con Ben fosse così “cruda”. ora capisco meglio il suo rapporto con Phil e, di conseguenza, con quello di Shone. Shone è un bravo ragazzo e sarebbe perfetto per lei ma, visto il loro passato, ci sarà sempre qualcosa che la spingerà verso Phil. aaaaa che mondo infame quello delle ship!!!
    JEN e LIAM boh… non mi convincono molto insieme, ma farò sempre in tempo a ricredermi (vd Noel).
    Devo però complimentarmi con Shermann… sarà stato un fetente di prima categoria ma il modo con cui da un lato si è liberato di Emily e dall’altro assicurato la collaborazione con gli Shameless (cosa che per altro condivido), è stato veramente smart!!!

    prafa prafa!! aspetto con trepidante trepidazione il prossimo episodio!!!

  5. Mamma mia, non mi aspettavo che avrebbero fatto uscire Emily dai giochi, anche se mi suonavano abbastanza sospetti quei contratti che Shermann ha fatto firmare al gruppo, senza coinvolgere Emily… Quindi Emily non rappresenterà più nessuno di loro? che brutto colpo davvero. Così come l’anno in comunità per Phil. Sono stata a tal punto ingenua da credere che o l’avrebbero condannato oppure no, senza minimamente pensare ad un periodo di recupero! Un anno è tantissimo…e tanto è anche il tempo che dovrà passare privo di contatti con il mondo esterno (tre mesi senza vedere nessuno e un mese per fare una chiamata?!) Devo ammettere che non la vedo in maniera così positiva, ho paura che Phil possa innervosirsi eccessivamente in un ambiente simile. Vedremo…
    Mi si è stretto il cuore anche leggendo la scena fra Kat e la sua famiglia e i relativi flash back del fratello. Io so che Kat è apparsa egoista, decidendo, ad un certo punto, di abbandonare il fratello, ma quanto era difficile anche per lei? Quanto lo è stato trovarsi davanti una persona che ami, che soffre e che tu sei incapace di aiutare? Senti l’impotenza trasformarsi in frustrazione e poi rabbia… Non voglio giustificare Kat, perché anche i genitori stessi hanno sofferto moltissimo, però…non riesco nemmeno a biasimarla, ecco, non me la sento di esprimere un giudizio. Sappi che hai reso davvero benissimo la situazione, e nulla mi è apparso banale o scontato o piatto.
    Mi è piaciuto moltissimo il lato pratico e gentile di Phil, che mai avrei creduto avesse mostrato a Liam, non solo così facilmente, ma soprattutto in modo così spontaneo.
    Mi sono piaciuti moltissimo Liam e Jen, spero tanto che possano creare una splendida relazione!
    Ho amato Noel, Hellen e Cody, anche se non so quanto Hellen abbia davvero il desiderio di riprovarci a creare una famiglia, ma più che desiderio, la forza di tornare ad avere fiducia in Noel. Però, mi sembrano sulla buona strada, mi sembra che una speranza, seppur piccola, di costruire qualcosa ci sia anche da parte di Hellen. In caso contrario, non avrebbe seguito Noel a New York. Ora, vedremo quale sarà la sua decisione definitiva: se rimanere o tornare a casa.
    Kat e Phil. Uff…per Phil ancora non è chiaro chi sia il ragazzo a cui è davvero interessata Kat, eh. Però, sono contenta di questo stacco, diciamo della possibilità per entrambi di stare lontani ma di non dimenticarsi. Kat non cambierà idea, lo aspetterà, e a quel punto Phil avrà la prova più concreta e chiara dei veri sentimenti di Kat.
    Due puntate meravigliose che mi hanno tenuta attaccata allo schermo. Direi che ci hai adeguatamente ricompensati del sacrificio di dover aspettare fino al 13! (:P) (。♥‿♥。)

  6. Parto ringraziando per il bel pezzo dei Nickelback, era da un po’ che non lo sentivo e mi ha fatto molto piacere trovarlo qui 🙂 Ho notato che un altro personaggio del cast di The Flash è entrato in Second Chance, con una parte per certi versi simile e per altri completamente opposta a quella del telefilm d’origine. Devo dire che questa è una scelta a mio avviso azzardata, ma vedremo se sarà più potente la penna o la telecamera.
    In questo episodio ho trovato diverse scene interessanti, prima tra tutte forse l’incontro tra Kat e il fratello fuori dalla redazione, devo dire che si percepiva tutta l’angoscia della protagonista a rivivere quei ricordi dolorosi. Altra scena che ho trovato molto curata è stata quella dell’abbraccio tra: Shone, Miranda e Phil; traspariva, secondo me, un certo senso di rilassatezza, il ritorno del sereno dopo un temporale. Questa non è la stessa sensazione che ho provato poco prima, quando ho pensato che Phil stesse per stendere il secondino, lingua lunga. Altre due scene, mi sono piaciute molto, credo a causa dei ritmi scattanti e decisi. Una è stata la firma del nuovo contratto, perché immaginavo che c’era rimasto un non detto, che si scoprirà poco dopo. Infine, l’ultima scena magistrale è stata quella del non incontro finale tra Phil e Kat, oserei definirla epica.
    Mi trovo a condividere il discorso di Phil sull’amicizia, anche io la vedo più o meno così, anche se per mia fortuna non ho il suo tormentato passato e presente. Ho trovato anche molto nobile il farsi da parte con Kat, anche se allo stesso tempo, sono poco convinto che lei lo ascolti.
    Sono contento che i Liajen siano sopravvissuti, l’unica vera super Ship del mio cuore!!!
    Ora, Emily! Da un lato mi dispiace, ma devo ricordare che è lei che ha commesso due volte lo stesso errore, mischiando sentimenti e lavoro (sono più cattivo di Shermann muahahaha 🙂 ). Come mi dice sempre un mio amico: “non si fa la cacca dove si mangia!” (credo fosse così, si accettano correzioni, tanto il senso si dovrebbe capire 🙂 )
    Chi ho dimenticato?…Ah si…”cuore grande” Shone! Che dire lui è quello che era Liam in CrossRoads, per me. Quello sempre onesto, buono e leale, che prima o poi la prende in quel posto, ormai aspetto solo il quando. Povero Ragazzo! :”'(
    Ora ci tocca attendere, mi chiedo se ci sarà un salto temporale, oppure dovremo iniziare a leggere puntate con una minor presenza di Phil o a che altro ci porterò l’attuale situazione degli Shameless divisi?

I commenti sono chiusi.

Licenza Creative Commons
Telefilm su Carta di Elisa Pitta è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Based on a work at http://elisapitta.altervista.org/blog/.