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2×03 – WHEN YOU FOUND ME

Ed eccoci alla terza puntata del Season Finale di Second Chance! Per chi volesse recuperere gli episodi precedenti, basta cliccare qui:
EPISODI PREDECENTI

Volevo inoltre ringraziare tutti per il sostegno generale per le storie scritte, e ricordare che è FONDAMENTALE, affinché la storia continui (e soprattutto sul COME continui) commentare qui sotto! Vi aspetto per ogni tipo di considerazione!


NEW YORK, CARCERE


carcere_280x0

PHIL (2)

PHIL: Ho detto di no!

Jen guarda il ragazzo scattare sulla sedia, arrabbiato. Pensa tra sé e sé che quella giornata è appena iniziata, e fa un piccolo sospiro.

celeber.ru

JEN: Miranda è venuta qui di sua spontanea volontà, e io ritengo….

PHIL: Non me ne frega un cazzo di quello che ritieni. Non la esporrò alla cattiveria gratuita di quell’avvocatessa di merda. Non deve pagare per me.

JEN: Sta cercando solo di aiutarti.

PHIL: Non ne ho bisogno.

JEN: Permettimi di dissentire.

Phil si alza in piedi, la guardia scatta per paura di chissà quale gesto. Ma il ragazzo si limita a fissare Jen, alterato.

PHIL: Non l’ho mai fatta venire in carcere, in questi mesi, apposta per tutelarla. E non mi interessa cosa pensi al riguardo, perché i patti tra noi non erano questi. Se tu non sai fare il tuo lavoro…

JEN: Noi non avevamo proprio nessun patto, Phil!

Phil rimane in silenzio, ammutolito dall’improvviso tono di voce di Jen.

JEN: Ho decido di difenderti perché me lo ha chiesto Liam. E no, non siamo in questa situazione perché io non so fare il mio lavoro, ma perché tu non sai comportarti. E’ ora che impari.

PHIL: E allora lasciami assumere le mie responsabilità senza coinvolgere altre persone!

phil angry

Jen lo guarda, sorride beffarda.

JEN: Come funziona per te, Phil? Kathleen poteva sputtarnarsi la carriera per te, io potevo farlo, e tua madre non può testimoniare?

Phil la guarda, ferito dalle parole della ragazza.

PHIL: Sono due cose diverse…

JEN: Già, ma non ci sei solo tu in ballo, ora. Quindi io farò quel che ritengo giusto, e il minimo che tu possa fare è evitare di intralciare il mio lavoro.

Jen si alza, mentre Phil prova a fermarla.

PHIL: Jen, ascolta…

La ragazza lo ignora, si chiude velocemente la porta dietro, mentre sente Phil urlare contro. Liam, a pochi metri da lei, la guarda preoccupato. Jen si avvicina facendo un profondo sospiro.

LIAM 2S

LIAM: Com’è andata?

JEN: Non bene, ma Miranda Harper testimonierà, che lo voglia o no.

LIAM: Cerca solo di proteggerla.

JEN: Lo so, ma è così…

Jen non finisce la frase, e Liam la guarda interrogativo.

LIAM: Così?

JEN: Complesso. Non vedo l’ora che questa storia sia finita.

jen seria2

Liam la guarda, dubbioso su quanto voglia dire quella frase. Ma non chiede altro, si avvia lungo il corridoio accanto a Jen, verso la sala del tribunale.




tribunale

KATHLEEN 2 S2

Kathleen percorre velocemente le scale davanti all’entrata del tribunale, maledicendosi per non aver sentito la sveglia. Ieri notte ha fatto fatica a prendere sonno, troppi pensieri le impedivano di ragionare lucidamente. Ha visto che l’articolo ha già parecchie visualizzazioni, anche se dubita venga considerato così attendibile, ora che non ha una fonte autorizzata. Ma la firma è la sua, ed è una giornalista. Spera che valga ancora qualcosa. Nella fretta, urta qualcuno, che vede quasi inciampare sulle scale. Quando si volta per scusarsi, si trova davanti Ally.

KATHLEEN: Scus… Ally?

ALLY: Non essere troppo sorpresa di vedermi, Kathleen.

ALLY 2S

KATHLEEN: Cosa ci fai tu qui?

Ally alza le spalle, criptica.

ALLY: Oh, sai, ho visto che hai pubblicato l’articolo su un blog nuovo. Molto carino, “Rock Magazine”. Fa così anni ’90!

Kathleen stringe gli occhi, ignorando la battuta.

KATHLEEN: E questo cosa c’entra con quello che ti ho chiesto?

Il sorriso che Ally le rivolge le fa gelare il sangue.

ALLY: Ho pensato fosse giusto che l’avvocato Newman avesse delle informazioni pertinenti sull’autrice. Tutto qui.

Kathleen rimane immobile, incapace di parlare, mentre Ally dopo un breve risolino comincia ad allontanarsi dal tribunale.

KATHLEEN: Cosa vuoi dire, Ally? Ally!

Ma la ragazza non si gira, e lascia Kathleen da sola con i suoi timori.




SHONE 2S 2

Shone vede entrare Kathleen in sala, lo sguardo vacuo e il volto pallido. Le fa segno di sedersi accanto a lui, e la ragazza esegue meccanicamente, la mente che vaga tra i suoi pensieri. Dopo poco Shone vede Phil entrare in aula, testa bassa e volto adombrato. Anche Kathleen lo guarda, ma per la prima volta non lo vede veramente.

giudice

GIUDICE: Silenzio in aula. Siamo qui per discutere del caso mediatico di Phil May in Harper. Dò la parola all’avvocato Portman.

Jen si alza in piedi, professionale.

JEN: Grazie, Vostro Onore. Chiamo a testimoniare Miranda Harper, la madre adottiva del mio assistito.

Kathleen sobbalza, e si gira a guardare la donna distinta che, con piglio deciso, fa il suo ingresso nel tribunale.


NEW ORLEANS


 

Hellen

Hellen si sveglia con un odore invitante che pervade la camera. Pigramente apre un occhio, mentre si scopre improvvisamente affamata. Lentamente si dirige verso la cucina, stropicciandosi gli occhi. Quello che vede le fa affiorare un sorriso sulle labbra.

CODY: Mamma!

Cody

Noel si gira, in mano un mestolo con cui sorveglia la cottura del bacon, mentre Cody accanto a lui su una sedia, tiene in mano un piatto con le uova sbattute. Il piccolo tavolo è stato apparecchiato con cura, per tre.

NOEL: Buongiorno, mamma.

NOEL 2S 4

Hellen fa un piccolo sorriso, si siede un po’ a disagio su una sedia.

CODY: No, no mamma, tu devi sederti qui.

Cody scende alla sedia, indica ad Hellen la sedia a sinistra.

CODY: Papà qui e io in mezzo. Va bene?

Hellen guarda il figlio, ne legge tutta la felicità di quel momento negli occhi. Alza lo sguardo su Noel, che le fa l’occhiolino, complice.

NOEL: Certo che va bene, campione. Ma ora vieni a darmi una mano, le uova non si cuociono da sole!

Hellen vede Cody correre verso il padre, si versa un bicchiere d’aranciata con un leggero sorriso sulle labbra.


NEW YORK


Colonna Sonora – 7 Years (2 scene)

mamma shone2

Phil vede Miranda sedersi al banco dei testimoni, rivolgergli un breve sorriso. Contrariato, stringe i pugni fino a sentire il sangue defluire dalle mani. Non la vorrebbe lì. Non vorrebbe nessuno, ma ha ragione Jen, ormai è troppo tardi.

Jen si avvicina lentamente al banco degli imputati, mentre Miranda Harper si appresta a dichiarare giuramento. Poi le sorride, benevola.

JEN: Signora Harper, ci racconti qualcosa di Phil. Come abbiamo letto sull’articolo pubblicato da Kathleen Morgan, ha avuto tutt’altro che una vita facile…

Miranda Harper annuisce, risoluta.

MIRANDA: Phil è venuto a vivere con noi quando aveva quindici anni. Ha passato con me qualche anno, ma appena ha finito la scuola è andato a vivere da solo, non voleva pesare economicamente…

Jen annuisce, pronta a utilizzare questa affermazione a suo vantaggio.

JEN: Quindi in realtà è erroneo dire che ha passato tutta l’infanzia con una figura genitoriale “positiva”. Phil è passato da Anthony May all’indipendenza, mentre la sua permanenza da voi è durata…?

MIRANDA: Appena tre anni.

Jen annuisce, soddisfatta.

JEN: Che sono un po’ pochi per riuscire ad educare un ragazzo influenzato così negativamente dalle esperienze passate, giusto?

MIRANDA: Certo, è difficile, ma non impossibile. Phil è sempre stato un ragazzo… Complicato, ma buono. Sam, mio marito, all’inizio era abbastanza scettico sul prenderlo in casa, e anche Shone ne era intimorito… Eppure, una volta legati, non c’è stato verso di distruggere la loro amicizia.

Shone sente pizzicare gli occhi, ma continua a guardare la madre, sforzandosi di non piangere.

JEN: E questo perché, secondo lei?

MIRANDA: Perché Shone ha visto quello che di buono c’è in Phil, che è quello che ho visto anche io, e tante altre persone che gli vogliono bene. Phil commette degli sbagli, come tutti: certo, i suoi sono un po’ più gravi, ma nemmeno così esorbitanti se si considera il background da cui proviene…

JEN: Com’era l’atmosfera in casa May?

Miranda chiude un attimo gli occhi, prima di riaprirli quasi addolorata da quei ricordi.

MIRANDA: C’erano sempre urla, e porte che sbattevano. E pianti. La madre di Phil veniva sempre… Sempre picchiata da quella sottospecie di uomo. E noi… Noi volevamo fare qualcosa, ma quelli sono quartieri dove la polizia non entra mai, sono i primi ad aver paura. Eravamo… Soli.

Jen annuisce, per un attimo la tristezza vela i suoi occhi.

JEN: Mentre viveva con voi ha mai avuto l’impressione che Phil facesse uso di sostanze stupefacenti?

Miranda impiega un attimo prima di negare con il capo, mentre un ricordo le affiora nella mente.

MIRANDA: No, mai.


NEW ORLEANS, 15 ANNI PRIMA


Sentendo la porta chiudersi, Miranda si era spaventata, suo malgrado. Non era abituata ad avere una persona in più per casa, soprattutto un ragazzo come Phil. Erano ormai un paio di mesi che viveva con loro, eppure non aveva ancora interiorizzato veramente la presenza del ragazzo, che d’altra parte cercava di pesare su di loro il meno possibile, rendendosi pressochè invisibile. Phil aveva fatto un verso breve, probabilmente un saluto, per lui che non era abituato a condividere niente forse più che sufficiente. Miranda si era girata appena in tempo per vederlo sparire in camera, la testa bassa e il volto scuro. Si era asciugata le mani, pratica, aveva lasciato i piatti nel lavello e si era diretta nella camera del figlio, ora anche di Phil.

MIRANDA: Disturbo?

Phil aveva alzato gli occhi dalla scrivania, in mano una penna che stava battendo ritmicamente su un foglio di carta bianco.

PHIL BABY

PHIL: Mmm.. No. Vuoi che esca o…?

Miranda aveva scosso la testa, si era seduta sul letto di Shone, a pochi metri dalla scrivania.

MIRANDA: In realtà volevo parlare con te.

Phil si era messo sulla difensiva, convinto che la donna volesse dirgli che l’ospitalità era finita, che era ora di andarsene.

PHIL: Io… Sto cercando una casa, ma non posso andare a vivere da solo finchè non avrò sedici anni…

Miranda lo aveva guardato, senza capire. Dopo poco aveva scosso la testa.

MIRANDA: Io non ho intenzione di mandarti via, Phil, se è questo che pensi. Ma in questa famiglia ci sono delle regole.

Phil aveva aspettato in silenzio, con lo sguardo strafottente che Miranda aveva imparato a leggere.

MIRANDA: Io e Sam… Mi piacerebbe fossimo un punto di riferimento per te, persone con le quali confrontarti o chiedere consiglio. Ma è chiaro che non posso obbligarti a questo. Però posso dirti che, oltre a doversi rifare il letto o tenere in ordine la stanza, in questa casa vige una regola su tutte. La sincerità.

Phil aveva aggrottato le sopracciglia, senza capire a cosa si riferisse la donna.

MIRANDA: Quando c’è qualcosa che ti preoccupa, è tuo diritto decidere se condividerlo o meno. Ma quando c’è qualcosa che può avere conseguenze su di te, quando fai qualcosa di sbagliato, soprattutto a livello… Legale, hai il dovere di dircelo.

Phil l’aveva guardata con un sorriso enigmatico.

PHIL: Ma tu non sei mia madre.

MIRANDA: No, ma sono un adulto che si sta prendendo cura di te. E sono un’assistente sociale, non dimenticarlo mai.

PHIL: Cosa vorrebbe dire questo?

MIRANDA: Che… Ci sono segnali che so interpretare molto bene.

PHIL: Ad esempio?

Miranda aveva indicato con lo sguardo la penna, che Phil non aveva mai smesso di sbattacchiare sul tavolo.

MIRANDA: Ad esempio gli atteggiamenti da astinenza.

Phil era sobbalzato, l’aveva guardata scuotendo la testa.

PHIL: Io non…

MIRANDA: Ah-a. Le regole.

Phil l’aveva guardata, aveva deciso di rimanere in silenzio. Era inutile negare.

MIRANDA: Cosa?

PHIL: Cannabis.

MIRANDA: E basta?

Phil aveva annuito, e Miranda aveva deciso di credergli.

MIRANDA: Quanto spesso?

Phil aveva tentennato un attimo, poi aveva fatto un breve sospiro.

PHIL: Nove, dieci al giorno.

MIRANDA: Sono troppe.

Phil l’aveva vista prendersi le mani, poi alzare lo sguardo su di lui.

MIRANDA: A dire la verità, in questa casa non si fa uso di nessuna droga. Gradirei che venisse rispettata anche questa regola.

PHIL: Non voglio vedere medici o psicologi…

MIRANDA: Oh, non li vedrai. Basteremo tu ed io, se hai voglia di fare la cosa giusta.

Phil l’aveva guardata, aveva apprezzato il tono non giudicante che la donna aveva usato, aveva annuito sinceramente.

MIRANDA: Perfetto. Tra sei mesi faremo le analisi del sangue. E’ importante che, se in questi sei mesi ti capiterà di ricaderci, tu me lo dica, altrimenti verrai schedato.

Phil aveva annuito, mentre Miranda si alzava lentamente dal letto.

PHIL: Non… Non succederà.

Miranda aveva sorriso.

MIRANDA: Quindi promesso? Nessuna droga sotto questo tetto?

Phil aveva fatto un leggero sorriso, rincuorato.

PHIL: Nessuna.

Sei mesi dopo, le analisi del sangue avevano confermato la promessa del ragazzo.


NEW YORK, OGGI


avvocato accusa

L’avvocato dell’accusa di alza, mentre Miranda rivolge uno sguardo a Phil, e il ragazzo lo ricambia, visibilmente commosso. L’avvocato si pone davanti alla donna, con fare risoluto.

AVVOCATO: Signora Harper, mi sbaglio o il giovane May ha passato tre anni con voi?

Miranda annuisce, le labbra strette.

MIRANDA: Sì, è quello che ho detto.

AVVOCATO: Già, e dopo è andato a vivere da solo.

MIRANDA: Sì, è esatto.

L’avvocato si gira verso la giuria, con un gesto teatrale.

AVVOCATO: Chissà cosa ha fatto negli anni successivi, prima di arrivare ad oggi. Insomma, come si manteneva? Gli passavate dei soldi?

MIRANDA: No, Phil non ha mai voluto…

AVVOCATO: Eppure pagava un affitto. Lei sa come?

Miranda guarda la donna, dura.

MIRANDA: Mi ha sempre detto che lavorava, a volte in una pizzeria, altre volte suonava nei locali con il suo gruppo. Non ho mai controllato quanto guadagnasse, se è questo che mi sta chiedendo.

L’avvocato fa un leggero sorriso, per niente turbata dall’ironia di Miranda.

AVVOCATO: Beh signora Harper, se posso permettermi, ha fatto male. E’ molto probabile che il ragazzo abbia lavorato come dice, ma che abbia anche arrotondato attraverso spacci e quant’altro, perpetuando una carriera intrapresa dal padre e…

Jen scatta in piedi, arrabbiata.

JEN: Obiezione Vostro Onore! Come dimostra la testimonianza del teste, il mio assistito è assolutamente in grado di svolgere un tipo di vita completamente diversa da quella di Anthony May..

L’avvocatessa sorride sprezzante, non lascia al giudice il tempo di ribattere.

AVVOCATO: E chi lo dice? La signora Harper è troppo coinvolta…

JEN: L’articolo di Kathleen Morgan…

AVVOCATO: E’ il medesimo discorso, avvocato Portman. Anche la signorina Morgan è coinvolta nei fatti…

JEN: Se sta insinuando che tra il mio assistito e la signorina Morgan ci sia una relazione di qualche tipo…

GIUDICE: Obiezione accolta. Questa insinuazione non è di nessuna rilevanza se non supportata da prove.

Shone sobbalza sulla sedia, si volta verso Kathleen, in cerca di una spiegazione. Ma la ragazza guarda atterrita l’avvocato dell’accusa, capendo suo malgrado che in quanto sta accadendo vi è lo zampino di Ally.

AVVOCATO: Non mi permetterei mai di fare insinuazioni, Vostro Onore. Non mi riferisco certo ad un’ipotetica relazione tra i due, ma al coinvolgimento emotivo che una storia come quella di Phil Harper può aver suscitato in Kathleen Morgan, che conosce abbastanza bene il mondo della tossicodipendenza anche per la sua triste storia personale…

JEN: Obiezione Vostro Onore, è irrilevante!

Shone guarda Kathleen, ora sorpreso, e la stessa cosa fa Phil, girandosi per la prima volta dalla prima panca del tribunale. Entrambi vedono Kathleen tremare, i pugni chiusi sulle gambe, mentre guarda fisso davanti a sé il volto dell’avvocatessa.

GIUDICE: Obiezione accolta. Ho elementi sufficienti per deliberare, e credo che li abbiano anche i membri della giuria. Vi prego di aspettare fuori…

Un membro della giuria si alza, chiedendo la parola.

GIURIA: Vostro Onore, la giuria anche ieri pareva divisa. Credo ci vorrà più di qualche ora.

Il giudice annuisce, greve.

GIUDICE: Allora la sentenza è rinviata a domani. Arrivederci.

Kathleen vede il giudice alzarsi, seguito dalla giuria, la gente parlottare tra di loro, ma tutto le risulta attutito, ovattato. Si chiede come abbia fatto Ally a scoprire quello che presto sapranno tutti, si rifiuta di credere che Matt abbia venduto una cosa tanto intima. Vede come al rallentatore Phil alzarsi, scortato dalle guardie, lo sguardo fisso su di lei. Lo guarda, ma non lo vede veramente, una rabbia cieca si fa strada in lei, una voglia assoluta di andare al Discover, di urlare, di distruggere tutto, di piangere. Mette a fuoco Phil appena in tempo per leggerne il labiale, prima che il ragazzo venga condotto fuori dall’aula: “ti aspetto”.




Liam ferma Shone per un braccio, mentre il ragazzo si alza per seguire Kathleen, praticamente scappata dall’aula non appena Phil è uscito.

LIAM: A cosa si riferiva l’avvocato?

Shone scuote la testa, ansioso.

SHONE: Non ne ho idea, ma ora devo andare…

EMILY: Shone, ci sono i giornalisti…

SHONE: Me ne frego!

I due vedono il ragazzo uscire, inermi. Poi Liam si gira verso Jen, vede che la ragazza gli rivolge uno sguardo tetro.




SHONE: Kathleen! Kat, aspetta!

Kathleen si ferma sulle scale del tribunale, senza voltarsi. Shone la raggiunge, mentre i primi giornalisti cominciano ad accalcarsi intorno a loro.

SHONE: Che succede?

Kathleen lo guarda, gli occhi lucidi.

KATHLEEN: Non è il momento…

SHONE: Prendiamo un taxi, vieni.

Il ragazzo la prende per mano, mentre con l’altra ferma un taxi, ignorando i flash dei fotografi e le loro domande riguardo il processo. Apre la portiera, si gira verso la ragazza quando sente che sta facendo resistenza.

SHONE: Cosa c’è?

KATHLEEN: Io non… Non posso venire.

SHONE: Perché?

Kathleen guarda Shone, lo vede preoccupato mentre lei si sente improvvisamente addosso un peso opprimente, l’odore dello scoop che domani uscirà sul Discover ormai insopportabile.

SHONE: Kat, che succede?

KATHLEEN: Io non… Non voglio parlarne, mi dispiace.

shone sguardo serio

Shone le lascia il braccio, mentre vede Kathleen tornare indietro, dirigersi verso un altro taxi poco distante. Inerme chiude la porta dietro di sé, dà al tassista l’indirizzo di casa. Mentre appoggia la testa sullo schienale, si chiede perché tutti abbiano dei segreti inconfessabili, o che perlomeno non vogliano mai confessare a lui.




Colonna Sonora – Close To You(2 scene)

aula tribunale

LIAM: Ehi.

Jen alza lo sguardo, mentre la sala del tribunale si svuota. Chiude la valigetta, guarda Liam facendogli un sorriso di circostanza.

JEN: Ehi.

Liam sorride, cerca di smorzare la tensione.

LIAM: Miranda Harper ti ha dato una bella mano, anche se tu ovviamente…

Jen fa un sorriso stanco.

JEN: Ho fatto quello che ho potuto.

LIAM: Sì, e non ti ringrazieremo mai abbastanza…

JEN: Ma non è stato sufficiente.

Liam la guarda, aggrottando le sopracciglia.

LIAM: Cosa vuoi dire?

JEN: Voglio dire che… Sei un bravo ragazzo, Liam. Non meritavi questo casino e mi dispiace non essere riuscita ad aiutarti come meritavi ma… Comincia a pensare ad un’alternativa.

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Liam rimane senza parole, sorpreso, mentre Jen gli fa un leggero cenno di saluto e si allontana nell’aula vuota. Il ragazzo si volta a guardarla, chiedendosi a cosa si riferisse Jen parlando di “alternativa”.


NEW ORLEANS


Noel guarda il cellulare, la chiamata verso Liam che suona a vuoto. Esasperato, fa un lungo sospiro di impazienza.

HELLEN: Brutte notizie?

Il ragazzo si volta di colpo, mentre la ragazza lo osserva, in piedi sulla porta di casa, illuminata dal tramonto di New Orleans.

NOEL: Diciamo più… Nessuna notizia. Il notiziario non ha parlato di Phil, ma questo non vuol dire che non ci siano novità…

HELLEN: Oh, non sottovalutarvi. Siete diventati piuttosto famosi.

Noel fa un sorriso amaro.

NOEL: Già, e sembriamo già arrivati al capolinea.

Hellen annuisce leggermente, poi lo guarda scrutandolo.

HELLEN: Ieri mi hai detto che c’è l’idea di sostituire Phil… Tu che pensi?

NOEL: E’ stato Phil a creare gli Shameless. Non mi sembra giusto…

HELLEN: Esistono anche altri modi di fare musica. Insomma, esistono i discografici, i tecnici del suono, con una preparazione adeguata potresti anche ripiegare su altri ambiti.

Hellen si affretta a spiegare, notando lo sguardo sulla difensiva di Noel.

HELLEN: Insomma, erano ovviamente solo ipotesi. Io non voglio certo dirti cosa fare, ma…

hellen look noel

NOEL: Ma potrei riavvicinarmi a voi. A Cody, intendo.

Hellen fa un piccolo sorriso, poi indica l’interno della casa.

HELLEN: A proposito, è lì che aspetta che lo porti al campo da calcio…

Noel si batte una mano sulla fronte.

NOEL: Accidenti, ormai è tardi! Campione, dove sei?

Cody esce subito, eccitato, il pallone in mano.

CODY: Eccomi papà! Andiamo?

Noel si china, per trovarsi faccia a faccia con il figlio.

NOEL: Adesso è tardi, rimandiamo a domani…

Il viso di Cody si adombra, ma il bimbo si sforza di nascondere la delusione, la paura che non ci sia un domani con il suo papà vicino a loro.

NOEL: Che ne dici però del calcio “virtuale”? So che non puoi usare i videogiochi ma la mamma non si lamenterà se facciamo una partita con l’X box di papà…

Il ragazzino si illumina, mentre Hellen guarda Noel strabuzzando gli occhi.

HELLEN: Te la sei portata dietro?

Noel si stringe nelle spalle, a mò di scusa.

CODY: Possiamo mamma?

Hellen annuisce, ancora divertita.

NOEL: Hai sentito la mamma? Corri a prenderla nella mia valigia!

Il ragazzino annuisce entusiasta, dà il cinque al padre e Noel ed Hellen lo vedono precipitarsi in casa. Noel si alza, nota Hellen fissarlo sorridendo.

NOEL: Cosa?

HELLEN: Mi chiedevo chi fosse il bambino tra i due.

Noel fa un piccolo sorriso, nascondendo l’imbarazzo.

NOEL: Sono sempre stato così. Mi pare di ricordare ti piacesse.

noel parla divertito2

Poi va in casa, la paura di aver detto troppo, di aver forzato un equilibrio ancora precario. Hellen lo guarda con la coda dell’occhio mentre segue il figlio in camera, si ritrova a fare un sorriso triste.

HELLEN: Già, mi piaceva.




Colonna Sonora – When You Found Me

carcere_280x0

Phil entra nella stanza delle visite guardandola serio, mentre Kathleen si stropiccia gli occhi con le mani aperte, prima di alzare lo sguardo su di lui, altrettanto grave. Phil si siede lentamente di fronte a lei, senza distogliere lo sguardo.  Kathleen si passa una mano tra i capelli, a disagio.

KATHLEEN: Tua mamma è stata molto convincente, sono sicura che…

PHIL: Non voglio parlare di questo ora.

KATHLEEN: Beh, penso che questo sia più importante…

PHIL: A cosa si riferiva l’avvocato, Morgan?

Kathleen lo guarda, dubbiosa.

KATHLEEN: Immagino lo saprai presto dal Discover o chi per lui…

PHIL: Ma io lo voglio sapere da te.

KATHLEEN: Perché?

Phil rimane un attimo in silenzio, si limita a guardarla mentre Kathleen si perde in quegli occhi azzurri, ne legge la paura di esporsi.

PHIL: Perché penso sia giusto che tu ricambi il favore.

KATHLEEN: Pensi che sia “giusto”.

Phil si lascia sfuggire un piccolo sospiro.

PHIL: Vorrei tu lo ricambiassi.

Kathleen abbassa lo sguardo, si fissa ostinatamente le mani.

KATHLEEN: Mio fratello… Mio fratello ha un passato da tossicodipendente.

phil alza lo sguardo

Phil corruga le sopracciglia.

PHIL: Coca o…

KATHLEEN: Polidipendente. Anche eroina. Io non ho… Mai saputo gestire al meglio la cosa, e i rapporti con la mia famiglia…

Phil stringe gli occhi, uno spiacevole dubbio si insinua in lui.

PHIL: E’ per questo che sei qui?

Kathleen alza lo sguardo.

KATHLEEN: Come pensi che possa c’entrare?

PHIL: Non lo so Morgan, magari hai pensato che fosse un buon modo per espiare la tua colpa, cercare di salvare me…

KATHLEEN: Non ci credo che stiamo facendo questo discorso per l’ennesima volta!

Phil rimane e a guardarla, poco convinto.

PHIL: Non posso nemmeno avere un dubbio?

KATHLEEN: No, non puoi, perché lo hanno capito anche i muri che sono qui per te, Phil!

Phil rimane in silenzio, mentre Kathleen si stupisce della facilità con cui ha ammesso la verità. Torna a guardarsi le mani un attimo, poi alza lo sguardo.

KATHLEEN: E poi non posso più… “Espiare la mia colpa”, se così possiamo dire. Mio fratello è morto tre anni fa.

Phil sobbalza leggermente, non se lo aspettava, e vede Kathleen abbassare la testa, le prime lacrime bagnarle gli occhi. Istintivamente le tocca una mano, che Kathleen ritrae, asciugandosi gli occhi.

KATHLEEN: Non ho bisogno della tua compassione…

PHIL: Pensi che sia questo?

Kathleen alza gli occhi lucidi su di lui.

KATHLEEN: E allora cos’è?

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Phil si morde un labbro, combattuto.

PHIL: Nessuno dei gesti che ho fatto nei tuoi confronti…

Si ferma, non sa come continuare, si sente in soggezione davanti allo sguardo di Kathleen, davanti al suo dolore. Stringe le labbra, senza trovare le parole, mentre Kathleen nonostante gli sforzi comincia a piangere. Lentamente allunga la mano verso quelle della ragazza, che le nascondono il visto, e gliene stringe una. Rimangono così per un tempo che ad entrambi pare eterno.

kathil hands


NEW ORLEANS


NOEL

Noel si sveglia con il sole che filtra da una tapparella. Apre gli occhi pigramente, poi si accorge di essere nel letto di Hellen. Si volta di scatto, vede Cody dormire accanto a lui, sente dei rumori in cucina.

NOEL: Ehi…

Hellen si gira, distogliendo lo sguardo dai fornelli.

HELLEN: Buongiorno. Dormito bene?

NOEL: Sì, io… Mi dispiace di essere piombato in camera…

HELLEN: Tranquillo, tu e Cody dormivate troppo profondamente, non volevo svegliarvi. Poi dopo tutte quelle partite di calcio era normale crollaste.

Noel guarda il sorrisetto ironico della ragazza, suo malgrado sorride.

NOEL: Invece di fare la spiritosa, vorrei comunicarti che sento odore di bruciato…

Hellen si gira di colpo, in tempo per federe i waffle bruciacchiati.

HELLEN: Accidenti…

NOEL: Lascia fare a me…

Sente il suo braccio vicino al suo prima che possa accorgersene, si gira a guardarlo, così vicino ora, mentre Noel gira abilmente i waffle.

NOEL: Ah se non ci fossi io…

HELLEN: Sono i miei waffle…

Hellen allontana la pentola dal fuoco, girando su sé stessa, ma il ragazzo è veloce, gliela afferra da dietro e la fa passare sulla sua testa.

HELLEN: Non vale se si è venti centimetri in più…

Si gira di colpo e si trova il viso di Noel a poca distanza. In un attimo l’aria si fa elettrica, ma nessuno dei due ha tempo di fare niente. Il telefono squilla, ed Hellen si volta a guardarlo, appoggiato al tavolo.

HELLEN: E’ Emily.

Noel guarda il telefono, dubbioso, mentre Hellen gli fa un cenno.

HELLEN: Vai, rispondi.

La vede sfilargli la padella tra le mani, si avvicina al telefono.

NOEL: Pronto?

EMILY: Finalmente.

NOEL: Ho provato a contattare Liam…

EMILY: Ti ho chiamato anche ieri. Perché non hai richiamato me?

Noel rimane un attimo in silenzio, non saprebbe come spiegare alla ragazza quello che ha vissuto in quei due giorni, un’oasi di pace dopo tutta la tempesta dei mesi passati.

EMILY: Comunque volevo dirti che il processo di Phil si è concluso. E’ stato emesso il verdetto.

Noel rimane ad ascoltare le spiegazioni di Emily, poi la saluta, con il cuore in gola si volta verso Hellen, che lo guarda interrogativa.

NOEL: Devo andare.

CODY: Non andiamo a giocare a pallone?

Noel si gira di scatto, vede il bambino stropicciarsi gli occhi sulla soglia della camera, svegliato dal cellulare.

HELLEN: Amore, papà deve tornare a New York, a casa sua…

Noel sente una stretta al cuore a quella frase, vorrebbe smentirla ma sa che quello che ha detto Hellen è la verità. Deve tornare.

CODY: E quando torni?

Noel guarda il ragazzino, non vuole mentirgli ma non sa quando potrà tornare. Guarda Hellen, ripensa al momento che hanno vissuto solo pochi minuti prima, sa che lo ha sentito anche lei e allora semplicemente, lo dice.

NOEL: Venite con me.

 

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5 Risposte a “2×03 – WHEN YOU FOUND ME”

  1. Ma chi è se ne frega del fratello morto di Kat. Si vuole bombare Phil,punto, basta. Ma lei con quale cervello microscopico pensava di essere di fondamentale importanza quando nascondva nell’armadio un così grande scheletrone? È una mentecatto. Non doveva nemmeno iniziarlo qurll’articolo che verrà, giustamente, cestinato ad un processo. Una mentecatta che ora magari farà accusare Phil, dopo l’egregia figura di Miranda. Risvolto interessantissimo di Noel che ha voglia di tornare a casa e mollare tutto, mi piace di più di quanto mi piaccia vederlo con Emily. Poveri Emily, Shone e Liam, andranno tutti ad ubriacarsi insieme per essere stati scaricati. Sono proprio curiosa sull’incontro tra Hellen/Cody e Emily. Puntata bella, ma non speciale, ovviamente sono di parte perché non mi piace il personaggio di Kat ed era troppo incentrata su di lei. E poi, perché non si svela il verdettooooo ahhhhhhh è un’ingiustizia!

  2. Awwwnnn sono contenta ti sia piaciuta, e felice di aver trasmesso quello che Noel ha provato a New Orleans, perchè sarà poi causa di molte decisioni future (tra cui quella di invitare Hellen a New York…).
    Kat è un personaggio ancora da scoprire, nella prossima puntata la sua vicenda sarà analizzata meglio 😉
    Per quanto riguarda il processo, quello che ormai è certo è che i giochi sono fatti… Giovedì saprete il verdetto! O.o

  3. Mamma mia…che ansia!! Devo aspettare un’altra puntata per sapere cosa ha deciso il giudice?? (゚д゚lll)
    Bellissima puntata comunque!! Mi hai tenuto attaccata allo schermo!! Non mi aspettavo il colpo di scena di Kat. Sai, inizialmente, credevo che fosse lei stessa ad aver fatto uso di droghe in passato…
    Se prima ero non sicura, ma un po’ più tranquilla sul risultato, ora non lo sono affatto…
    Mi è piaciuto tantissimo anche il racconto parallelo di Noel, Cody e Hellen, sei riuscita davvero a trasmettere anche a noi il senso di pace di cui parla Noel, in una puntata in cui non era affatto scontato…
    La testimonianza di Miranda mi ha fatto venire le lacrime agli occhi, è una donna forte, sono contenta che abbia testimoniato, anche se Phil voleva evitarle questo spiacevole “dovere”…
    Non vedo l’ora di leggere la prossima puntata (。♥‿♥。)

  4. Il giudice è quella de “il giudice Amy”, non so se abbia fatto altri telefilm… Concordo sulla nomina dei personaggi amorosamente più sfortunati, ma bisogna sempre avere pazienza, che le gioie arrivano per tutti, almeno nei miei telefilm 🙂 Alla prossima!

  5. Piena di scoop questa puntata! Partendo dal più grosso, il passato tragico della nostra Kat, dopo l’affermazione dell’avvocato dell’accusa mi aspettavo che fosse la nostra beniamina la tossica, avrebbe avuto qualcosa in comune con Phil…un sottile stradello di polverina bianca 🙂 Va bè, mi consolo con le belle scenette di Noel, non capisco cosa trova di strano Hellen nel portarsi la propria console in viaggio, chi non lo farebbe??? 😛 Rimanendo sulla famigliola felice, arrivato alla scena finale, il mio pensiero è volato al cuore della povera Emily che finirà mille pezzi. Se quest’ultima è il personaggio femminile amorosamente più sfortunato della storia, per la categoria maschile abbiamo sicuramente Shone, che mi sembra un po’ bistrattato da tutti ormai, secondo me, qui finisce che lui va in cerca di “cattivi compagni” 🙂 Dopo questa puntata passerò i prossimi giorni a domandarmi se l’alternativa che deve trovarsi Liam, riguarda il gruppo o Jen !? Lasciarci con tale dubbio è pura malvagità! Ma il giudice è la Beckett (quella di Castel)?

    P.S. Consiglio a tutti di leggere la rubrica sulle recensioni dei libri, mi è piaciuta molto la nuova idea sul confronto dei libri e dei film di Harry Potter!

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